di GIULIANA de ANTONELLIS
La creatività di Giò Ponti in esposizione alla Triennale e al Pirellone dal 6 maggio al 4 settembre 2011
“Amate l’architettura, la antica, la moderna. Amate l’architettura per quel che di fantastico, avventuroso e solenne ha creato – ha inventato – con le sue forme astratte, allusive e figurative che incentrano il nostro spirito e rapiscono il nostro pensiero, scenario e soccorso della nostra vita” (Gio Ponti)
Questa è una delle affermazioni che introduce alla conoscenza di questo architetto che, oltre a essere uno dei primi architetti globali del Novecento, con edifici realizzati e progettati in Italia e in Europa, ma anche in paesi extraeuropei, è stato anche un designer riconosciuto a livello internazionale quanto un noto teorico e critico dell’architettura. Alla sua curiosità e al suo genio si devono le nascite di“Domus”e “Stile. Maestro indiscusso dell’architettura, primo direttore artistico della Triennale con Sironi, sua è la Prima Mostra Triennale di Milano nel 1933 e il coordinamento di molte delle edizioni successive. Ancor oggi il suo “lascito indiscusso” aleggia negli spazi della Triennale.“Giò Ponti, come dice Davide Rampello, è stato il riferimento più alto di tutto il ‘900 italiano per la complessità che ha sviluppato, per ridondanza progettuale, lui era un fiume in piena. Sfido a trovare un altro architetto che si sia interessato di tutte le cose di cui si è interessato lui, che ha creato le cose che ha creato lui, che ha mosso imprese.
Uno che si è misurato con tutti i materiali possibili, dalla ceramica alla porcellana, dal legno al ferro, e che alla fine per citare le sue parole ha affermato che nell’edilizia il materiale più importante è l’arte”.Attraverso oltre 250 tra schizzi e disegni, dipinti e sculture, ceramiche e maioliche, mobili e modelli di studio l’esposizione vuole portare all’attenzione la ricca e complessa creatività pontiana che ha inizio negli anni venti con la direzione artistica della società Richard Ginori e si dipana per circa settanta anni nel campo dell’architettura, del design industriale, della produzione artigianale e artistica, senza dimenticare la ricerca e la comunicazione svolte nel campo delle arti. Milano è privilegiata attraverso alcuni modelli di studio e/o disegni relativi al primo edificio per la società Montecatini (1936-1938), alla Torre Pirelli (1956-1961), alla Chiesa progettata per l’ospedale San Carlo (1961-1965), tra gli altri.Tutte “creazioni” che faranno parte di itinerari proposti alla città.
Non mancano i suoi apporti architettonici in Italia e all’estero, con particolare riferimento alla Finestra arredata, un nuovo tipo di serramento realizzato tra il 1953 e il 1954, inteso come un omaggio a Philip Johnson. Fan da cornice ceramiche,scritti,disegni,dipinti e mobili , tutti raccolti come in un grande studio. Il catalogo sotto forma di magazine viaggerà assieme alla straordinaria riproposta in fac-simile della ormai mitica Aria d’Italia espressione di Giò Ponti curata dallo stesso nel 1956.
La seconda tappa nella conoscenza di Giò Ponti e il rapporto con la manifattura Richard-Ginori è al Grattacielo Pirelli, ove sono esposte ceramiche e disegni che celebrano la creatività e la versatilità attraverso alcune delle serie più note come La conversazione classica, Le mie donne, La venatoria, presentate con i pezzi più significativi, e ancora urne e vasi accolgono decorazioni che manifestano con evidenza il ricorso alla citazione archeologica. Non di minore interesse è la presenza di alcuni decori che fanno riferimento all’architettura, tratti da un vasto repertorio di ispirazione palladiana, ma anche connessi alle coeve esperienze che Ponti avviava nella sua prima attività professionale, in primo luogo con la casa di Via Randaccio.
Espressioni di Gio Ponti
6 maggio – 4 settembre 2011
Triennale di Milano
Ingresso 8,00/6,50/5,50
Catalogo Electa
Orari:
martedì-domenica 10.30-20.30
giovedì e venerdì 10.30-23.00