di THOMAS MARGIONI
Si fa un gran parlare negli ultimi tempi dei “mitici anni ’80” e sembra proprio che siano tantissime le persone, e specialmente chi allora viveva la propria adolescenza o gioventù, che ripensano con un misto di nostalgia e di piacere a quegli anni.
Ma gli anni ’80 furono davvero ‘mitici’? E se sì, cosa li rese tali? Cosa avevano di differente da altri periodi? La risposta è a mio avviso scontata: gli anni ’80 sono IL mito per antonomasia e ciò per tutta una serie di fattori. La musica, innanzitutto; certi pezzi sono rimasti nel cuore e nell’anima. Un elenco esaustivo sarebbe impossibile se non facendo dei torti a qualcuno. Ma chi può dire di non provare un brivido quano sente alla radio “Duel” dei Propaganda, “The final countdown” degli Europe, “Like a prayer” di Madonna, “Ask” dei The Smiths? mE “Moonlight shadow”, che rese immortale Mike Oldfield? E il Vasco Rossi di “Bollicine”? Ecco, qui sta il punto. Uno dei membri degli Europe ebbe a dire in un’intervista che la leggendaria “The final countdown” sembrava avere una vita propria: è vero, ‘viveva’ le sensazioni, le emozioni, le gioie, le paure dei ragazzi che si baciavano per la prima volta, che andavano a mangiare un panino con hamberger (non per niente sono gli anni dei paninari).
E qui va fatta una riflessione sulla società di quegli anni. I giovani, oramai coscienti della possibilità vera di potersi divertire in un contesto meno repressivo che in precedenza, avevano VOGLIA DI DIVERTIRSI: attenzione, di divertirsi, non di fare casino: Sono cose totalmente diverse. Allora erano rari brutti episodi in discoteca, risse, e la droga era molto meno di adesso. C’era però molta più energia vitale, voglia di rompere le tradizioni, di vestirsi in maniera ‘diversa’ (tipo rockettari, punk, grunge). E i cantanti erano coloro che meglio davano voce a tutto questo.
Certo, si apprezzava anche la nuova libertà e questo perchè si veniva da epoche in cui non si poteva uscire facilmente dopo una certa ora, o portare gli amici a casa, o andare ad una festa chissà dove. Ma non era ancora arrivato il tempo, e purtroppo poi è successo, di mettersi a dire che ci si annoiava, che tutto era sempre lo stesso. Il sabato sera di allora era ben altra cosa rispetto a quello di adesso, che spesso deprime invece di dare gioia; ciò che è venuto a mancare è la sorpresa, la volontà di vivere momenti magici in compagnia. Ora la compagnia spesse volte rovina, allora ti rendeva ‘elettrico, ma di un’elettricità vera, spontanea, non distruttiva.
La televisione. Alcuni nomi: Umberto Smaila, Jerry Calà (beh, non posso non nominare anche Franco Oppini e Ninì Salerno, sennò si offendono…), Heather Parisi, Toto Cutugno, Enrico Beruschi Gianna Nannini; l’esplosiva Sabrina Salerno, Diego Abatantuono, Gianfranco D’Angelo. Che programmi!11 “Drive in”, “Odiens”, ma anche i telefilm americani, dall'”A-Team” ai “Robinson”, i cartoni animati, “Holly e Benji”, “I puffi”, “Georgie”, i quiz televisivi come “Doppio slalom”… Quando capita di rivederli tutti proviamo un piacere particolare, piacere che secondo me ha origine dal fatto che tutti questi straordinari personaggi riempivano giornate fantastiche e gioiose, e i problemi della vita non erano pesanti come oggi, pareva di essere leggeri.
Era la gente, in fondo, a essere diversa. più cordiale, più simpatica, più contenta in una parola… Ed è questo che si è perso negli anni successivi. Sono subentrate aggressività , poco rispetto, poco romanticismo anche. Si è andati a svalutare tutto. Mancavano i cellulari (apparivano i primi allora, ma pesavano un quintale…), ma c’era divertimento allo stato puro. Questo ha reso immortali quei mitici anni ’80…