Un quarto di secolo dopo la caduta del Muro, i rapporti internazionali sono ancora in una fase di transizione, di assestamento, in presenza di una miriade di nuovi attori, statuali e non, legittimi e non, persino criminali. Una situazione confusa, inedita nella storia dell’umanità, ma non illeggibile; analizzata ed affrontata nell’urgenza, con delle scorciatoie mentali, politiche ed operative. Siamo invece sostanzialmente tornati alla casella di partenza. A quando, in particolare, nel 1945 con l’ONU fu riproposto q uell’‘internazionalismo liberale’ che da due secoli percorre l’Europa come un fiume carsico.Quel cammino è stato interrotto, non cancellato, dalla Guerra fredda. Si tratta ora di ritrovarne le ragioni e il metodo. Riproponendo anche quel ‘modello europeo’ che, per quanto offuscato, rimane esemplare.
Guido Lenzi, Ambasciatore, già Direttore dell’Istituto Europeo di Studi di Sicurezza a Parigi, e Rappresentante Permanente presso l’Organizzazione per la Sicurezza e Cooperazione in Europa (OSCE) a Vienna. Docente alle Università di Aosta e Bologna. Per Rubbettino ha curato i volumi di memorie dei diplomatici Enrico Guastone Belcredi (La Carriera, 2006) e Roberto Ducci (Le Speranze d’Europa, 2007).