Nel panorama della scultura italiana, Masha Sirago riesce a suscitare di colpo fantasia, libertà, audacia e novità esecutiva. Muovendosi con disinvoltura tra le forme etrusche, egizie, romaniche, canoviane, riesce a trovare il proprio piglio e la propria fisionomia di libera artista contemporanea puntando sui valori profondi della poesia e della comunicabilità; proprio vicino alla via dedicata al grande scultore Canova, via San Giacomo, la Sirago ha cominciato a realizzare le sue sculture all’antica Scuola di Arti e Mestieri del Comune di Roma. Ha trascorso molto tempo a studiare forma e contenuto nei Musei di Roma e Milano e nei siti archeologici e nelle chiese. Lei ci presenta una serie di pregevoli sculture.
Il suo linguaggio è chiaro e nitido. Infatti la Sirago dice con seria ironia: “Sono veramente concreta, con-creta, e con argilla, con gesso, ecc…”. Ha realizzato varie esposizioni del progetto culturale “Vita da cani”. “La scultura è la madre di tutte le arti”, così afferma Barracco, cultore d’arte, collezionista e creatore del museo in Roma che porta il suo nome. L’artista è passata attraverso varie esperienze artistiche, dalla tv al cinema, dal teatro alla fotografia, dalla pittura alla scrittura per approdare anche alla scultura nella quale è estremamente visibile la ricerca di un linguaggio del tutto personale.
Si può proprio affermare ricercatrice “a tutto tondo”, di nome e di fatto, allo stato puro, come l’argilla. Nel periodo espositivo sarà sempre presente e al lavoro come in un Atelier d’artista, con la sua inseparabile cagnolina maltese Tiffany e “il quadro che non si appende” copyright Masha Sirago.
La scultura è per la Sirago lo specchio dell’incessante lavoro che è vita, nel superamento dei confini minori delle circostanze visive trova la dimensione dell’incanto. Più volte nei suoi discorsi l’arte, l’amicizia e l’amore, ma anche le tristezze si mescolano come se fossero un’unica cosa, e aprendo la borsa come Mary Poppins estrae fotografie delle sue creazioni scultoree che mostra come se fossero caramelle.
Esposizione di sculture di Masha Sirago 13 luglio 2012 Sala Cinema, Milano – ore 18.00
La mostra rimarrà aperta fino al 22 luglio con orario 10.00 – 18.00
“CARTA CANTA, VERBA VOLANT, ARGILLA MANIFESTAT”
di Ferdinando Castelli*
Il termine scultura deriva dal tardo latino sculptura: arte di incidere il legno, la pietra o altro materiale duro per formare figure. L’uomo, già 30.000 anni fa, ha cercato di ripresentare il mondo che lo circondava, incidendo e plasmando i materiali offerti dalla natura, quali pietra, avorio e argilla.
Nel corso degli anni le tecniche e i materiali sono rimasti sostanzialmente invariati, e soltanto nell’ultimo secolo sono state introdotte nuove tecnologie e nuovi materiali quali il cemento, le resine e le spume sintetiche.
La scultura contemporanea si contraddistingue per la libertà di linguaggio e la possibilità di combinare i tradizionali mezzi espressivi per ottenere nuovi risultati.
Masha Sirago è un’ artista, certamente, ma è anche un’ intellettuale che si serve della scultura, usando soprattutto l’argilla, il gesso e il ferro, per dare forma alle sue concezioni della realtà e alle varie riflessioni. A tale scopo utilizza anche – e con risultato convincente – la fotografia, la tela e il colore. Le capita inoltre di servirsi della sua deliziosa cagnolina maltese Tiffany per raccontare e commentare eventi nei quali si esprimono le sue idee e gli umori del nostro tempo. L’artista è convinta che verba volant, carta cantat e argilla manifestat.
Le ore trascorse da Masha Sirago, nei musei e nelle chiese, a contemplare le opere dei grandi artisti del passato – Michelangelo, Donatello, Canova, Bernini – le hanno permesso di sviluppare e perfezionare le sue capacità artistiche e di interpretare, mediante le forme scultoree, la condizione umana con spunti umoristici, poetici, e con un sorriso amaro.
*critico letterario