Il Maestro della XIV° edizione di BERE IL TERRITORIO

La cerimonia di premiazione del Concorso è in programma ad Alba sabato 28 marzo. Allo scrittore, saggista e sceneggiatore Raffaele La Càpria è stato assegnato il riconoscimento “Il Maestro di Bere il Territorio”, nell’ambito della quattordicesima edizione del Concorso letterario nazionale promosso da Go Wine.
Il premio sarà ritirato nel corso della cerimonia di premiazione del Concorso che si svolgerà sabato 28 marzo presso la nuova Sala Beppe Fenoglio di Alba dalle ore 10.30.
Giunge così al termine l’iniziativa che Go Wine ogni anno propone allo scopo di diffondere una cultura positiva del consumo del vino di qualità.  Il riconoscimento al “Maestro” è stato istituito a partire dalla terza edizione e si propone di premiare importanti figure della cultura italiana, che possano essere di riferimento per i più giovani o testimoni di un particolare rapporto con l’identità dei luoghi e della civiltà materiale che li caratterizza.

Con Raffaele La Capria saranno presenti in Sala i giovani vincitori delle varie sezioni del Concorso che saranno annunciati direttamente durante la cerimonia. Il riconoscimento de “Il Maestro” è stato nelle precedenti edizioni attribuito a Luigi Meneghello, Niccolò Ammaniti, Claudio Magris, Lorenzo Mondo e Gianmaria Testa,  Sebastiano Vassalli, Dacia Maraini, Alberto Arbasino, Enzo Bettiza, Franco Loi, Francesco Guccini, Pupi Avati.

Nel corso della cerimonia saranno inoltre attribuiti due premi speciali:

un riconoscimento che ha come tema iniziative culturali legate al mondo del vino sarà attribuito al Comitato Decennale Luigi Veronelli. Il Comitato è sorto nel 2014 per valorizzare la figura e l’opera di Luigi Veronelli, a dieci anni dalla morte. Il riconoscimento ha come particolare riferimento la Mostra “Camminare la Terra”, allestita alla Triennale di Milano nello scorso gennaio.

 

un riconoscimento speciale verrà assegnato al Prof. Oscar Pressenda di Alba, con specifico riferimento alla pubblicazione da lui curata “Diario albese 1944-1945”. Si tratta di un’opera che riemerge dagli archivi e dalla memoria del suo autore 70 anni dopo la sua stesura. All’epoca dei fatti narrati, Pressenda era un ragazzo di Alba tra i 14 e 15 anni, che frequentava le classi quarta e quinta ginnasio, in quello stesso Liceo “Govone” dove, qualche anno prima di lui, era stato allievo lo scrittore e partigiano Beppe Fenoglio; e dove, dopo la laurea in lettere classiche, Pressenda tornerà per molti anni come docente di latino e greco.


Raffaele La Capria – Note biografiche

Raffaele La Càpria è autore tra i più significativi del secondo Novecento italiano.
Nato a Napoli nel 1922, dopo essersi laureato in giurisprudenza a Napoli nel 1950 ed aver soggiornato in Francia, Inghilterra e Stati Uniti, ha vissuto a Roma. Collabora alle pagine culturali del Corriere della Sera, è condirettore della rivista letteraria Nuovi Argomenti ed autore di radiodrammi per la Rai. Nel 1957 ha frequentato a Harvard l’International Seminar of Literature. E’ sposato con Ilaria Occhini.
Ha al suo attivo una vasta produzione di narratore e di saggista. Nel suo romanzo più noto, Ferito a morte (1961, premio Strega), un’ardita sperimentazione viene adibita alla rappresentazione dell’ingorgo psicologico e culturale di un personaggio e della sua generazione. Ferito a morte è poi confluito col precedente Un giorno d’impazienza (1952) e con il successivo Amore e psiche (1973) in Tre romanzi di una giornata (1982).
Napoli, la città lasciata in gioventù per Roma, è quasi sempre, con le sue vicende e la sua cultura, al centro dell’opera (La neve del Vesuvio, 1988; Capri e non più Capri, 1991; L’occhio di Napoli, 1994; Napolitan graffiti: come eravamo, 1998).
Tra i vari riconoscimenti, il Premio Strega nel 1961, il premio Campiello alla carriera (2001), il Premio Chiara (2002, sempre alla carriera) e, per L’estro quotidiano, il premio Viareggio per la narrativa (2005). Della sua produzione successiva vanno segnalati il romanzo epistolare e autobiografico L’inchiesta amorosa (2006); le raccolte Quattro storie d’amore (2007) e Guappo e altri animali (2007); America 1957, a sentimental journey (2009), lucido saggio sulla società statunitense del dopoguerra; A cuore aperto (2009), sorta di diario di convalescenza in cui ricuce lungo il filo della memoria ricordi personali, meditazioni filosofiche ed esperienze letterarie. E ancora: Un’autobiografia letteraria (2013), in cui ricostruisce attraverso i suoi scritti il suo percorso umano e artistico; la raccolta di prose brevi Umori e malumori (2013), il diario intimo di un intellettuale che reagisce alle provocazioni che lo stato delle cose nel nostro paese quotidianamente gli offre; entrambi nel 2014, La bellezza di Roma, ritratto appassionato e ironico della capitale filtrato attraverso uno sguardo autobiografico, e la raccolta di articoli e conferenze Introduzione a me stesso.
Nella lunga carriera anche uno spazio di riguardo per l’attività di sceneggiatore con collaborazioni con grandi registi italiani come Francesco Rosi (nei film Le mani sulla città, Uomini contro, Cristo si è fermato a Eboli), Lina Wertmuller e  con Alberto Negrin ne Una questione privata (1993), tratto dal romanzo di Beppe Fenoglio.

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