di RAFFAELLO MORELLI
Venerdì 9 aprile a Roma, nella imponente sala del Tempio di Adriano gestito dalla Camera di Commercio, un seminario di studio sul tema “Ralf Dahrendorf, un liberale attento alla realtà” è stato la prima celebrazione italiana del grande sociologo liberale scomparso il giugno scorso.
Organizzato da quattro fondazioni di grido dell’area liberale: la Luigi Einaudi, la Hume, la Centro Einaudi e Libro Aperto, con la partecipazione della Rappresentanza italiana della Commissione Europea, dopo le introduzioni di Roberto Einaudi e di Elisabetta Olivi, ha avuto tre relazioni ( di Piero Ostellino editorialista del Corriere della Sera, della prof. Csilla Hatvany della Friederich Naumann Stitfung e del sen. prof. Carlo Scognamiglio Pasini ) e sette testimoninanze coordinate da Franco Chiarenza (Valerio Zanone, Beatrice Rangoni Machiavelli, Luca Anselmi, Luca Diotallevi, Vincenzo Ferrari, Piergluigi Barrotta, Raffaello Morelli). Alle Fondazioni organizzatrici sono state consegnate le pergamene del Premio Liberale dell’Anno 2009, sezione stranieri, assegnato a Ralf Dahrendorf dal periodico online LiberalCafè.
Gli intervenuti hanno sottolineato – anche richiamando episodi concreti della sua esperienza umana – che Dahrendorf ha fondato il suo impegno di studioso e di politico sul cercare di rispondere alle domande sempre nuove che pone la vita e sulla necessità di disporre dello strumento libertà degli individui per darle in epoche differenti e in luoghi differenti. Per Dahrendorf, la libertà del cittadino è al centro della politica di convivenza. Non come principio teorico o armonico. Come concreto mezzo operativo, che si attua nel conflitto democratico tra gli individui, per provare a costruire migliori condizioni di convivenza.
Dahrendorf ha sempre ammonito che per reinventare un mercato funzionante non si può ricorrere ad un modello statico illudendo di poter evitare il pericolo di sbagliare. La democrazia è cambiamento nella libertà e quindi è contraddittorio affidarsi ai rivoluzionari, ai reazionari e al radicalismo nei metodi o nelle proposte. Dahrendorf ha chiarito che il liberalismo non è profetico in quanto rifugge il finalismo fuori del tempo e che la libertà è attiva perché non si declama ma si pratica. Ciascun cittadino deve poter usufruire della libertà anche perché è la sola risposta all’umana ansia di novità capace di rendere meno stretti i vincoli del mondo reale.
E’ stato infine rilevato come in Italia vi sia l’urgente bisogno che la libertà indicata da Dahrendorf trovi una coerente rappresentanza politica nel Parlamento.