Matisse e il suo tempo. La collezione del Centre Pompidou

“Per non fare una semplice raccolta di opere, in mostra è presente una raffinata selezione – dice la curatrice Cecile Debray (conservatore del Centre Pompidou di Parigi) – di capolavori del Maestro allo scopo di raccontare pensieri e sentimenti dell’epoca anche attraverso le 47 opere di altri artisti esposti qui a Torino. Partendo dal Fauvismo, fondato proprio da Matisse e un gruppo di amici, il percorso si snoda attraverso varie tappe in cui il modus facendi matissiano interseca l’ars di Picasso, il quale raccoglie gli ultimi esponenti del fauvismo indirizzandoli verso il cubismo. Un caleidoscopico itinerario scandito da tele che riflettono assimilazioni e discostamenti tra i grandi maestri che si formano intono agli Anni 30, passando poi attraverso lo stile surrealista di Matisse degli Anni 40 a quello “intuitivo” dell’immediato dopoguerra. Un approdo esplosivo chiude l’itineratrio di mostra con opere cardine della decostruzione e destrutturazione tipiche degli Anni 60 e 70 nei quali lo stile di Matisse sopravvive nelle opere degli artisti che lo hanno succeduto e hanno subito la sua forte influenza.”

COMUNICATO STAMPA

“Ho lavorato per arricchire la mia intelligenza, per soddisfare le differenti esigenze del mio spirito, sforzando tutto il mio essere alla comprensione delle diverse interpretazioni dell’arte plastica date dagli antichi maestri e dai moderni.”

Henri Matisse, Notes d’un peintre in “La Grande Revue”, 25 dicembre 1908

Matisse “l’ansioso, il follemente ansioso” – così lo descrive uno dei suoi amici divisionisti – domina l’arte della prima metà del XX Secolo ed è considerato uno delle coscienze artistiche più affascinanti del Novecento. Sempre al centro di dibattiti, durante tutta la sua carriera è stato capogruppo dei fauves, osservatore critico del cubismo, discepolo di Signac, Renoir e Bonnard, rivale di Picasso, maestro d’accademia e infine precursore di un’arte che anticipa l’espressionismo astratto newyorkese.

Con 50 opere di Matisse e 47 di artisti a lui coevi quali Picasso, Renoir, Bonnard, Modigliani, Miró, Derain, Braque, Marquet, Léger – tutte provenienti dal Centre Pompidou – la mostra “Matisse e il suo tempo” si prefigge di mostrare le opere di Matisse attraverso l’esatto contesto delle sue amicizie e degli scambi artistici con altri pittori. Così, per mezzo di confronti visivi con opere di artisti suoi contemporanei, sarà possibile cogliere non solo le sottili influenze reciproche o le fonti comuni di ispirazione, ma anche una sorta di “spirito del tempo”, che unisce Matisse e gli altri artisti e che coinvolge momenti finora poco studiati, come il modernismo degli anni quaranta e cinquanta. Opere di Matisse quali Icaro (della serie Jazz del 1947), Grande interno rosso (1948), Ragazza vestita di bianco, su fondo rosso (1946) sono messe a confronto con i quadri di Picasso, come Nudo con berretto turco (1955), di Braque, come Toeletta davanti alla finestra (1942), di Léger, come Il tempo libero – Omaggio a Louis David (1948-1949)

Promossa dal Comune di Torino – Assessorato alla Cultura, dalla Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici del Piemonte e dal Polo Reale di Torino e organizzata dal Centre Pompidou di Parigi, 24 ORE Cultura – Gruppo 24 ORE e Arthemisia Group, la mostra curata da Cécile Debray conservatore Centre Pompidou sarà visitabile a Palazzo Chiablese di Torino dal 12 dicembre 2015 al 15 maggio 2016.

