MARTINA CECCO
In questo periodo in cui è quantomai importante avere cognizione di causa su quello che succede nel pianeta, riflettere sulla conoscenza della terra è quantomai opportuno. Ne abbiamo parlato con Stefano Neri, promotore del settore attività educative del Museo delle Scienze di Trento, dal 2007 è assitente tecnico per la gestione tecnica e logistica degli scavi archeologici promossi dal Museo delle Scienze di Trento e sotto la direzione del dott. Giampaolo Dalmeri.
Lo abbiamo rintracciato al Festival dell’Economia, nel padiglione espositivo dove è stato presentato dal Museo delle Scienze uno strumento di studio della Terra molto semplice ma al contempo avanzato e interessante: si tratta di Dagik Earth. Un globo con qualcosa che si muove proiettato, non poteva non attirare l’attenzione, specie di chi è curioso, quindi volevamo saperne di più.
Si possono studiare i fenomeni terrestri con mezzi virtuali e avanzati, senza dover spendere troppo e senza aver bisogno di uno scienziato che vada nelle classi per insegnare fondamentali nozioni sul comportamento terrestre come uragani, tifoni, terremoti, movimenti del globo? “Il sistema si basa su pochi elementi base che sono costituiti da un globo terrestre gonfiabile da posizionare nella classe, un computer con caricata una applicazione di real data (con eventi geofisici reali registrati) e un proiettore connesso al computer.” Come funziona? “Con la proiezione sul globo degli eventi come venti, uragani, terremoti, correnti dell’oceano, radiazioni luminose si propone sul globo il reale effetto di un evento atmosferico o geofisico, rendendo la misura di ciò che succede nell’atmosfera e sulla crosta terrestre.”
Per chi è stato creato questo sistema? “Il sistema è stato messo a punto dalla Università di Kyoto ed ora è presentato per farne un uso strumentale e didattico. I dati utilizzabili sono risorse gratuite, solo lo schermo particolare, il globo, è dedicato.” (ndr info su Dagik.net)
Il progetto rientra nel settore formazione e educazione alle scienze del Museo delle Scienze di Trento, che con il 2012 abbandona la vecchia sede di via Calepina, 14 per trasferirsi nell’avveniristico e moderno quartiere delle Albere (Area ex Michelin), dove è stato progettato e costruito il nuovo polo museale scientifico, su disegno dell’architetto Renzo Piano, che prevede una strutturazione su due linee, una verticale e una orizzontale, del percorso museale, contenutistico e anche personale, per i visitatori.
Il MUSE nuovo polo museale, sarà presentato al pubblico nella primavera del 2013 ed è costruito su 4 piani e 2 interrati che riprendono in verticale la linea geologica e geofisica: già la costruzione a forma di alpe richiama l’idea; partendo dall’alto con il cielo e l’atmosfera e scendendo lentamente per la conoscenza graduale del territorio, grazie alla mostra permanente sulla natura e sulla geologia delle Alpi, il visitatore è completamente immerso in una dimensione scientifica e formativa, che parla da sé con proiezioni, interazioni e strumenti dedicati allo studio geologico della Terra.
In orizzontale si passa invece dall’estremo della società a quello della scienza, percorrendo in lunghezza le frontiere della conoscenza e della società, dagli albori della cultura scientifica fino all’avvento della tecnologia. Un percorso reale e interiore per i viaggiatori della scienza, come ci ha spiegato Stefano.
“Per la sua ultima mostra dunque il Museo delle Scienze di via Calepina, ha deciso di dare il suo saluto ai visitatori ripartendo dalle origini: “Homo Sapiens” è infatti il titolo della prossima e ultima mostra, che ripercorre la Grande storia della diversità umana, ideata da Luigi Luca Cavalli Sforza.
Si parlerà dunque in questa mostra delle origini dell’uomo, a partire dalla sua prima traccia etiopica 200 mila anni fa, mostra organizzata in 5 sezioni: Mal d’Africa, La solitudine è una invenzione recente, Geni, popoli e lingue, Tracce di mondi perduti, Tutti parenti, tutti differenti: le radici intrecciate della civiltà. In mostra al Museo delle Scienze di via Calepina a Trento dal 21 settembre fino al 13 gennaio 2013 e poi .. arrivederci al MUSE.” (info www.homosapiens.net)