Corrado Augias e l’italiano ambiguo

di LUCA BAGATIN

Corrado Augias e i “Segreti d’Italia”, titolo enfatico che lui stesso definisce tale.
A Pordenonelegge abbiamo incontrato anche lui che, attraverso una raccolta di storie note e meno note, ha presentato il suo ultimo libro che racchiude, a suo dire, un segreto: gli italiani vengono percepiti, in Europa, come “ambigui”, ovvero “eccellenza” e “sottosviluppo”. Eccellenza nella moda e nel cibo, sottosviluppo nella burocrazia e nella presenza della mafia.

Giudizio forse un po’ sommario, veritiero per quanto concerne la burocrazia e l’eccessiva presenza dello Stato in ogni settore (ma in Svezia le cose non sono troppo diverse, anche se magari funzionano un tantino meglio), ma la criminalità organizzata esiste un po’ ovunque (ed i black bloc non sono certo fenomeno italiano, almeno questo).

Gli italiani, a parere di Augias sono visti con “antipatia” dai nostri fratelli europei in quanto “non decifrabili”. Curioso, nevvero, visto che, se pensiamo agli statunitensi ed ai ritratti buffi che ne fa lo stesso scrittore statunitense Mark Twain, non è che nemmeno loro siano così troppo decifrabili: democratici sì, ma eccessivi al limite del trash in ogni campo.

Ovviamente generalizzando (!) ed è qui la nota dolente e che non rivela alcun segreto. La generalizzazione genera diffidenza, pregiudizio e deformazione della realtà e, in un mondo globalizzato, sarebbe bene evitarla in quanto del tutto fuori luogo e, da una mente brillante come quella di Augias, in effetti, non ce l’aspettavamo.

Lo scrittore e giornalista, per dimostrare questa “divaricazione” culturale degli italiani, dell’Italia, pone ad esempio il “Cuore” di De Amicis, ove è presentato l’italiano perbene e rispettoso delle leggi ed il celebre romanzo di D’Annunzio “Il piacere”, ritratto dell’italiano ribaldo e mascalzone, che ignora e trascura le leggi.

Anche questo esempio non ci pare poi così calzante, visto che la letteratura italiana è così vasta che di “tipi italici” ne esistono a bizeffe, tanti quanto forse sono gli italiani stessi.

Corrado Augias parla poi di un “familismo amorale” ed in questo, a onor del vero, non possiamo dargli torto. In Italia vige il culto della famiglia, della famiglia “classica”, per così dire, fondata sul matrimonio, salvo poi tradire moglie o marito, salvo poi raccomandare il figlio e questa è una vera piaga sociale troppo spesso poco studiata e sottovalutata sotto il profilo sociologico.

Lo scrittore conclude la conferenza stampa chiedendosi il motivo per il quale gli italiani (ancora una generalizzazione, sic !) non riescano a capire il senso della Tragedia e la cultura italiana sia invece zeppa di melodrammi e di commedie all’italiana.

Un’immagine dell’italiano godereccio, insomma, un po’ troppo macchiettistica che, ci auguriamo, non sia così tanto presente nella lettura del suo saggio edito da Rizzoli.
Altrimenti sarebbe una vera delusione.

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