“Bene mio e core mio” fu scritta da Eduardo De Filippo nel 1955 e portata a debutto al teatro Eliseo di Roma. Il titolo è un modo di dire napoletano usato spesso in ambito famigliare e pone l’accento sui sentimenti d’affetto che ci sono all’interno della famiglia, ma dietro ai quali spesso si covano sentimenti negativi d’egoismo e gelosia.
La storia ruota attorno all’antica quanto universale sete di possesso e avidità del denaro così comune nel genere umano. Chiarina, sorella di Lorenzo Savastano, un restauratore di oggetti d’arte, minaccia il suicidio se il fratello dovesse contrarre matrimonio. La paura di non poter più essere la padrona di casa le impedisce di accettare la decisione del congiunto. Lorenzo allora resosi conto dei sentimenti di egoismo della sorella accetta una offerta di lavoro in America e parte. Durante la sua assenza il fruttivendolo Filuccio seduce Chiarina e la mette incinta. L’intenzione segreta è quella di potersi accaparrare un magazzino di Lorenzo.
Questi ritorna dall’America quando Filuccio, deciso a sposare Chiarina, gli chiede il magazzino e la casa che si trova al piano di sopra con la scusa di sistemarci la vecchia madre Virginia. Lorenzo scopre che questa in realtà altri non è se non la bella e ricca matrigna alla quale Filuccio ha impedito di risposarsi per accaparrarsene i beni. Anzi, approfittando della religiosità della donna e volendola imbrogliare, l’aveva convinta di essere in contatto con il defunto marito. A questo punto la vendetta di Lorenzo arriva puntuale ed inesorabile…
dal 12 aprile al 2 giugno 2013
3 atti di Eduardo De Filippo
Regia di Fabio Gravina
(Rappresentata in questo teatro, anno 2006)