CIBUS GLOBAL FORUM propone l’agenda sull’alimentare italiano al nuovo governo

Senza il supporto di una forte azione di sostegno da parte di Governo e Parlamento, sia italiano che europeo, l’export alimentare italiano non potrà crescere a livelli adeguati. Questo l’appello che le industrie alimentari hanno lanciato dal Cibus Global Forum di Parma che ha chiuso oggi la seconda giornata di lavori. Appello al quale hanno risposto Paolo De Castro, Presidente della Commissione Agricoltura del Parlamento Europeo e Riccardo Monti, Presidente dell’ICE, intervenuti oggi al Cibus Forum.

Il Governo italiano deve avere ben chiaro che proprio a causa dei problemi strutturali dell’industria italiana e in mancanza di una grande distribuzione italiana presente all’estero il ruolo dell’ICE va potenziato – ha detto De Castro – L’industria alimentare italiana sconta un problema di nanismo, con molte aziende con meno di 9 addetti e deve affrontare troppe barriere sanitarie che ne frenano l’export. L’Unione Europea deve avere un atteggiamento più aggressivo e meno difensivo, per esempio nei riguardi delle barriere sanitarie Usa”.

Sul ruolo di sostegno alla internazionalizzazione delle imprese alimentari italiane Riccardo Monti, Presidente dell’ICE ha puntualizzato: “Ci aspettiamo maggiore attenzione dal nuovo Governo e dal nuovo Parlamento, ma è chiaro che l’ICE non potrà più disporre dei fondi che aveva negli anni scorsi. Tuttavia, il fondo per la promozione del food made in Italy di 50 milioni grazie ad una collaborazione con privati, Regioni, Camere di Commercio ed altro godrà di un effetto moltiplicatore che lo porterà fino a 200 milioni. Quindi la strada maestra è quella delle sinergie. In questo contesto l’elemento fieristico può dare un contributo importante e Cibus sarà un ottimo show case in giro per il mondo”.

Governo e Parlamento dovranno dunque confrontarsi con una ricca agenda che prevede: impegno ad abbattere le barriere sanitarie promozionali all’estero; coordinamento di tutte le iniziative dei vari enti preposti alla promozione all’estero; agevolazione burocratica e fiscale alla costituzione di reti e consorzi tra imprese per l’export; sviluppo di piattaforme logistiche e strutture commerciali comuni tra imprese sui mercati esteri principali; maggiore defiscalizzazione delle fusioni tra imprese al fine di favorirne la crescita dimensionale.

Una agenda resa ancor più urgente dalla forte caduta dei consumi alimentari come ha sottolineato Filippo Ferrua, Presidente di Federalimentare: “La contrazione ha raggiunto i 12-13 punti nel periodo 2008-2013, rispetto ai circa 9 punti accusati in parallelo dalla media dei consumi nazionali. La insufficiente proiezione export oriented del settore (in assoluto, rispetto alle sue potenzialità, e comparativamente, rispetto al manifatturiero nazionale e alla migliore concorrenza europea) rendono più che mai importanti le potenzialità sui mercati esteri e preziosi gli approfondimenti recati da da un appuntamento come il Cibus Global Forum”.

Le imprese alimentari si attendono un maggior sostegno anche da parte delle istituzioni europee come ha sottolineato Mella Frewen, Direttore Generale di Food Drink Europe, che riunisce 25 associazioni alimentari europee: “Date le difficoltà ad intervenire in sede tecnica sulla abolizione delle barriere sanitarie, come il WTO, sarebbe opportuno un impegno politico diretto da parte dell’Unione Europea”.

Un problema supplementare è rappresentato dalla mancanza di catene distributive italiane all’estero, some ha sottolineato Alessandro Montanari, Direttore Export Auchan Italia: “Coop e Conad non hanno punti di vendita all’estero, ma catene come Carrefour e Auchan da anni distribuiscono il made in Italy. Auchan Italia è a tutti gli effetti una azienda Italiana che esporta il food made in Italy a prezzi concorrenziali, quando molti importatori vi applicano sopra un ricarico del 100/200% rendendo i prodotti italiani all’estero carissimi”.

Sull’argomento è intervenuto Vincenzo Tassinari, Presidente di Coop Italia, che ha annunciato un grosso progetto di creazione di un supermercato virtuale Coop tramite il quale sarà facile acquistare prodotti italiani dall’estero.

Esiste comunque un problema di scarsa visibilità dei marchi italiani e della origine italiana sugli scaffali della grande distribuzione europea ed asiatica, come hanno evidenziato con dovizia di particolari Luigi Rubinelli, Direttore di RetailWatch.it e Andrea Rasca di BTG Group: spesso il prodotto italiano si perde tra gli scaffali, quando non è riunito in un area italiana, e spesso le etichette dei prodotti italiane non evidenziano a sufficienza la provenienza italiana, la storia produttiva, le caratteristiche e via dicendo. Un problema che Auchan sta cercando di risolvere con l’introduzione di QR CODE leggibili da qualsiasi smartphone.

Le imprese alimentari italiane avranno modo di presentarsi al pubblico internazionale grazie ad Expo 2015, il cui Padiglione Italia è stato presentato in dettaglio a Cibus Global Forum da Marina Geri, Direttore Marketing di Padiglione Italia. Fiere di Parma ha annunciato che grazie ad un progetto sviluppato assieme a Federalimentare, circa 1000 aziende potranno esporre ad Expo 2015, all’interno di un padiglione dedicato e gestito da Fiere di Parma.

Al Forum ha partecipato anche Guido Barilla, Presidente dell’omonimo gruppo, che ha esortato gli organizzatori di Cibus a procedere nella strada intrapresa: “Se Pietro Barilla fosse qui oggi vi direbbe: andate avanti con coraggio e determinazione, fate poche cose, ma fatte bene”.

Soddisfatto dell’andamento dei lavori il Presidente di Fiere di Parma, Franco Boni che ha detto: “Abbiamo avuto in due giorni la presenza di 500 aziende alimentari che hanno seguito con attenzione i lavori del Cibus Global Forum. Mercoledì 22 partiamo per Bangkok per portare 100 aziende italiane alla grande fiera alimentare Thaifex. E poi l’appuntamento è per una edizione storica di Cibus nel maggio del 2014”.

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