Se il mondo liberal capitalista spinge verso la guerra, quello socialista democratico spinge verso pace e cooperazione

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Se il mondo liberal capitalista – sempre più preda della destra economica (anche quando si dice “sinistra”, pur non essendolo, almeno dal 1993 ad oggi) – continua a premere l’acceleratore sulle guerre, ad Est e in Medio Oriente, armando e appoggiando governi sconsiderati e folli, il mondo socialista democratico autentico e serio, cerca di spegnere questi incendi geopolitici

Pensiamo a realtà socialiste come Cina, Brasile e molti altri Paesi del Sud del mondo, che promuovono ormai dall’inizio dei conflitti, piani di pace e investono in sanità, istruzione e ricerca.

In un mondo segnato da conflitti armati e tensioni geopolitiche, Cina e Brasile mettono al centro la pace, la diplomazia e il dialogo”, ha affermato recentemente il Presidente socialista brasiliano Lula, incontrando il suo omologo cinese Xi Jinping.

Il Presidente socialista cinese, da parte sua, ha ribadito la necessità di dare sempre più spazio a voci che promuovano la pace, sottolineando che il mondo attuale è “tutt’altro che pacifico”. “Solo adottando una visione di sicurezza globale, cooperativa e sostenibile sarà possibile tracciare un percorso verso la sicurezza universale”, ha affermato il Presidente Xi.

Nel Venezuela socialista, guidato da Nicolas Maduro, peraltro, si è concluso recentemente il Congresso Mondiale della Gioventù degli Studenti Antifascisti.

Un Congresso – tenutosi nella capitale, Caracas – avente per simbolo, non a caso, un garofano rosso – simbolo storico del socialismo sin dai tempi della Comune di Parigi del 1871 – e una matita, simbolo dell’istruzione, che ha annunciato la creazione di un Grande Movimento Giovanile Antifascista, il cui scopo è promuovere l’unità fra i giovani e i popoli del pianeta e realizzare un mondo diverso rispetto a quello fondamentalista, egoista e guerrafondaio di oggi.

Un Congresso che ha denunciato con forza l’imperialismo statunitense, che vuole imporre le sue idee al mondo intero, come ha sottolineato il Presidente Maduro.

Secondo Nicolas Maduro, occorre creare nuove forme di comunità e promuovere strategie di resistenza, al fine di contribuire a costruire un nuovo ordine mondiale multipolare.

Il Presidente socialista, ha altresì denunciato sia il fascismo storico, che nuove forme di genocidio, come quello che sta avvenendo oggi contro il popolo palestinese e gli attacchi contro il Libano, oltre che contro Siria, Iraq e Iran e le ingiuste sanzioni dei Paesi liberal capitalisti contro il Venezuela.

Il Presidente Maduro, ha peraltro dato mandato al Vicepresidente degli affari internazionali del Partito Socialista Unito del Venezuela (PSUV), Rander Peña, di far tradurre in tutte le lingue il “Libro Blu” scritto dal comandante Hugo Chavez nel 1990.

Un libro in cui sono contenute le idee fondamentali della rivoluzione socialista bolivariana del XXI Secolo in Venezuela.

Oggi l’unica alternativa sembra essere, ancora una volta, quel “Socialismo o barbarie” lanciato da Rosa Luxemburg nel 1916 e poi ripreso da quei marxisti libertari – come Cornelius Castoriadis – che, seguendo le orme della Luxemburg, dal 1948 al 1967 – promossero quel socialismo consiliarista e autogestionario, che criticò il burocratismo e verticismo del marxismo-leninismo dogmatico e la piega intrapresa dall’URSS negli anni successivi alla Rivoluzione d’Ottobre.

Un socialismo che si coniuga alla perfezione con le correnti mazziniane, garibaldine e anarchiche della Prima Internazionale dei Lavoratori del 1864 e, i cui valori democratici e libertari, meritano di essere recuperati e rivitalizzati.

Luca Bagatin

www.amoreeliberta.blogspot.it

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