Disneyland: tra fiaba e realtà

di THOMAS MARGONI

Fu nel 1955 che ad Anaheim, periferia di Los Angeles, venne aperto il parco tematico dedicato ai personaggi che già da diversi anni facevano furore sui fumetti.- Queste stars presero vita in quello che all’epoca risultò il primo parco al mondo a cercare di unire il mondo reale con quello inventato dalle penne dei vignettisti.
Gli anni videro poi l’apertura di analoghi parchi in Florida, a Tokyo, a Parigi, e da ultimo in Cina.

Il successo fu ed è enorme: viene da chiedersene il motivo. Certo, i bambini apprezzano in modo particolare i vari Pippo, Topolino, Clarabella, Pinocchio, ma anche gli adulti non rimangono insensibili. Quali corde del loro animo sa toccare quel mondo incantato?

Quelle della spensieratezza, è la risposta che mi esce spontanea; i personaggi di Walt Disney hanno una particolarità che li distingue da qualsiasi altra invenzione cartoonistica, e cioè quella di risultare congrui ai momenti di relax e di intimo piacere della nostra mente. Riescono a penetrare diretti al nocciolo della nostra voglia di divertirci, non hanno bisogno di ‘spalle’ per arrivarci. Sono un divertimento puro, un qualcosa che è innato in noi, dalla nascita, come se Dio ci avesse creati con un tassello del mosaico modellato lì, in California, la patria dei nostri.

E quel ricordo, quella sorta di metempsicosi del nostro animo, si risveglia giocoforza quando si entra in quel mondo: lo stesso Disney lo sottolineò più di cinquanta anni fa, egli che di certo aveva un feeling particolarissimo con l’animo dell’uomo. Che si badi, non ritorna bambino, ma esprime un qualcosa che gli è necessariamente connaturato, senza quindi avere mai la sensazione di avere perso ‘serietà’ o tono.

Un risultato così lo puoi ottenere solamente andando a cercare nell’insondabile profondità di ognuno di noi, che nasconde un ricordo eterno di un piacere che il mondo reale e i suoi piaceri, pure grandi, non possono dare. Non possono perché in Disneyland si opera una scissione decisa tra un vissuto dipendente da qualcosa, ed un vissuto indipendente da tutto; non si hanno, né si possono, avere, distorsioni complicazioni delusioni. Anche il male non è male, è forza che si può sconfiggere e però fa parte necessaria della storia.

Si può affermare, secondo me, che Disneyland, se non ci fosse stata la si sarebbe dovuta inventare, perché è lì e solo l’, che tutti noi, ribadisco tutti, possiamo vivere realmente quello che la vita reale non ci concede di vivere, la rilassatezza che è gioia di momenti di euforia e di divertimento allo stato puro. Non si creda poi che ogni finzione permetta ciò: non è affatto così, perché questa è una ‘finzione reale’. Sì, è fiaba, ma in un mondo analogo a quello vero, con personaggi, fatti e questioni verisimili.

E così si può sentirsi davvero, non immedesimarsi ripeto, Minni, Orazio, Gambadilegno. Incontrandoli, come quando si visita un Jurassic Park, si incontrando degli amici, non dei cartoni animati fatti uomo; l’amico che ti aspetta per ridere e scherzare con te è lo stesso che leggi sul fumetto, ha le stesse identiche sfumature, ti capisce, non ti delude. Non sono queste follie da visionari, sono analisi delle profondità del sentimento, ovverossia dell’uomo, cui unico è stato permesso di fondare sulla Fantasia un mondo altro eppure vero in cui vivere qualche ora. Il bambino e l’uomo sono qui vicinissimi, non vi sono barriere culturali o di sviluppo a dividerli. E il bello in fondo è proprio questo, una comunanza di comunicabilità e di gioia difficilmente ravvisabile altrimenti.

Non è pedagogia, questa, o almeno non solo. La psiche umana ha bisogno di Disneyland, e Disneyland, c’è da augurarselo, ha bisogno dell’uomo, anche se debole, cattivo, ipocrita, egoista. Ne ha bisogno perché le due essenze si reincontrino e si tocchino l’, in quello spazio magico che tutto può, e nulla chiede in cambio.

No Comments Yet

Leave a Reply

Your email address will not be published.

You may use these HTML tags and attributes: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>

©2013 LiberalCafe'. All rights reserved.

Testata giornalistica registrata al Tribunale di Roma - n.228/6 luglio 2011

Creative Commons License

Immagini, contenuti e marchi citati in queste pagine sono copyright dei rispettivi proprietari.
Se qualcuno, vantando diritti su immagini e/o testi qui pubblicati, avesse qualcosa in contrario alla pubblicazione, può scriverci per richiederne la pronta rimozione.