Lunedì 21 ottobre alle ore 21:00 presso la Sala Granata, via Solferino 72, è stato presentato il libro “Ottobre nero. Il dilemma israeliano da Hamas all’Iran” insieme a STEFANO PIAZZA; Giornalista, STEFANO PARISI; Presidente dell’Associazione Setteottobre, CRISTINA FRANCO; Presidente dell’Associazione Italia-Isreaele di Savona.
La serata è stata presentata dal Presidente di Lodi Liberale, Lorenzo Maggi che ha mostrato al suo pubblico l’attività dell’associazione negli ultimi anni, che sostiene i principi della libertà e i diritti delle persone, in un contesto nazionale dove il pensiero liberale non è prevalente. La serata è andata in onda anche sulla stazione di Radio Radicale.
Il presidente ha sottolineato come Israele sia rimasta l’ultima roccaforte del sistema democratico liberale e questo viene sempre dimenticato. Israele è un paese occidentale.
L’autore e i relatori della serata sono tutti soci dell’associazione e si occupano di giornalismo e di attualità. Il libro dell’autore parla di cosa è successo un anno fa e cerca di fare chiarezza sugli errori che vengono portati avanti dalla pubblica opinione a causa delle informazioni distorte e piegate alla volontà degli elettorati del momento.
L’organizzazione terroristica di Hamas non ha mai pensato di uscire dai tunnel, ma stava cercando di ripararsi, di portare con sé la ricchezza, lasciando in superficie i bambini e le donne a difendere con il loro corpo fisico l’organizzazione. Quel che si pensava che fosse ormai relegato alla storia, invece, è tornato a fare paura e come molti hanno già detto in merito la barbarie di oggi è accompagnata anche dalla campagna sui mass media.
Di fronte a questa situazione nel libro si fà un’analisi generale di quello che è succeso, del ruolo dell’iran in questa situazione e della problematica nel complesso, accessibile a chiunque, anche a chi non avesse cognizione di causa sulla questione.
Il volume è una testimonianza viva e documentata della tragedia che ha investito Israele prima e la Palestina dopo, a opera dei terroristi di Hamas. Non è un’esegesi dell’eterno conflitto tra due mondi, tra israeliani e palestinesi, tra ebrei e musulmani, tra due popoli che si contendono una terra che entrambi considerano casa loro. Ottobre nero è essenzialmente una rigorosa ricostruzione dei fatti. Perché, come scriveva Piero Ottone nel decalogo del giornalista, «non dire mai che l’obiettività non esiste. È l’alibi di chi vuole raccontare palle».
“I fatti che erano successi il 7 ottobre erano molto complicati ed era difficile capire cos’era falso e cos’era vero. Questi fatti erano già stati anticipati e c’erano inchieste in un Report che aveva già parlato di queste idee in seno al fondamentalismo di Hamas. I gruppi di predicazione in Europa sono conosciuti e da tempo si temeva che sarebbe accaduto qualcosa.” Il giornalista Stefano Piazza sottolinea che da mesi c’era una forte ripresa della propaganda.
“I social palestinesi erano calmi, ma non i giornali estremisti. Mentre scrivevo questo libro sono stato invitato in Israele a vedere che cosa era accaduto e ho girato in Israele dove sono morti i giovani e nelle case dei testimoni. Il rischio di raccontare tutto è di shockare le persone. La nostra epoca ha una memoria molto corta. Ho raccontato questa storia partendo dalle ragioni e dagli errori che ha commesso l’occidente. Tra cui il ritito dell’occidente dall’Afghanistan.”
L’idea è che presto molte altre cose accadranno, come ad esempio la Cina, che sicuramente si riprenderà il Taiwan. Insieme a Russia e Cina tra i nemici di Israele c’è l’Iran, che nonostante tutto si fonda sulla Fratellanza Mussulmana. Uno Stato islamico, una Repubblica islamica, sono tutti frutti del pensiero dei Fratelli Mussulmani, che hanno un forte legame e che consentono all’Iran di ospitare Al Qaeda.
“In Europa i gruppi islamisti continuano a manifestare il diritto alla Sha’ria e alla Jihiad, Si tratta di capire in questo libro di quante forze combattono contro Israele.” Stefano Piazza ha messo in luce che nessuna organizzazione internazionale è mai riuscita a fare quello che sta facendo Israele, beata pulizia di tutte le forze terroristiche dell’estremismo islamico.
