Principio di simpatia e i fondamenti morali del liberalismo
In modo generico, si identificano due correnti di pensiero su come si formi il giudizio morale: una lo fonda sulla ragione e l’altra nelle passioni e nei sentimenti. Inoltre vi è chi ritiene che il senso morale sia innato e chi sostiene che lo si apprende culturalmente. Seguendo l’approccio basato sui sentimenti, Adam Smith descrive nella sua Teoria morale, un sistema morale fondato sul principio di simpatia che comporta l’immedesimazione nelle passioni e nella felicità altrui. Questo differisce dalla benevolenza e dall’altruismo pur non sostituendosi all’egoismo. La sua teoria morale è la giustificazione della sua idea di liberalismo economico. Per simpatia Smith intende la capacità di identificarsi e mettersi al posto dell’altro e di comprenderne i sentimenti in modo da poterne ottenere l’apprezzamento. E le norme sociali non possono che spingere verso modelli di solidarietà e integrazione sociale. Da questo sentimento si deducono regole morali di comportamento. La coscienza morale, non razionale, scaturisce dal rapporto simpatetico tra gli uomini e presenta quindi un carattere sociale e intersoggettivo. Il principio di simpatia, per Smith, soggiace allo scambio e al mercato: il panettiere produce pane non per farne dono (benevolenza), ma per venderlo (interesse proprio). Il panettiere cerca l’apprezzamento del suo cliente, senza il quale egli non potrà vendere il proprio pane non soddisfacendo così i propri interessi. Gli individui, mossi dal principio di simpatia lavorano, costruiscono e accumulano, favorendo di conseguenza la produzione economica.
I limiti di questo principio risiedono nel fatto che Smith parte dal suo profondo convincimento nell’infallibilità di un ordine naturale prestabilito, direi, trascendentale della realtà. Una sorta di principio, naturale, come quello fisico della gravità di Newton. In realtà, la trasposizione del principio universale di simpatia e armonia nelle sue dottrine economiche, mostra la loro insufficienza non appena si considera l’altra faccia delle cose e si mette in dubbio la stabilità e la finalità provvidenziali dell’ordine che le società umane presentano. Malthus fu tra coloro che per primi misero in luce questi aspetti stridenti.