Vittorio Corcos. I sogni della Belle Époque

La Fondazione Bano ha il piacere di inaugurare a Padova, nella sede del Palazzo Zambarella dal 6 settembre al 14 dicembre la mostra su Vittorio Corcos.

“Coccolì” è il vezzeggiativo con cui la famiglia Corcos era solita chiamare la piccola Maria Letizia, figlia di Alberto Fiorentino e di Ada Rotigliano – figliastra di Corcos, avuta da Emma Corcos dal primo matrimonio e immortalata dal pittore in numerosi dipinti. Per ritrarla Corcos si serve di una fotografia, in cui la nipotina osserva con aria attenta il padre scavarle una buca nella sabbia in riva al mare, una paletta nella mano destra e un pezzo di pane nella sinistra: la scritta sul retro della fotografia, “Forte dei Marmi 1915”, permette di datare con precisione il dipinto a quell’anno.

Nonostante il disegno incisivo e il ricordo evidente della posa del David di Donatello, quindi, la figura deriva fedelmente dalla riproduzione fotografica, secondo un processo comune alla pittura di Corcos. Il pittore sostituisce però alla figura del padre della bambina un granchio, che le si avvicina forse attratto dal pane, come il cane di Sorpresa sulle scale di Cecioni, spogliato però di quel realismo contingente e rivestito di una serena domesticità: la Coccolì osserva l’animale con l’attenzione concentrata e meditativa dei bambini, restituita da Corcos con affettuosa partecipazione, a descrivere un mondo di affetti familiari indagati con sguardo sereno e trasfigurati nella perfezione della tecnica.

Al rigore disegnativo della figura, infatti, si unisce una pennellata levigata e rifinita, morbida nella resa dei colori lucenti e quasi acquarellati, che conferiscono la luminosità di una giornata di sole in riva al mare, memore dell’opera di Ettore Tito. Questo è restituito con una raffinata variazione di azzurri, turchesi, grigi, fino ai violetti sull’alta linea dell’orizzonte, mentre le vele delle barche si accendono di toni aranciati e sono costruite con un impasto compatto e saturo di colore, aggiornato sulle sperimentazioni portate avanti in Toscana da pittori più giovani come i livornesi LLewellyn Lloyd o Oscar Ghiglia.

Vittorio Corcos
La Coccolì
1915
olio su tela, 120 x 125 cm
firmato e intitolato in basso a sinistra “V. Corcos / LA COCCOLÌ”
sul retro del dipinto “Senza macchia e senza paura”
Vincenzo Ferrara

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