Due anni fa usciva per i tipi della Liberilibri il fortunato saggio di Mario Lentano La memoria e il potere, che ripercorreva con rigorosa puntualità la storia della censura e del rogo dei libri nella Roma antica.
Oggi Lentano, ricercatore di Lingua e letteratura latina all’Università di Siena, torna in libreria con un’altra intrigante ricerca di carattere storico-letterario intitolata Il paradiso e l’inferno degli imperialisti. Una polemica sull’aldilà nella Roma antica.
Attraverso una ricca carrellata di citazioni di grandi autori dell’antichità, Lentano mette in luce il dualismo fra il poeta Lucrezio e l’oratore e uomo politico Cicerone, un dualismo che emerge chiaro anche dalle pagine di questi due sommi scrittori che, alla metà del I secolo a. C., intrecciarono una polemica di altissimo spessore intellettuale. Oggetto della controversia, due visioni inconciliabili dell’aldilà: per il primo si tratta di mito da demolire, che nasce dalla proiezione di angosce e sogni legati alla condizione umana, per il secondo dell’eternità beata che attende chi si impegna al servizio dello Stato. È la contrapposizione fra stoicismo ed epicureismo, il primo divenuto quasi una “filosofia di Stato” a Roma, in età repubblicana ma anche inseguito in età imperiale, il secondo con una diffusione breve seppur notevole nel corso del I secolo a. C.
Ma le pagine in cui difesero le loro tesi, oltre a rappresentare uno dei vertici della letteratura latina di tutti i tempi, influenzarono generazioni di poeti e pensatori successivi, che avvertirono la necessità di prendere posizione rispetto ad esse. In particolare, la negazione lucreziana dell’aldilà ha fatto scandalo per secoli, senza peraltro riuscire ad impedire la fortuna del suo poema, e pur divenendo bersaglio di pesanti censure che cessarono definitivamente soltanto alla fine del Settecento con l’avvento dei Lumi.
Cicerone e Lucrezio furono quasi coetanei ma non resta praticamente traccia di loro contatti o frequentazioni, nelle fonti come nelle loro stesse opere (a parte un breve accenno in un’epistola di Cicerone al fratello Quinto sui versi del poeta). I due grandi intellettuali che “sembrano ignorarsi reciprocamente”, hanno però avuto forse un contatto letterario, decisamente polemico, in cui si coglie l’intenzione di voler dialogare l’uno con l’altro. A identificare e decifrare questo contatto, che dà forma e sostanza a un contraddittorio di straordinario livello intellettuale, è dedicato il seguito del libro, dopo un primo capitolo incentrato sulla presentazione della vita e il pensiero dei due autori.
Mario Lentano (Napoli, 1964), dopo aver insegnato a lungo nei licei classici, è attualmente ricercatore di Lingua e letteratura latina presso l’Università di Siena e membro del Centro antropologia del mondo antico del medesimo ateneo. Ha al suo attivo numerose pubblicazioni, tra cui da ultimo Signa cultura. Saggi di antropologia e letteratura latina (2009) e Il mito di Enea. Immagini e racconti dalla Grecia a oggi (2013) con Murizio Bettini. Per i nostri tipi è apparso nel 2012 La memoria e il potere. Censura intellettuale e roghi di libri nella Roma antica.
Mario Lentano, Il paradiso e l’inferno degli imperialisti. Una polemica sull’aldilà nella Roma antica, collana Oche del Campidoglio, pagg. 126, euro 15.00, ISBN 978-88-98094-21-9