CON I DOLOMITICI NASCE IN TRENTINO
LA VITICOLTURA CONSAPEVOLE
Undici appassionati produttori presentano il loro progetto per la rinascita della viticoltura trentina e il loro primo vino ”dolomitico”, il CISO.
DOMENICA 3 GIUGNO, DALLE 15, a Nogaredo (TN) in Vallagarina, lo storico maniero di Castel Noarna ospiterà la presentazione ufficiale del CISO, ovvero il primo vino prodotto dal Consorzio I DOLOMITICI, Liberi Viticoltori Trentini.
Il CISO è un Lambrusco a Foglia Frastagliata, varietà “selvatica” ed autoctona, che dimora da secoli nelle zone meridionali della terra trentina ma ormai costantemente “a rischio” estirpazione.
Localizzato a Mama d’Avio, il “vigneto del Ciso” ovvero di Narciso, che ne è stato il primo curatore, è composto di viti centenarie franche di piede, ed è stato salvato dall’estirpazione due anni fa proprio dai Dolomitici.
La vigna, gestita in comune, e poi la vinificazione fatta sempre insieme, hanno regalato un rosso dal carattere forte, schietto, autenticamente trentino, anzi “dolomitico”.
Domenica 3 giugno, gli undici DOLOMITICI si presenteranno ufficialmente e proporranno la prima annata, il 2010, del CISO – Lambrusco a Foglia Frastagliata – IGT delle Dolomiti, alla stampa, gli operatori del settore, ad appassionati ed amici, nel corso di una festa che vedrà coinvolte non solo le loro cantine, con altre etichette in degustazione, ma anche alcuni produttori di tipicità gastronomiche trentine.
Si potranno gustare, in accompagnamento ai vini, i formaggi del Caseificio di Sabbionara, i crauti di Mas del Gnac, i salumi di Fiore – Sergio Lorandi di Arco col Salame tradizionale Unico e la Carne salada, la polenta concia di Valcanover e poi mostarde, confetture e sciroppi analcolici di Paolo Passerini.
Non mancheranno le proposte selezionate da Luca Bini della Casa del Vino di Isera.
Il gruppo degli undici amici DOLOMITICI ha intrapreso un progetto, anzi un cammino, che ha come meta la valorizzazione della diversità del territorio trentino e della sua originalità vitivinicola, attraverso vini che ne esprimano l’immagine più autentica e diventino simboli di un Trentino “possibile”.