Dieci sezioni in mostra illustrano, secondo un percorso cronologico intercalato da approfondimenti tematici, le figure matissiane delle odalische – come in Odalisca con pantaloni rossi del 1921 -; la raffigurazione dell’atelier, soggetto ricorrente nell’opera di Matisse ma che, negli anni bui della Seconda Guerra Mondiale, dà luogo a quadri stupefacenti a firma di Braque (L’Atelier IX, 1952-56) e Picasso (Lo studio, 1955); l’opera e il percorso di Matisse dai suoi esordi con Gustave Moreau (1897-99) fino alla sua scomparsa negli anni Sessanta e alle ultime carte dipinte e ritagliate.

La mostra vede come sponsor Il Gioco del Lotto, come sponsor tecnici Grandi Stazioni, Trenitalia, Nova Coop, Canale Arte e vede il supporto di La Rinascente.
L’evento è consigliato da Sky Arte HD.
Il catalogo è edito da 24 ORE Cultura – Gruppo 24 ORE.

LA MOSTRA
Prima sezione – I “Moreau”
La mostra ha inizio con gli esordi di Matisse e gli indefettibili legami d’amicizia che egli stringe con i condiscepoli dell’atelier di Gustave Moreau all’École des Beaux-Arts: Albert Marquet, Charles Camoin, Henri Manguin. Essi dipingono insieme una serie di quadri da medesimi soggetti (caffettiere, vedute della Senna – come in Pont Saint-Michel del 1900 -, modelli in studio o sessioni di copie di dipinti al Louvre), accomunati dall’insegnamento impartito dall’atelier più liberale di Parigi.

Seconda sezione – Il Fauvismo
Un soggiorno nel Midi, a Collioure, nell’estate 1905, segna l’inizio dell’avventura del fauvismo sotto l’egida di Matisse. Lo scandalo provocato dalla mostra dei dipinti dai colori puri di Matisse e dei suoi amici Manguin, Camoin e Marquet e di André Derain e Maurice de Vlaminck al Salon d’Automne del 1905 segna la nascita del movimento, al quale l’anno seguente si uniscono i giovani Braque e Dufy. A questo periodo, e presenti in mostra, appartengono Autoritratto (1900) di Matisse e Il sobborgo di Collioure (1905) di Derain.

Terza sezione – Polo Nord – Polo Sud. Matisse e il Cubismo
Matisse, che si è vivamente opposto alla svolta cubista di Braque nel 1908 e alla sua amicizia con Picasso, ammetterà tuttavia molto più tardi che “il cubismo deriva da Cézanne” il quale diceva che ogni cosa è cilindrica o cubica. Nel settembre 1914 Matisse, non essendo stato chiamato alle armi, parte per Collioure e vi ritrova Juan Gris. I dipinti che esegue sono fortemente segnati dalla riflessione condotta da Picasso, Braque e Gris a partire dagli anni 1909-10. Matisse dipinge finestre, un tema ricorrente nella sua opera, e ritratti. La tela, quasi astratta, sembrerebbe incompiuta: Porta-finestra a Collioure (1914) presenta una composizione a bande parallele di campiture nere e blu, sulla linea del lavoro di Gris. Allo stesso modo, la stilizzazione della figura che Matisse realizza nella serie plastica dei Nudi di spalle o nel grande dipinto Bagnanti al fiume riecheggia le ricerche di Henri Laurens.

Quarta sezione – Gli anni di Nizza, riletture
Dopo il tumulto degli anni parigini, alla fine del 1917, Matisse si stabilisce a Nizza offrendo a se stesso un nuovo inizio. In questa regione dal clima privilegiato incontra Auguste Renoir, visita spesso lo studio di Maillol, stringe amicizia con Pierre Bonnard. Tramite l’École des Beaux-Arts di Nizza conosce nuove modelle, come l’italiana Lorette (rappresentata in Lorette con tazza di caffè del 1917). Moltiplica i ritratti e le composizioni intimiste di figura, tornando ad attingere alle sue prime fonti, ossia l’Impressionismo, con lo studio degli ultimi dipinti di Renoir e di Monet. Attraverso questo dialogo con i suoi predecessori, Matisse partecipa a modo suo al ritorno al classicismo degli anni Venti, al pari di Derain e Picasso.