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Il presidente Lorenzo Maggi ha denunciato come spesso anche le donazioni che vengono fatte a scopo umanitario sono utilizzate per altre finalità, che si aggiungono alle forze economiche delle milizie estremiste.
Il giornalista Stefano Parisi, intervenuto da remoto per motivi di salute, ha recensito il libro di Piazza, che fa parte di una serie di pubblicazioni che raccontano un punto di vista dalla parte di Israele, la differenza di questo libro è che le informazioni contenute sono specialistiche e più precise, guardano in faccia la realtà e sono chiare.
“In questi mesi Israele è riuscito a fare un lavoro molto profondo sulle linee di guida dei dirigenti di Hamas e Hezbollah,dando molta fiducia ai servizi israeliani, uno dei capitoli importanti da toccare. L’intelligence ha fallito peccando di ottimismo e ci sono molti elementi politici e tecnologici rispetto a questo.” Parisi è del parere che i metodi dell’AI non hanno funzionato.
“Il libro contiene un capitolo molto importante: cosa succede dopo, perché la parte delicata e reale è che cosa fare dopo la fine del conflitto.L’odio non consente di creare due popoli e due stati, specialmente per via del parere politico degli altri stati e della Cisgiordania, perché culturalmente è impossibile sradicare questa cultura della morte. israele può anche fare a meno delle armi italiane, ma è molto grave che si siano fatte queste dichiarazioni, su Unifil. Chi è che difende in questo momento Israele in Europa?”
“Non penso che l’elezione di Trump possa dare enormi risultati, perché Orban e Trump hanno comunque dei forti rapporti con la Russia, oltre le convenienze di ciascuno. Sono temi importanti e questo libro serve da base per ragionare su queste questioni.”
Cristina Franco ha raccontato come si è generata la devastazione nel Kibbutz, perché gradualmente l’allentarsi dei controlli ha consentito quel che ha consentito. Israele deve affrontare una guerra che è politica, militare, ma anche tocca la questione della comunicazione. Israele fa molta fatica a superare l’antisemitismo e il fronte del diritti internazionale come arma per delegittimare il lavoro che sta facendo, isolandolo a livello internazionale.”
“Le notizie della narrativa mainstream porta dei danni di immagine sulle costruzioni su misura di possibili diritti e condanne che non ci sono. Si tratta di antisemitismo.” Cristina Franco ha sottolineato come la comunità internazionale, sulla questione di Israele, ha fallito.
La comunità internazionale sembra essere connivente rispetto a questa situazione, perché non sembra comprendere che questa situazione potrebbe tornare su se stessa come un boomerang. La missione di Israele è in difesa della democrazia occidentale tutta.
Il giornalista Stefano Magni ha portato la sua opinione sul libro, che riporta in modo fedele molte delle violenze accadute in Israele, senza però sviare dal contenuto vero dei capitoli successivi dove si parla degli amici, dei finanziatori e del capitale di Hamas. La debolezza di Hamas viene colmata dal terrore che prova, ma specialmente da una propaganda che distorce la realtà.
“Israele – ha detto Magni – non ha potuto scegliere alcun altra maniera di rispondere se non realizzando un concetto semplice che non devono più esserci Pogrom, perché lo stato di Israele è la risposta ai massacri del passato e adesso l’azione di Israele non si limita a frenare gli attacchi, consiste in una risposta profonda in modo da annientare completamente Hamas e chi combatterà al suo fianco.”
“In occidente non abbiamo capito per ignoranza, siamo abituati a vedere Israele come il colono occupante e i palestinesi come un popolo in resistenza. In Israele la partizione delle terre è stata divisa tra palestinesi ebrei, che hanno accettato lo Stato, mentre gli arabi palestinesi hanno detto che non era il caso che gli ebrei rimanessero in Medioriente, ma gli ebrei sono nativi del Medioriente”.
Molti parlano di colonie bianche, rispetto al popolo di Israele, che secondo la comune ideologia sarebbero un popolo della Polonia, ma gli ebrei erano lì prima degli islamici, insieme agli altri popoli del Medioriente tra cui “anche” gli arabi.
Martina Cecco
Purtroppo anche l’attuale governo israeliano è preda di fondamentalismo.
Il giusto mezzo è tornare agli accordi di Oslo.
Ma chi sta lavorando in questo senso?
Solo Cina e Brasile e diplomazia Vaticana.
Per il resto si soffia sul fuoco.