La mentalità anticapitalista nei manuali scolastici

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L’Istituto Bruno Leoni ha presentato il 2 dicembre scorso “A scuola di declino” una conferenza per parlare dell’omonimo libro, con gli interventi di Andrea Atzeni (docente di Storia e Filosofia al Liceo scientifico “Leonardo da Vinci” di Milano), Luigi Marco Bassani (professore ordinario di Storia del pensiero politico all’Università Telematica Pegaso), Giovanni Cominelli (esperto di politiche educative e di formazione dei docenti) e Fiorella Kostoris (docente di Economia pubblica alla LUISS Guido Carli). Gli autori di questa pubblicazione sono tre: Andrea Atzeni, Luigi Marco Bassani e Carlo Lottieri.

 

Nelle scuole si insegna la storia dei principali avvenimenti politici ed economici da una prospettiva interpretativa che può essere definita latamente marxista, terzomondista e radicalmente ecologista. A dispetto dei disastri prodotti dai regimi che si sono ispirati a tali principi, i giovani che si formano utilizzando i libri di testo in lingua italiana crescono in questo milieu culturale. A scuola di declino. La mentalità anticapitalista nei manuali scolastici (Edizione Liberilibri, 2024) si sofferma su alcune specifiche tappe storiche e su alcune questioni chiave. Il quadro che emerge è sconcertante: la mentalità contraria alle più elementari libertà economiche viene inoculata nei giovani senza alcuno spirito critico. In maniera quanto mai dogmatica, la scuola si nutre di testi che esaltano le burocrazie pubbliche e demonizzano tutto ciò che è privato. E la diffusione di una tale mentalità avversa al mercato, insieme alla generale scarsa conoscenza dell’inglese e del­l’in­for­matica, rappresenta il più potente fattore di arretratezza del nostro Paese.

 

“Il libro è stato scritto dopo un lunghissimo periodo di valutazione e dopo aver incontrato diverse avversità. Il libro vuole informare sulla vulgata di marxismo riciclato che tocca i libri di testo scolastici. Il Marxismo è stato inevitabilmente il pari della scolastica, nel novecento, era poi gradualmente stato allontanato e poi è tornato impetuosamente. L’Italia in questi 20anni è l’unico paese occidentale ad essersi impoverito, oltre a Zimbabwe e Venezuela; Israele e Stati Uniti sono i paesi che sono cresciuti maggiormente, poi ci sono le altre nazioni. L’Europa sta gradualmente scomparendo però dalla crescita, sostituita dall’Asia.” Il prof. Bassani ritiene che gran parte della responsabilità possa essere dei libri di testo, che poco incentivano o meglio disincentivano al lavoro nel privato e promuovono i posti pubblici e le aziende pubbliche.

 

“L’uomo in questa vulgata diventa un qualcosa che è nemico dell’uomo, ma che appena ricopre una carica pubblica diventa un angelo, come sosteneva Hegel in merito alla moralità dei funzionari pubblici, si pensava che l’essere pubblico ufficiale fosse automaticamente sinonimo di qualità. L’individuo è sempre descritto come egoista, ma poi qualcosa cambia.” 

 

Secondo il professor Bassani però il giovane poi si trova in una situazione di confusione, quando si trova a constatare che anche nel pubblico impiego, nei servizi pubblici, ci sono delle cose che non funzionano.

 

“Il ruolo dello Stato viene sempre esaltato, facendo perno sulle burocrazie illuminate, come se lo Stato dovesse essere l’unica risorsa per la soluzione dei problemi, mentre i cambiamenti economici avvengono sempre molto dopo i cambiamenti culturali. Nei libri di testo viene descritta come demonio la Rivoluzione Industriale; il passaggio dalle campagne alle fabbriche viene visto come una causa di degrado dei ceti deboli, anche se in realtà furono delle masse dalle campagne a cercare lavoro nelle città. Attualmente, percorso il tema dello sfruttamento delle persone, si pensa al problema dell’ambiente. Il problema dell’ambiente è la nuova declinazione marxista.”

 

Bassani ha fatto molta ironia sul fatto che gli operai possano essere qualificati come la stessa classe sociale, con il senso di appartenenza, nonché ha evidenziato come il capitalismo sia descritto come la causa dell’emarginazione. Lo studente ignaro non può avere le armi per capire dove si nasconde la propaganda, in queste righe. Emerge costantemente l’idea che l’ente pubblico sia l’ideale, mentre il lavoro nel settore privato sia il male.

 

“Il mondo avanzato sarebbe identificato con la borghesia e il mondo depravato con il proletariato: invitando il matto alle sassate. I nostri manuali invitano una serie di persone che sognano il posto pubblico fisso a cercare fin da piccoli il posto fisso.” Bassani sostiene che questo sistema sia oggi realizzato nell’obiettivo della redistribuzione della ricchezza.

 

Molti professori sono abituati a queste posizioni, perché la mentalità è questa

 

“Un libro snello, godibile e informato, consigliabile da leggere – la prof.ssa Kostoris ha fatto un giudizio di merito – per essere informati. Non è facile commentare un testo che si occupa di libri di testo, perché le citazioni non sono esplicative, ma il contenuto è molto chiaro, perché riflette in modo sistematico quello che viene scritto, detto, studiato.”

 

“Nei professori e nei manuali scolastici c’è una mentalità fortemente anticapitalista: dalla povertà si è usciti non certo tagliando a metà il mantello di San Martino, ma producendo mantelli a prezzi più bassi, cosa che accade da dopo la Rivoluzione industriale. La mentalità italiana corrisponde ahimé a un atteggiamento anti concorrenziale, la concorrenza viene sempre definita selvaggia: nella meritocrazia e nella concorrenza vince il migliore, ma nella società economica vince il garantismo.” Kostoris sostiene che alla base di molta ignoranza storica vi sia l’ignoranza economica, ma in generale scientifica.