Quinta sezione – Il pittore delle odalische
Ispirato dai suoi soggiorni in Marocco, Matisse rivisita nella linea di Delacroix il tema esotico dell’odalisca (L’algerina del 1909). La densità dell’ornamentazione e del colore caratterizza i dipinti di questo periodo, che resterà a lungo emblematico dell’arte edonista e raffinata di Matisse. Per lui ora si può parlare di successo (anche in termini economici) e di una vera e propria moda. Attorno alle odalische di Matisse si viene a formare una corrente orientalista moderna attraverso la mediazione di Roger Bezombes, e lo stesso Picasso (presente in questa sezione con Nudo con berretto turco del 1955), dopo la morte di Matisse, confiderà: “Quando Matisse è morto, mi ha lasciato in eredità le sue odalische, ed è questa la mia idea dell’Oriente, sebbene non ci sia mai stato”.

Sesta sezione – Il desiderio della linea. Matisse e il Surrealismo
Gli anni trenta segnano una svolta nel lavoro di Matisse che concepisce allora la grande decorazione murale per il dottor Barnes, La danza, e le illustrazioni delle Poesie di Mallarmé. In seguito a quella svolta radicale, il pittore reinventa il proprio disegno che diviene autonomo, stilizzato, quasi automatico, e sviluppa il nuovo approccio alla linea nella serie Temi e variazioni (1943). La liberazione del tratto, l’onirismo, la rappresentazione di semplici oggetti caratterizzano le opere grafiche prodotte in quegli anni da Matisse, Picasso, Masson, Miró e addirittura Léger, tutti autori influenzati dallo stesso clima venato di surrealismo.

Settima sezione – Dipingere la pittura. Gli atelier di Matisse
Gli anni Quaranta sono la stagione del ritorno alla pittura e degli “interni” di Vence. Matisse pone nuovamente al centro del proprio lavoro il motivo della finestra (Porta-finestra a Collioure del 1914). La raffigurazione dell’atelier costituisce allora un tema ricorrente presso parecchi artisti, tra cui Picasso (con il suo Lo studio dell’ottobre 1955), Braque (L’Atelier IX del 1952/1956), Dufy e Giacometti, quale immagine riflessiva e autoreferenziale della pittura in cui si mescolano affermazione del “mestiere”, spazio privato e di concentrazione a fronte della follia del mondo, e infine spazio mentale.

Ottava sezione – Matisse, Renoir e la “Danza” di Barnes
Allo stesso modo, il genere della natura morta – ininterrottamente frequentato da Matisse – diviene per il pittore un imprescindibile strumento di autoriflessione. Nelle celebri nature morte con arance – che secondo Apollinaire costituiscono la quintessenza della sua arte – Matisse dà vita a un gioco di raffinati rimandi che si estende dalle Mele di Cézanne fino alle affettuose reinterpretazioni di opere di Picasso.

Nona sezione – Il Modernismo. La svolta degli anni Trenta
Dagli anni Trenta agli anni Cinquanta, i grandi artisti figurativi, tra cui Matisse, Léger, Picasso e Dufy, mutano il proprio stile in direzione di un trattamento grafico più sciolto e schematico e di una tavolozza di colori primari che fanno eco al linguaggio modernista di Le Corbusier e di Mondrian. Così i dipinti eseguiti da Matisse dopo la grande decorazione per Barnes ritrovano una nuova economia formale che oggi appare chiaramente legata all’estetica modernista degli anni Cinquanta, che trova le sue migliori espressioni in Ragazza vestita di bianco, su fondo rosso (1946) di Matisse e Il tempo libero – Omaggio a Louis David (1948-49) di Léger.

