“Volevo solo essere adorata” di Marcella Andreini

LUCA BAGATIN

“Volevo solo essere adorata” (Edizioni L’Autore Libri – Firenze), scritto da Marcella Andreini, cara amica laureata in lingue e letterature straniere nonché blogger (www.orlando-kokoro.blogspot.it), è la storia di due studentesse che abitano nella stessa strada.

Meglio ancora, il libro di Marcella Andreini, è la storia di Emilia, la cui storia è raccontata dall’amica, in prima persona.
Emilia, anima fragile, enigmatica, profondamente riflessiva. Anima fragile non in quanto debole, tutt’altro. Anima fragile in quanto, piuttosto, capace di andare al di là delle apparenze, dei meri rapporti umani, spesso vuoti e fatti di “normalità”.

Quella “normalità” che vede nelle sorelle e nella madre. Nella sorella che sta per sposarsi e vuole dei figli. Emilia no. Non li desidera. Lei ama dipingere e vuole andare a Capo Nord.
Lei ama “auto-intervistarsi”. E’ un modo per riflettere su sé stessa. E’ un modo, come il suo dipingere, per far sì che l’artista prevalga sulla persona, altrimenti la realtà prenderà il sopravvento, come lei stessa afferma.

Una realtà, quella che la (ci) circonda, che Emilia non accetta. Dentro di lei si sente profondamente sola, è come …essere strigliati da una spazzola di metallo sotto la pelle, aghi che ti percorrono le ossa, le vene…tutto il corpo…. Emilia non ama la vita e vuole farla finita. Lo confessa alla sua amica, dicendole che la sua vuole essere una scelta di coerenza con sé stessa, ponderata e preparata da anni.

E così avverrà. Del resto Emilia all’amica diceva cose come: Forse è qui il segreto della mia apparente serenità: sapere che volendo uno può farla finita. Emilia si toglierà la vita, senza che la sua amica abbia potuto fare nulla per lei, se non ascoltarla, in vita, così come Emilia le chiedeva. In verità Emilia non ha mai chiesto niente a nessuno. E’ volata via, in punta di piedi. Lucidamente e razionalmente.
“Volevo solo essere adorata”, io credo, è un piccolo romanzo per andare al cuore, all’anima della sua protagonista, che può essere anche l’anima di ciascuno di noi. Un’anima spesso inascoltata, tormentata, bombardata e violentata da miriadi di informazioni, personalità, affetti passati che forse non torneranno più. Oppure affetti presenti, che sono lì, silenti, in attesa di riunirsi alla nostra anima, ancora confusa, ancora preda di futili attaccamenti.

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