Bobby Mc Ferrin al Luglio suona bene 2012

a cura di BIANCA MARIA SEZZATINI

DOMENICA 8 LUGLIO CAVEA ORE 21
AUDITORIUM PARCO DELLA MUSICA
BIGLIETTI DA 25 A 45 EURO

Acrobata vocale, imprevedibile improvvisatore, Bobby McFerrin arriva a Luglio Suona Bene nella veste di cantante a cappella accompagnato da un trio di vocalist (e non solo) d’eccezione. Indossando un abito di talentuoso esploratore musicale in grado di combinare jazz, folk, pop e classica con una moltitudine inesauribile di influenze e stili musicali è cantante, improvvisatore, direttore d’orchestra (ha studiato con Bernstein, Meier, Ozawa), maestro delle più svariate tecniche vocali e ha una voce che potrebbe a buon diritto essere considerata patrimonio dell’umanità. Con quattro ottave di estensione e un orecchio assoluto che gli ha permesso di assorbire e sintetizzare attraverso il suo personalissimo stile le più varie influenze, dalla musica africana a Mozart, è tra i più audaci e originali innovatori del canto. Vincitore di dieci Grammy Award, ha conosciuto il successo nel 1988, scalando le classifiche di tutto il mondo come autore e interprete di “Don’t Worry Be Happy”, una delle canzoni pop più famose di tutti i tempi. I suoi dischi hanno venduto oltre venti milioni di copie e tra le sue collaborazioni spiccano quelle con Yo-Yo Ma, Chick Corea, I Wiener  Philarmoniker, Herbie Hancock.

Sul palco dell’Auditorium Parco della Musica, McFerrin sarà accompagnato dai WeBe3 (Rhiannon, Joey Blake and Dave Worm), trio che da più di 20 anni miscela voci, strumentazioni vocali, percussioni corporee. Maestri dell’improvvisazione e dell’intesa immediata con il pubblico, cantano in maniera calda, divertente e ricercata allo stesso tempo.

Bobby McFerrin, Mr Medicine Man, torna all’Auditorium Parco della Musica con tutta l’energia salvifica della sua musica. Un recente studio della rivista scientifica Brain Pickings ha svelato che il suo celeberrimo brano del 1988 Don’t Worry, Be Happy agisce sull’umore come un vero medicinale, inviando impulsi benefici al cervello e contribuendo ad allentare le tensioni e scacciare lo stress della vita quotidiana. Così come quel brano, tutta la musica dei McFerrin contiene elementi positivi in grado di agire come un medicamento per l’anima e ogni suo concerto è un concentrato di benessere.

Nato a New York nel marzo del 1950 da una famiglia di cantanti lirici, studia pianoforte e già al liceo fonda il Bobby Mack Quartet. Scoperto dal cantante Jon Hendricks, con il quale ha duettato più volte, entra prima nella band del chitarrista George Benson e poi accompagna in tournèe Herbie Hancock. La sua vena di innovatore puro, del tutto non convenzionale, è rintracciabile già nel suo secondo album “The Voice”, del 1984, primo disco per sola voce nella storia del jazz. Da qual momento ha sempre tenuto concerti totalmente improvvisati, nati sul palco anche grazie alla profonda interazione che riesce a stabilire col suo pubblico. Ha pubblicato oltre venti album a suo nome e collezionato una lunghissima lista di collaborazioni, dai Weather Report a Quincy Jones, da Laurie Anderson a Gal Costa. Una passione maturata con gli anni, e approfondita quando era già all’apice della carriera, è quella per la musica classica e la direzione d’orchestra, che studia con grandi maestri contemporanei. Grazie all’entusiasmo e alla gioia che da sempre caratterizzano le sue esibizioni da solista, McFerrin ottiene successo anche nell’ambito della musica classica; nel 1990 dirige l’Orchestra Sinfonica di San Francisco, nel 1994 è direttore creativo dell’Orchestra da Camera St. Paul e, nello stesso anno pubblica “Paper Music”, una collezione di classici che rappresenta la sua prima registrazione come direttore d’orchestra. Da allora collabora frequentemente con le più grandi orchestre del mondo, tra cui la New York Philarmonic e i Wiener Philarmoniker, che nel 2003 ha diretto nel tour europeo. Ha diretto anche la Filarmonica della Scala. Le registrazioni di Bobby McFerrin hanno venduto venti milioni di copie, e le sue collaborazioni con Yo-Yo Ma, Chick Corea ed Herbie Hancock lo hanno reso ambasciatore nel mondo del jazz e della musica classica.

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