Decima sezione – Il lascito di Matisse all’Astrattismo. L’ultimo Matisse
A partire dal 1947, Matisse inventa una nuova tecnica, il guazzo ritagliato che gli permette di ritagliare “al vivo” nel colore. È di questo periodo la serie di venti tavole colorate realizzate da Matisse con la tecnica dello stampino Jazz (1947) cui appartiene Icaro (tavola VIII). Le nuove tecniche ideate da Matisse avranno conseguenze notevoli sul lavoro degli artisti delle generazioni successive: gli espressionisti astratti come Rothko e Sam Francis, gli artisti di Supports/Surfaces come Vincent Bioulès, Claude Viallat (che, in quanto sua fonte di ispirazione, produce Omaggio a Matisse del 1992) e Jean-Pierre Pincemin, ma anche Simon Hantaï e molti altri ancora.

Grazie alla diffusione della sua opera negli Stati Uniti per merito di suo figlio, il mercante Pierre Matisse, alle mostre dei lavori dell’estrema maturità in Francia e al complesso decorativo e architettonico della cappella di Vence (1949-1951), l’opera di Matisse nutre profondamente di sé l’arte del XX e del XXI secolo.

IL CATALOGO
Il catalogo concepito e curato da Cécile Debray – curatrice responsabile delle collezioni Matisse presso il Musée national d’Art moderne-Centre Pompidou – comprende saggi introduttivi a ciascuna sezione e testi che approfondiscono aspetti specifici. Per arricchire i richiami storici proposti in ciascuna sezione di mostra si è coinvolto due specialisti di Matisse: Claudine Grammont la quale, oltre ai suoi due brevi saggi, l’uno sugli anni cubisti attraverso il confronto tra Matisse e Picasso e l’altro sugli atelier di Matisse, propone una riflessione sulla collezione personale del pittore, argomento che tocca i suoi rapporti con altri artisti, quelli da lui ammirati (Cézanne, Renoir, ma pure Courbet e Redon) e i suoi emuli (come Picasso), e che rivela come, molto spesso, egli compri opere ad artisti amici in difficoltà economiche. Col suo saggio sulle fonti renoiriane della Danza di Barnes, Augustin de Butler offre un esempio preciso e inedito dell’influenza di Renoir su Matisse, perfettamente in linea con lo spirito della mostra.
Le opere di Matisse, riprodotte a colori insieme agli altri pezzi in mostra, sono accompagnate da schede che esplicitano i legami con le prove di altri artisti, redatte da Anna Hiddleston, Assia Quesnel ed Elsa Urtizverea.
L’ultima parte del catalogo consiste di un’ampia scelta di estratti di lettere, dichiarazioni e testimonianze di Matisse e di altri artisti, e offre una sorta di antologia divisa per nomi, utilissima e finora inedita. La lettura di tali scambi rende più viva e insieme più ricca di sfumature la conoscenza di questa rete di amicizie di lunga durata. In alcuni casi, gli scambi epistolari coprono un arco di oltre quarant’anni, presentando variazioni ed evoluzioni nel corso del tempo. Alcune delle lettere di Matisse, soprattutto quelle a Bonnard o a Rouault, sono vere e proprie trattazioni, riflessive e sensibili, sull’arte. Altre, più intime e familiari, inviate ai suoi vecchi amici, Marquet o Camoin, rivelano un Matisse più scherzoso o più scorbutico, che fornisce ragguagli sulla vita quotidiana degli artisti.

 

INFO E ORARI DI MOSTRA

lunedì 14.30 – 19.30

martedì, mercoledì, venerdì, sabato e domenica 9.30 – 19.30

giovedì 9.30 – 22.30
(la biglietteria chiude un’ora prima)

 

Info e prenotazioni

Tel. +39 011.0240113

www.mostramatisse.it

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Hashtag: #matissetorino

 

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