 

“Purtroppo molti si occupano e parlano di cose che non conoscono. Un esempio lampante è quello del tasso della disoccupazione giovanile, che viene sempre spiegato ma che non viene compreso nel suo insieme. L’effetto dell’ignoranza nell’economia non è strettamente legato al declino economico, ma è legato al ristagno economico: sono declinati produttività e fattori di produzione; principalmente però il problema nell’economico è nel comportamento delle singole famiglie e dei singoli individui.” Secondo Kostoris molti italiani non hanno esattamente cognizione di causa sul percorso dei loro denari.

 

“Dal punto di vista del contenuto – sostiene Kostoris – ci sono alcuni punti di eccessiva critica allo Stato, che viene essere un punto di riferimento quando fallisca il mercato. Le Regole del mercato e della concorrenza, ad esempio, sono stabilite con l’intervento pubblico: lo Stato in questo libro viene attaccato a prescindere.”

 

Naturalmente va tenuto sempre presente che la Teoria economica di Marx del Pluslavoro non ha mai ottenuto il consenso di scientificità economica, nonostante la sua grande importanza storica e politica.

 

“Nel libro non si tiene presente che, nel momento in cui in Italia il Marxismo si è mescolato al Cattolicesimo e al Pensiero crociano, è diventato pericoloso. La mentalità cattolica è un piedistallo pericoloso perché mal tollera il denaro e denigra ricchezza e profitto.” Kostoris ha messo in evidenza che invece, il protestantesimo, non ragiona in questo modo.

 

In Italia la libertà d’impresa sarebbe promossa, purché non sia contraria all’utilità sociale, che è un principio che recupera le idee di san Tommaso d’Aquino; l’economia in Italia però recupera alcuni concetti come sicurezza e dignità in modo da legittimare i controlli e i programmi da parte dello Stato per limitare il profitto, che può essere visto come fenomeno di concorrenza a massimizzazione. In poche parole mentre il Teorema capitalista presuppone che il miglioramento del mercato ricada socialmente in modo positivo, secondo le norme italiane il capitalismo crea differenze che sono una ricaduta negativa, il che è tecnicamente errato.

 

Lo Stato come espressione meccanica di rapporti economici e di potere

 

“Il libro non contiene tutte le citazioni, per cui sovviene un problema nel reperire la fonte editoriale, anche se molti autori sono poi stati citati in fine volume.” Il professor Cominelli tuttavia condivide l’analisi del libro e auspica che nella prossima edizione queste sistemazioni siano fatte.

 

“Effettivamente anche alla Cattolica si tendeva a parlare dello Stato come un ente Divino: se si vuol andare alla base dell’anti statalismo in Italia però bisogna andare alle radici. Nel 1861 solo poco meno di 420 mila persone avevano diritto al voto, votarono la metà e solo ⅘ erano validi. Lo Stato è stato costruito dai funzionari pubblici maschi che votavano, non esisteva la borghesia, la nobiltà era stata annichilita, non partecipavano i contadini. Lo Stato quindi fino al brigantaggio al Sud era opera dell’Esercito e della Pubblica sicurezza.”

 

La laicizzazione del messianismo alla ricerca del soggetto redentore

 

Cominelli ritiene che si deve vedere che cosa era lo Stato, mentre il marxismo in Italia ha avuto una serie di declinazioni che in realtà si radicano in Gramsci e Croce, non certo in altre misure, tanto che alla fine il lavoro non rispondeva al lavoratore, che era identificato come la parte residuale. Insomma, della vulgata marxista in Italia ora rimane il determinismo delle forze produttive rispetto ai rapporti di produzione e politici, ovvero si ritiene che tutto sia dietro agli interessi economici.

 

“Alla fine il soggetto redentore è lo Stato, il welfare, il risultato dell’ideologia reale è questa ed il vero ostacolo al tema del produrre e del generare forze produttive. La cura in questo caso quindi è la destatalizzazione della scuola, in questo settore, il pubblico ha fatto il suo tempo. Il sapere necessario non lo deve definire il Ministero, che Berlinguer cercò di avviare con la commissione dei 500; ha senso dividere gli ordinamenti o no; l’assetto istituzionale, che è la cosa più importante, dovrebbe essere basato sull’autonomia di assunzione e di licenziamento del personale.”

 

I libri di filosofia e di economia, come sono strutturati?

 

“In filosofia persiste comunque una tendenza a studiare Marx, come esso viene letto dal punto di vista economico, però nei libri di testo non si spiega che tutte queste teorie sono state falsificate. Lo studente deve trovarsi a leggere delle idee che non consentono allo studente di comprendere le cose, per cui non viene data la possibilità di fruire di uno distacco critico. Tutti i manuali descrivono per filo e per segno questa teoria e non danno nessuno spazio al marginalismo.” Lo studente non riesce in questo modo a darsi una struttura per comprendere il ciclo della ricchezza. I manuali non riportano tutto quello che potrebbe essere interessante.

 

“In gran parte della manualistica scolastica passa una linea di pensiero che si percepisce, ma che non viene esplicitata bene. In Antiseri troviamo invece una chiarificazione e una presa di distanza dal marxismo. In Marx vi sono molte delle problematiche, ad esempio nella filosofia della storia si percepisce maggiormente l’influenza del cattolicesimo, meno in economia.” Atzeno dunque ha chiarificato come invece l’educazione civica sia esplicitamente riferita a un sapere acritico, comunque non comprende l’idea della riforma e del progresso. Non contempla che ci sia anche una componente libertaria e liberale che dovrebbe essere considerata, insieme alla scarsa considerazione della proprietà privata.

 

Martina Cecco

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