“Einaudi e l’Europa” è il titolo del terzo appuntamento del ciclo di “Lezioni Luigi Einaudi” organizzate dalla Provincia sull’insegnamento del grande statista cuneese. Dopo gli interventi di Enrico Colombatto e Francesco Forte, il Centro Incontri di Cuneo ha ospitato, lunedì 12 marzo, il professor Alberto Quadrio Curzio, presidente della Classe di Scienze Morali, Storiche e Filologiche e vice presidente dell’Accademia Nazionale dei Lincei.
“Quando si stila un programma elettorale – ha esordito il presidente della Provincia, Gianna Gancia – si realizza un elenco delle priorità: personalmente ho scelto come obiettivo la rivalutazione della figura di Luigi Einaudi. Anzitutto perchè, come doglianese, è un nostro concittadino e poi in quanto protagonista della vita italiana, totalmente dimenticato. Era, infatti, federalista, liberale, europeista convinto. E, quindi, personaggio scomodo. Il suo pensiero, di incredibile attualità, guardava ad una gestione estremamente rigorosa delle risorse pubbliche: un’idea non di moda in uno Stato che ha fatto della spesa pubblica il suo cavallo di battaglia”.
“Ho effettuato alcune ricerche – ha proseguito Gancia -: in biblioteca nessuno prende in prestito le opere di Einaudi e rari sono i laureati che ne conoscono il pensiero. Come pochi sono, nella futura classe dirigente, i giovani che, al termine del loro ciclo di studi, sanno spiegare il funzionamento del sistema di tassazione italiano. Abbiamo, pertanto, un lavoro profondo da portare avanti. Per questo, con le Lezioni Einaudi, vogliamo fare in modo di rivalutare e rendere più fruibile il messaggio eianudiano, attraverso l’intervento di ospiti qualificanti, quale è oggi il professor Quadrio Curzio”.
Professore emerito di Economia Politica presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, dove è stato preside dal 1989 della Facoltà di Scienze Politiche e direttore del Centro di Ricerche in Analisi Economica e Sviluppo Economico Internazionale (Cranec) dal 1977 (attualmente presidente del Comitato Scientifico), Alberto Quadrio Curzio è stato presidente dell’Istituto Lombardo Accademia di Scienze e Lettere e della Società Italiana degli Economisti. Direttore e co-fondatore della rivista di teoria ed analisi “Economia Politica. Journal of Analytical and Institutional Economics”. Editorialista del Corriere della Sera, ha ricevuto 13 premi scientifici e la medaglia d’oro dal Presidente della Repubblica per i benemeriti della Scienza e della Cultura. E’ autore di molte pubblicazioni scientifiche, ha tenuto lezioni presso svariate università e ha partecipato come relatore a numerose conferenze e seminari in Italia e all’estero. “Considero un privilegio – ha dichiarato – parlare a degli studenti che dovranno fare scelte universitarie e diventare così il futuro ceto dirigente del nostro Paese. Cercherò, pertanto, di delinerare la straordinaria personalità einaudiana che ha caratterizzato l’intero processo di unificazione dell’Italia, quantunque nato nel 1874, ad unità già avvenuta. Einaudi cominciò a scrivere di Europa a 23 anni, quando prefigurava, con visione che non esiterei a definire profetica, la nascita di quelli che chiamò Stati Uniti europei e poi Federazione europea, finalizzata ad evitare la guerra tra le singole nazioni”.
La Lezione si è, poi, sviluppata attraverso le differenti tonalità dell’europeismo einaudiano, ovvero il carattere ideale, quello istituzionale e quello economico, articolato nell’anticipazione della moneta e del mercato unico. Significativa la citazione tratta dal discorso pronunciato dallo statista di fronte all’Assemblea Costituente nel 1947 e poi pubblicato nel volume intitolato “La guerra e l’unità europea”: “L’Europa che l’Italia auspica non è un’Europa chiusa. E’ un’Europa aperta a tutti, un’Europa nella quale gli uomini possano far valere costantemente i loro ideali, e nella quale la maggioranza rispetti le minoranze…“.
In conclusione: “L’impostazione einaudiana – ha spiegato il prof. Quadrio Curzio – è tuttora imprescindibile per chiunque si interessi di Europa. Personalmente resto fiducioso sul domani, seppure con qualche preoccupazione consistente nella pesante disoccupazione giovanile e nel potenziale riemergere di forti istanze nazionali e, con esse, di qualche forma di protezionismo che riporterebbe l’Europa indietro di molti anni”. Presentata a Dogliani in occasione della visita del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, e nata in collaborazione tra Provincia e Comune di Dogliani, l’iniziativa “Lezioni Luigi Einaudi” è stata fortemente voluta dalla presidente della Provincia Gancia, per celebrare il cinquantenario della morte del grande statista ed economista della Granda.
La direzione scientifica delle Lezioni è affidata ad Angelo Maria Petroni, ordinario della Sapienza di Roma. “Si consolida così l’appuntamento – ha spiegato durante l’intervento introduttivo il presidente del Consiglio provinciale, Giorgio Bergesio – istituito dalla Provincia di Cuneo per onorare la memoria di questo nostro illustre concittadino che fu Presidente della Repubblica Italiana dal 1948 al 1955. L’incontro odierno ha il duplice obiettivo di approfondimento di tematiche di attualità e, insieme, di promozione della conoscenza dell’opera del celebre statista ed economista della Granda. Colgo, infine, l’occasione per ringraziare il dottor Angelo Maria Petroni. Assente all’appuntamento odierno per impegni personali, il professore garantisce, a titolo gratuito, il suo contributo alla direzione scientifica delle Lezioni Einaudi, assicurando a questa platea la possibilità e l’onore di ascoltare illustri esperti”.
Alla giornata ha partecipato una rappresentanza di autorità ed amministratori locali, consiglieri provinciali (presente anche il vice presidente del Consiglio Giulio Ambroggio), oltre agli studenti del Liceo classico “Silvio Pellico”, del Liceo scientifico “Giuseppe Peano” e dell’Itc “Bonelli” di Cuneo. A loro si è rivolta anche l’assessore provinciale all’Istruzione, Licia Viscusi: “C’è più di una ragione – ha dichiarato – per rileggere certe prediche tutt’altro che inutili, pensate e scritte da Luigi Einaudi. Mi riferisco, anzitutto, al ruolo di esempio per gli amministratori locali e nazionali rivestito dall’intera opera dello statista cuneese, che presenta in molti aspetti un spiccato carattere di attualità. Con questa ferma convinzione la Provincia di Cuneo si appresta, assieme al Comune di Dogliani, alla terza Lezione Luigi Einaudi. Einaudi fu uomo pubblico ed esempio di etica, contraddistinto da una tensione costante verso la coerenza tra idee professate, ruoli istituzionali e comportamenti privati. Riportarne il pensiero nelle scuole, quale parte integrante del percorso educativo di intere generazioni di studenti, vuol dire rendere giustizia al carattere identificativo di questo protagonista della nostra storia: quella coerenza tra pensiero e azione, che trovò espressione piena nelle decisioni dell’uomo di governo alle prese con la grave situazione economica dell’Italia del dopoguerra. Una condizione che, per molti versi, richiama alle difficoltà economiche contemporanee e che, pertanto, richiede la formazione di una forte coscienza civile quale premessa per la ripresa sociale, prima ancora che economica”.