Adam Smith, la simpatia morale della mano invisibile

Mano invisibile

La teoria della mano invisibile è il concetto a noi più noto di Adam Smith e, pure, quello più abusato. La mano invisibile è valida date certe condizioni. Questa teoria prevede che il sistema economico non richiede interventi esterni per regolarsi, non necessita di una volontà collettiva razionale. Il ruolo della mano invisibile è triplice: (1) Dati l’uguaglianza di fronte al diritto, il non intervento dello Stato e il principio di simpatia, la mano invisibile assicura il realizzarsi di un ordine sociale che soddisfa spontaneamente interesse generale e quelli personali. (2) Domanda e offerta, di merci e di lavoro, in liberi mercati tendono a equilibrarsi, a far convergere valore e prezzo di mercato al prezzo reale e a fare scomparire le eccedenze. (3) La regolazione si applica alla popolazione attraverso il mercato del lavoro (in caso di popolazione eccessiva, il salario scende sotto il minimo di sussistenza conducendo ad una riduzione della popolazione e viceversa in caso di popolazione deficitaria); la regolazione si applica pure al risparmio, condizione necessaria per l’accumulazione del capitale e quindi alla crescita economica, attraverso una maggiore divisione del lavoro (gli individui tendono spontaneamente a risparmiare per migliorare la propria condizione); infine essa si applica anche all’allocazione dei capitali (investimenti indirizzati spontaneamente verso le attività più redditizie).

La teoria della mano invisibile non permette di spiegare il fenomeno della disoccupazione e di trattare adeguatamente le produzioni non-mercantili come pure ambiti particolari dove bisogni fondamentali devono essere soddisfatti (educazione, salute). Contestabile anche il ruolo nell’allocazione dei capitali. Smith porta un esempio che ritiene naturale, secondo cui il ricco proprietario, quando accumula più reddito di quanto gli necessita, allora impiegherà il sovrappiù aumentando il numero dei suoi servitori. Il che non appare di contro così scontato. Infine, Smith assimila -discutibilmente- l’ordine economico all’ordine morale, definendo la mano invisibile come conforme alla giustizia.

La metafora della mano invisibile è il cardine della dottrina liberale del laissez faire. Il noto giurista italiano Guido Rossi ha detto al proposito: “Uno dei suoi concetti più equivocati è quello della mano invisibile. Si è imposta l’idea che Smith abbia inteso dire che il mercato deve essere lasciato a se stesso perché raggiunge automaticamente un equilibrio virtuoso. La mano invisibile è diventato l’argomento principe dei neoliberisti. In realtà Smith prende a prestito l’immagine della mano invisibile, con molta ironia, dal terzo atto del Macbeth di Shakespeare. Macbeth parla della notte e della sua mano sanguinolenta e invisibile che gli deve togliere il pallore del rimorso prima dell’assassinio. Smith ha preso in giro quei capitalisti che credevano di poter governare i mercati. Egli capì già allora che la Cina sarebbe tornata a essere una grande potenza economica, e auspicò una sorta di Commonwealth universale per governare il nuovo ordine internazionale”. Con l’opera di Keynes, e la sua nozione di disoccupazione involontaria, si comprese la necessità di un intervento pubblico nel sistema economico a garanzia di un giusto equilibrio.

No Comments Yet

Leave a Reply

Your email address will not be published.

You may use these HTML tags and attributes: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>

©2013 LiberalCafe'. All rights reserved.

Testata giornalistica registrata al Tribunale di Roma - n.228/6 luglio 2011

Creative Commons License

Immagini, contenuti e marchi citati in queste pagine sono copyright dei rispettivi proprietari.
Se qualcuno, vantando diritti su immagini e/o testi qui pubblicati, avesse qualcosa in contrario alla pubblicazione, può scriverci per richiederne la pronta rimozione.