Dopo la rappresentazione al Teatro Delle Muse dello scorso maggio, nell’ambito della Settimana del Teatro di Base, torna sulle scene la Compagnia Teatrale “I Capocotti” con una commedia scritta e diretta da Aldo Coloprisco che andrà in scena sabato 23 giugno al Teatro Anfitrione di Roma (Via di San Saba, 24) alle ore 21.
Don Ciccillo, figlio di donna Sasa Bellini, ama Sara, figlia del capobastone della ‘ndrangheta Don Mimì Tagliateste. La madre del giovane si oppone strenuamente alle nozze e Don Ciccillo organizza, con l’aiuto dell’amico postino Mastro Ciccio, un piano per poter sposare la sua bella innamorata. Ma non tutto va come previsto. Tra equivoci e colpi di scena, riuscirà l’amore tra i due giovani a trionfare sull’odio e la violenza di cui è portatrice la ‘ndrangheta?
L’intento dell’opera è quello di mettere in luce, con un tono a volte bonario e a volte duro, lo spaccato di un paese calabrese taglieggiato dalla ‘ndrangheta ma capace di ritrovare al suo interno, grazie alla spinta dei più giovani, un’energia morale e sociale che è a sua volta specchio di un’incontenibile esigenza di riscatto da ogni tradizione negativa.
‘NDRANGHETA
Commedia in tre atti scritta e diretta da Aldo Coloprisco
Teatro Anfitrione (Via di San Saba, 24 – Roma)
Sabato 23 giugno ore 21
Biglietti: € 10
Per informazioni e prenotazioni (consigliate): Federico Larosa +39 331 5848360
Ufficio Stampa a cura di Larosa Purpurea – Ufficio Stampa & Comunicazione
Federico Larosa – Mobile: +39 331 5848360 – larosapurpurea@hotmail.com
DALLA PREFAZIONE A “LA ‘NDRANGHETA S’A CACA” (LARUFFA EDITORE)
La ‘ndrangheta – questo è il pensiero di Aldo Coloprisco – non va solo odiata o disprezzata teoricamente: non le va riconosciuta neppure la minima dignità, tantomeno una certa grandezza nel compiere il male: va seppellita da quella cosa putrida e maleodorante che è. E dove meglio che nel sarcasmo più greve? Compresi quindi l’impegno civile che l’autore metteva in questo lavoro: un contributo, sentito e sofferto, alla lotta contro la terribile organizzazione criminale e contro la deprecabile mentalità che essa genera, inducendo a credere in valori distorti. La genete deve capire e deve seppellire la ‘ndrangheta nella tomba che merita: nello sporco e coperta di sarcasmo. Non si deve credere, però, che questo impegno civile di Aldo Coloprisco si sia tradotto in un dramma paludato e solenne, o peggio ancora in un senechiano grondare di sangue. ‘Ndrangheta è una commedia brillante e del realismo italiano. Ma soprattutto niente è di maniera nella commedia, data la profonda conoscenza che l’autore ha dell’ambiente che descrive: è il suo ambiente nativo. Così tutto il contesto è reso vividamente.
Aldo colorisco è anche un buon creatore di caratteri e tipi umani. Il suo personaggio principale, donna Sasa, è molto ben tornito: ha intelligenza, determinazione e coraggio. È notevole che un autore abbia affidato ad una donna il messaggio di riscatto da una situazione di degrado e di oppressione: una donna che in quella società patriarcale, per non dire maschilista, è la sottomessa per definizione. Una donna che sfida e vince un capobastone della ‘ndrangheta!
Il suo antagonista, don Mimì Tagliateste, è quello che ci si aspetta che sia: un uomo arrogante e spietato. Nel finale è forse visto con un umorismo un po’ utopico.
Gli altri affiliati della ‘ndrangheta rappresentano, invece, l’ottusa opacità del male. L’umorismo fine a se stesso, il divertimento per il divertimento, è demandato ad un terzetto di figure minori: donna Cata, ma soprattutto la delirante Peppa e la pettegola Maria Custurera.
Il riscatto dal male e insieme la speranza per il futuro sono invece affidati alla giovanissima coppia di innamorati, Ciccillo e Sara. È proprio Sara, ancora una volta una donna, a pronunciare le parole più commoventi e più cariche di tutta la commedia.
Maria Santini