Inaugurato il MuSe, il nuovo Museo delle Scienze di Trento, con una cerimonia di apertura che ha coinvolto più o meno 5 mila persone, una grandissima folla, arrivata al quartiere delle Albere per celebrare la scienza e il progresso. La cerimonia di apertura ha avuto luogo il 27 luglio a partire dalle ore 18.00 e si è chiusa il 28 luglio, dopo 24 ore di spettacoli, scene, proiezioni, interventi, film, animazioni e concerti. In totale l’organizzazione conta oltre 25 mila passaggi.
In una struttura a basso impatto ambientale, inserita in un contesto alpino, studiata dall’Architetto Renzo Piano e premiata come migliore esempio di edilizia ambientale a livello europeo per l’anno 2013, divisa su 4 piani e un interrato in cui si passa la storia dal passato preistorico dei batteri e dei dinosauri dei primordi, fino al giorno d’oggi e al futuro prossimo, si sono sciolte in 24 ore di spettacolo e di iniziative, le riserve e i dubbi sul futuro del MuSe. Se i presupposti sono questi il Museo avrà sicuramente successo, arrivando a toccare i famigerati 140 mila visitatori che si è posto come obiettivo per il primo anno di vita.
Sono due le linee che danno vita al Muse: la linea orizzontale, data dal passaggio storico e il progresso orizzontale, con un abbinamento all’ambiente che progredisce trasversalmente allo spazio.
La persona dunque, all’interno del Museo, percorre idealmente una linea progressiva storica e una geologica e una linea ambientale e personale sensoriale, andando quindi dal passato al futuro. In questo percorso il visitatore è il protagonista della storia e della scienza, uscendo più forte e cresciuto. E come Dante .. uscendo a rivedere le stelle, sulla terrazza del MuSe, posta sopra l’ultimo piano, da cui si hanno la vista sullo storico Museo delle Albere e sul quartiere delle Albere, fatto di strade a cubetti e piste ciclabili, prati e fontanelle, quello che un quartiere adulto e moderno di una grande città europea dovrebbe in linea di massima essere: vivibile, eco-compatibile e anche molto bello da vedere.
Sono stati invitati alle 24 ore di “Una volta non c’era – la storia comincia così” 24 h no stop per l’avventura di inaugurazione del MuSe personaggi noti e meno noti di ogni settore culturale di interesse, dalla musica alla pittura, dal tecnologico alla scienza, dalla società civile alla scuola, impossibile fare un elenco parziale meritorio che non sia incompleto. Tuttavia qualcosa merita di essere nominato: certamente cioè il messaggio in ricordo di Margherita Hack, particolarmente significativo e commovente, che rende merito a un personaggio importante per la scienza del XX secolo.
Per i modernisti e gli amanti della tecnologia alcuni particolari meritano nota: le esposizioni, molte delle quali interattive, hanno integrato la tecnologia del visus – touch e dell’interattività per una mostra realmente intuitiva, di facile comprensione e di facile apprendimento. Dello stesso taglio gli spettacoli: dal Live SMS alla Video Suggestione, dal Sonoro al Multisensoriale, Sperimentale di Video Mapping in 3D, e poi la danza moderna Painted, la Sand Art. la danza della Carta, il BioLab, il Light Painting e per finire qualcosa di “preistoricamente futuribile” tra telescopi, esperimenti scientifici, musica live, video proiezioni e laboratorio sui social network, facebook in particolare. Una nota di colore da ricordare: a notte inoltrata tutte le luci si sono spente per lasciare un solo laser azzurro chiaro a squarcio del cielo di Trento, che hanno messo in risalto un cielo stellato, degno dell’alta quota, per una città a basso inquinamento ambientale, con tanto di stelle e mezza luna e un fantastico Doss Trento intervallato a laser, di certa suggestione e incondizionato piacere nel silenzio assoluto della profonda notte. (Foto MuSe)
