Testo di Vittoria Biasi
La simbologia dell’Arcobaleno racchiude l’idea del ponte tra gli elementi opposti per eccellenza: il cielo e terra. La distanza tra i due mondi è colmata da ogni religione con immagini emozionanti, ruotanti attorno all’idea di ponte, di congiunzione: l’arcobaleno è la scala di sette colori da cui Buddha scende. Il Ponte è un concetto sacro presso i Romani, da cui il termine Pontifex. Roma conserva molti luoghi in cui è possibile respirare l’aura del culto pagano del mondo e delle sue essenzialità, tra cui il Parco della Caffarella, con il Ninfeo di Egeria e il bosco sacro nero o forse bianco. Vicina a questo mondo con i miti sospesi, l’artista americana Reynolds e STUDIO.RA coinvolgono il quartiere e gli artisti in Performance For Rainbow: A Puki Pollination, seconda edizione della performance Puki Procession realizzata nel 2009. Le performance realizzate da STUDIO.RA, con la collaborazione di RO.MI., si inseriscono nel programma della London Biennale ideata da David Medalla dal 1998. L’artista filippino sceglie dei punti di incontro in cui la vita dell’arte si fonde con la vita quotidiana e la completa creando una fluidità tra luogo di lavoro e luogo di passaggio, secondo il concetto vasto e profondo della performance Urbi et Orbi realizzata a Roma, durante la Notte Bianca nel 2007.
L’idea del coinvolgimento attorno a situazioni astratte e sublimi è alla base della performance di Reynolds che accoglie i partecipanti all’interno di un grande arcobaleno formato da grandi veli colorati, secondo le indicazioni della cartolina di invito di STUDIO.RA che poeticamente sintetizza gli elementi che costituiscono la performance. Reynolds trae ispirazione per questa opera pubblica dal luogo in cui viene realizzata e dalle situazioni contemporanee concrete utilizzando un linguaggio mitologico, che ha la centralità nell’amore, nell’eccitazione, nella vagina considerata la sede per eccellenza dei moti dell’animo.
L’artista americana propone una nuova metafisica e, lasciando la complessità delle teorie di Freud, si rivolge direttamente al mito, alle leggende alle storie che sono alle origini delle differenti culture, come può essere la lunga guerra di Troia per amore di Elena e da cui nasce l’opera Pax Puki. L’artista si ispira alle grandi opere di Poussin, di Reni – ricordiamo il ‘Ratto di Europa’ – per parlare dell’eternità di alcuni temi e del pericolo di sopraffazione con cui la storia individuale deve confrontarsi e da cui tentare di salvarsi. Il pensiero utopico è dell’arte. Solo l’arte, a differenza della politica, può aspirare alle congiunzioni poetiche tra gli uomini e tra il cielo e la terra. La performance di Reynolds darà la possibilità agli artisti di esprimere il proprio linguaggio di “Unione”, come quello dell’artista Uemon Ikeda, che collega con il suo filo rosso dei punti simbolo di una visione e proiezione universale.
Le performance dell’artista americana rievocano la processione, il rito religioso e divengono desiderio collettivo in un rito iniziatico dell’arte.
Il percorso sarà accompagnato dalle opere di Jill Rock. L’artista londinese interviene pittoricamente su cortecce d’albero o su tronchi che naturalmente si sono separati e sono entrati in un altro ciclo.
In ogni parte del mondo è possibile trovare una superficie naturale da dipingere, da sottolineare. Jill Rock ha raccolto i ceppi secchi nel parco della Caffarella, con un’azione di arte povera che rammenta Mario Merz e la raccolta di sarcine!!
Il marginale ritorna nell’universale, nella ricerca del sublime, nell’arco cromatico liberato nel cielo e nella terra.