Cortina d’Ampezzo, 23 luglio 2011 – Al via “Cortina InConTra” Estate 2011, la kermesse ideata da Iole ed Enrico Cisnetto, giunta al traguardo dei dieci anni. A inaugurare la manifestazione, il Corpo musicale di Cortina d’Ampezzo, al suo 150esimo compleanno. Dal palco Enrico e Iole Cisnetto, insieme al sindaco di Cortina d’Ampezzo Andrea Franceschi, e a Danilo Lo Mauro, curatore di “Cortina InConTra”, hanno ripercorso i momenti più belli dei dieci anni di “Cortina InConTra”, mostrando foto di repertorio degli ospiti protagonisti di tanti appuntamenti.
Poi il microfono è passato al ministro per la Pubblica Amministrazione e Innovazione Renato Brunetta per l’incontro “I nostri prossimi 150 anni”, iniziativa che rientra nel calendario ufficiale per le celebrazioni dei 150 anni dell’Unità d’Italia.
“Sto bene dove sto, ma io sono un soldato” ha detto il ministro, rispondendo in apertura a una domanda di Enrico Cisnetto relativa all’ipotesi di una sua eventuale nomina a ministro della giustizia. E ancora “le sedi del governo nelle città italiane ci sono già e si chiamano prefetture”, ha detto Brunetta in merito alla richiesta della Lega di spostare alcuni ministeri al Nord. “Un decentramento funzionale male non fa – ha continuato – ma è sbagliato pensare che questo sia federalismo”.
Dal palco di “Cortina InConTra” il ministro Renato Brunetta ha anche annunciato una stretta sulle auto blu: saranno dimezzati gli aventi diritto e si dimezzerà il parco mezzi. Continueranno ad averla i ministri, ma andranno a piedi anche i direttori generali dei ministeri. “Il nostro censimento delle auto blu in servizio – ha detto Brunetta – Che è stato il primo mai fatto, tra molte resistenze, ne ha contate 86 mila, tra tutte le amministrazioni, comprese 40 mila grigie, di servizio operativo. Ce ne sono 8-9000 super-ammiraglie, e altre circa 30 mila sono blu di tipo ordinario”. “Anche l’assenteismo tra gli statali è stato ridotto stabilmente del 30 per cento, e noi pubblichiamo mensilmente i dati”.
Parlando invece della mancata abolizione delle province, Brunetta ha detto: “La Lega, ed è comprensibile, non vuole abolirle. Ha vinto le elezioni in molte province, sarebbe stato strano se volesse abolirle”.
“Se si potesse dire ‘da domani via le Province’ ci sarebbe la rivoluzione, perché le popolazioni vedono nelle Province un loro baluardo per i servizi”, così si è espresso il ministro in merito alla possibilità di abolire da subito gli enti provinciali. A detta del ministro non ci devono fare illusioni sui possibili risparmi: “non si risparmierebbe molto – ha spiegato dal palco di Cortina InContra – perché i dipendenti, che rappresentano il 90% dei costi degli enti, continuerebbero a restare dipendenti dello Stato”. In materia di risparmio di risorse pubbliche, Brunetta ha anche detto di essere riuscito a diminuire di 200 mila unità il numero dei dipendenti pubblici italiani, riducendo il turn over all’80%. Ma, replicando alle accuse di chi gli ha attribuito di aver definito i precari “la parte peggiore del Paese”, Brunetta è stato tranchant: “Ma come si può credere una cosa del genere?
“Se rimarrò al mio posto, e spero di rimanere al mio posto, parificherò stipendi di politici, prefetti, capi della polizia e grandi ‘papaveri’ a quelli dei loro pari grado europei”, ha promesso Brunetta, aggiungendo che è giusto compiere un’analisi sui costi della politica “ma stiamo attenti – ha ammonito – a buttare via il bambino con l’acqua sporca. E stiamo attenti anche al pulpito da cui viene la predica”. “A spingere su questa analisi – ha precisato Brunetta – sono soprattutto i grandi giornali italiani, i quali sono tutti di proprietà di grandi banche o grandi imprese private, le quali dai giornali non traggono alcun vantaggio economico”.
Ne ha per tutti il ministro Brunetta, anche per il presidente della Camera Gianfranco Fini, che lo ha recentemente definito “insensibile”, riprendendo le polemiche contro la definizione di “parte peggiore del Paese” che Brunetta avrebbe dato dei precari; “non mi piace – ha detto il ministro – che il presidente Fini abbia abbandonato il ruolo di figura super partes che spetta ai presidenti di Camera e Senato”. “Se lui ha voluto rompere con Berlusconi – ha aggiunto – fa parte della politica e della vita. Ma in quello stesso momento, se voleva diventare leader di un partito di opposizione, doveva dimettersi da presidente della Camera”. Quanto al caso della polemica sui precari, Brunetta ha precisato la sua verità: “Di mestiere sono economista del lavoro, tutta mia vita l’ho dedicato al bene dei lavoratori, non è per aver definito pochi professionisti dell’agguato, dell’interruzione come la parte peggiore del Paese che l’abbia riferito a tutti i precari. Ma come potrei? Sono manipolazioni che fanno parte del clima. E probabilmente Fini ha letto con ritardo di un mese qualche rassegna stampa molto datata”. Sempre a proposito dei precari, Brunetta ha tenuto a sottolineare che “insieme con la Gelmini abbiamo assunto 67 mila precari della scuola. Invece, sapete qual era il ragionamento che prevaleva nei 200 mila blog che si sono occupati del caso? “Brunetta, brutto sporco nano che non sei altro!”.
Brunetta, in chiusura, sollecitato dall’ideatore di “Cortina InConTra” Enrico Cisnetto ha affermato : “fra due anni andremo alle elezioni con la coscienza pulita per aver salvato l’Italia dal mare burrascoso della crisi”. “La manovra che abbiamo fatto, che è certamente criticabilissima – ha aggiunto – è servita a questo e spero che qualcuno ce lo riconosca. E non è facile fare una manovra che ti porta a perdere le elezioni”. Quando ci saranno le prossime elezioni politiche? ha chiesto Cisnetto. Brunetta si è detto certo che questo “avverrà fra due anni”. “Per un motivo semplicissimo – ha concluso – e cioé perché noi stiamo poco bene, ma gli altri stanno peggio”. A Cisnetto che gli sottolineava le quotidiane polemiche all’interno della coalizione di governo, Brunetta ha risposto: “Ogni giorno ha la sua pena, cosa vuoi? Ma devo dire che le pene sono anche equamente distribuite? Non vi ricordate che col governo Prodi tre ministri votavano in consiglio con l’esecutivo e poi andavano in piazza a protestare contro il governo?”.
Infine, sulla psicosi da assedio contestatore che ha preceduto il suo recente matrimonio a Ravello, costringendolo ad anticipare il “sì” alla mezzanotte del giorno precedente a quello annunciato, Brunetta ha detto: “Non ce l’ho con i 33 contestatori, 8 di un sindacato di polizia, 6-7 di cittadini contrari a una discarica, altri 7-8 cassintegrati di un’azienda del salernitano e 3 precari della scuola – perchè erano tutte qui le masse accorse a Ravello, nonostante un’enorme campagna mediatica – ce l’ho con tutta la stampa italiana che ha enfatizzato l’idea di un blogger che aveva scritto: “Andiamo a disturbare il matrimonio di Renato Brunetta”.