In questo articolo che stai per leggere sarai trasportato verso un sentiero immaginativo che occorre a dare una scossa al proprio sentire interiore, che aiuta a trovare una propria visione della vita.
La Cura di Sé è l’unica modalità per entrare nel proprio mondo interiore, esplorarlo, riuscire a generare l’adesione al proprio Sé non fenomenico.
Cosa significa?
Il significato oltre ad essere metaforico, risulta alquanto reale. I conflitti, i pensieri negativi e le emozioni negative sono il segnale che riceviamo dalla vita stessa per mettere in atto il processo di trasformazione, cioè la propria metamorfosi esistenziale. Questo è la cura di sé.
Tutti vogliono una vita in cui non si soffre, o almeno si soffre poco, e questo va considerato, in quanto significa non vivere nella realtà del mondo. Questo aspetto di evitare la sofferenza è il risultato di un processo che ha visto rifiutare il classico “fai quello che devi” appartenente alla cultura degli anni 70/80. Questa scelta ha portato la creazione di una cultura dell’edonismo immediato, cioè ottenere adesso e subito la soddisfazione del piacere.
La conseguenza di una formula del genere è il rifiuto del sacrificare (rendere sacro se stesso). Il presupposto della soddisfazione immediato del piacere conduce verso il diniego fasullo della sofferenza, in particolare si tende a coprirla con medicinali, distraendosi con gli amici al bar o gite, cene, discoteca, alcool, droghe o shopping coatto. Nel rifiutare la conoscenza si rifiuta il lato oscuro di sé, senza il quale la luce non può splendere.
Infatti una candela accesa la vedi solo se hai la stanza al buio, altrimenti non ti accorgi neanche di vedere la luce che emana la candela.
Il rifiuto della propria sofferenza allontana da sé, e si finisce per allontanarsi dal divino che è in ognuno di noi. Ci si allontana dalla realizzazione della propria anima in questa vita su questa terra.
Non a caso gli insegnamenti di Buddha vengono trasmessi attraverso la comprensione delle quattro nobili verità:
- la vita è sofferenza
- l’origine della sofferenza è l’attaccamento
- la cessazione della sofferenza è possibile
- il percorso per la cessazione della sofferenza
La comprensione di questi quattro passi è fondamentale per uscire dalla sofferenza ricevuta proprio perché nati in questo mondo. Comprendere il significato di questa via è la cura di sé.
Quando accetti che la sofferenza è parte della vita, allora puoi fare i primi passi per comprendere come fare ad uscirne. Nel momento in cui accetti che sei una macchina, in quanto ti muovi e pensi identificato con la personalità, cioè la parte fenomenica, che dipende dai fenomeni esterni ed interni, giunge il momento di prendere la decisione e lavorare per smettere di identificarsi con la maledetta macchina fenomenica.
Fino a quando si rifiuta la presa di consapevolezza di essere una macchina, si resterà nell’ingranaggio, e già il fatto di non ammetterlo significa che si è schiavi.
Rimanere in preda alla sottomissione del meccanismo che si manifesta nella macchina biologica, è la via che porta all’autodistruzione. Ogni macchina ha un suo tempo di vita.
Chi invece decide di trasformare se stesso con la cura di sé, riesce ad uscire dalla gabbia spazio temporale e iniziare a vivere nell’eterno presente del “qui ed ora”.
“L’uomo meccanico è schiavo di incessanti movimenti involontari che mostrano come egli non abbia alcuna autorità sulla sua macchina biologica” E. J. Gold Il lavoro pratico su se stessi
Quando ha inizio il processo de la cura di sé, si continua a lavorare ogni giorno con l’intento di portare beneficio a se stessi e nel mondo. Nel migliorare se stessi, ci si rende partecipe al miglioramento del mondo e quindi all’evoluzione dei pianeti e dell’Universo.
Tutto è Uno non è un frase di convenzione o per dimostrarsi spirituali. Questa è una frase che ha un reale senso, e chi ha accesso alla conoscenza, entra nel vivo di questa. Socrate diceva “Conosci te stesso e conoscerai il mondo“.
Credo che tu ti starai chiedendo cosa posso fare per in iniziare la cura di sé?
Ti consiglio 4 passi da seguire:
- Ogni giorno prenditi del tempo per restare soli
- Inizia un lavoro di osservazione di te stessa
- Mangia cibo sano
- Fai movimento almeno due volte la settimana
- Nel primo caso è importante riuscire a rimanere da soli per dedicarsi a quello che piace fare (fare una passeggiata, ascoltare musica, leggere un libro ecc.)
- Iniziare un lavoro di osservazione su di sé significa come prima cosa, creare il testimone (questo viene spiegato nelle giornate di training che organizzo). Nel caso non puoi partecipare, puoi richiedere delle sessioni di Counseling Skype
- Il cibo è fondamentale, in quanto è il tramite di una forma di energia, oltre all’aria che si respira.
- Il movimento aiuta a generare energia, in quanto nell’organismo vi sono alcuni centri che si caricano energeticamente attraverso il movimento. In alcuni casi fa bene sforzare l’organismo.
Siamo arrivati ad un punto del camino umano, dove non si può fare affidamento sulla cultura consumistica. Oggi bisogna imparare a camminare sulle proprie gambe, e non ci si può lasciare guidare da medici che non sanno neanche quale sia il loro compito nella vita. Ma questo non è il contesto giusto per approfondire tale argomento.
Voglio solo mettere in evidenza un dato di una ricerca fatta nel 2008 in Italia, sull’uso di antidepressivi. La cifra dei consumatori italiani è aumentata dal 2000 con 8,18 dosi giornaliere su 1000 abitanti, a 35,72 nel 2010, vale a dire un incremento più del 40% nell’arco di 10 anni. Sbalorditivo.
A mio avviso questo è proprio la manifestazione di un cambiamento, dove chi non è equipaggiato bene, dal punto di vista interiore, la paga sulla propria pelle. Oggi chi riesce ad avere la cura di sé, ottiene dentro di sé un centro di gravità permanente che lo aiuta ad avere una visone chiara della propria vita, ad affrontare i momenti di crisi e le difficoltà quotidiane.