Lodi Liberale: “Non esistono pasti gratis” di Milton Friedman

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Nella serata del 16 settembre Lodi Liberale ha presentato la pubblicazione di Milton FriedmanNon esistono pasti gratis”, pubblicato da Istituto Liberale, insieme a Nicola Giocoli (Professore di Economia politica all’Università di Pisa), Riccardo Puglisi (Professore di Economia politica all’Università di Pavia) e Pietro Lombardi (Coordinatore della Campania dell’Istituto Liberale).

 

A introdurre la serata il presidente dell’Associazione Lodi Liberale Lorenzo Maggi, Milton Friedman era un ottimista convinto che la libertà potesse essere realizzata, concretizzata. “Un antiproibizionista, fautore della liberalizzazione delle droghe leggere, dell’apertura dei mercati e delle professioni. Un pensatore che ha avuto un impatto incredibile su molti politici, come Reagan e che ha diffuso le idee liberali”.

 

NON SI PUO’ ATTENDERE DI CAMBIARE L’OPINIONE PUBBLICA

 

“Friedman in questo articolo molto breve del 1951 spiega le idee del liberalismo e punta a una missione pedagogica – ha detto il Professor Nicola Giocoli – per la prossima generazione di coloro che sarebbero dovuti diventare i prossimi amministratori e elettori.”

 

L’INFLAZIONE E’ UNA TASSA CHE O GOVERNI IMPONGONO AI CITTADINI

 

“Friedman era nel pieno della sua fase creativa, pensava che stesse sviluppando teorie, prossimo a diventare un Premio nobel, uno dei più importanti pensatori del secolo, in quel momento di massima produzione teorica puntava anche a una missione pedagogica. Lo farà in due modi: contribuendo un modo di fare didattica strumentale anche a questa missione pedagogica. Con questo libro dimostra che esiste una teoria che può dare un contributo alla promozione della libertà economica, sociale, etc.. nei capitoli, nonostante si fosse posto l’obiettivo destruens di smontare luoghi comuni e principi, si apprezza specialmente la capacità di proporre, anche in modo provocatorio, scelte scomode come l’abolizione della Leva obbligatoria nel periodo della guerra in Vietnam.”

 

“Quando Friedman si esprime sull’inflazione prevede che serva l’Indicizzazione di tutti i contratti laddove è parte lo Stato, ovvero impedire allo Stato di prelevare gettito dalle crescite nominali. Interessi, capitale dove il pubblico ha parte, devono essere indicizzati per togliere la possibilità allo Stato di lucrare sull’inflazione a danno dei cittadini. In questo libro lo scrittore fa emergere anche un certo cinismo, lo scrive nel 1974 siamo in pieno WaterGate e Friedman ha in mente che la necessità di rientrare dall’inflazione, possa costare la rielezione a Nixon, che si dimetterà e a chi verrà dopo, cioè Ford. Un espediente politicamente possibile in alternativa alla stretta monetaria, alla disoccupazione, etc..”

 

IL MERCATO UCCISO DALLE SCELTE PERENTORIE DELLO STATO

 

“Il rischio che sia deciso a priori un prezzo, un costo, è certamente concreto. Per questo io sono solito portare con me il portatile – ha detto Lorenzo Maggi – con l’adesivo Meno Marx più Mises.”

 

PIU’ CONCORRENZA E MENO COERCIZIONE NELLE SCELTE

 

“Il prezzo è un segnale molto importante perché consente di far decidere cittadini e imprese in libertà e funziona meglio in libera concorrenza. Friedman scrive con Anna Schwartz la storia della moneta degli Stati Uniti e parla del mercato come generatore di prosperità. Sullo Stato, invece, sostiene che debba imparare a prendere i prezzi sul serio, facendo funzionare lo stesso Stato in modo parallelo, similare al mercato. Per questo – ha spiegato il professor Riccardo Puglisi – Friedman prefigura e pensa sistemi come i voucher per l’istruzione, le imposte negative sul reddito, la capitalizzazione sugli accumuli pensionistici.”

 

Le idee che Friedman ha, sono prevalentemente incentrate sulla possibilità del singolo cittadino di decidere da solo, nella massima misura possibile, che cosa fare dei soldi pubblici. Questo genere di accordi, come ad esempio il voucher scolastico, sono utili per diversificare l’offerta senza che questo percorso sia disegnato da prima. Lo stile semplice e chiaro di Friedman porta al ragionamento, il suo approccio diventa scientifico ed è chiaro.

 

“Un politico che in Italia ha trasmesso i valori di Friedman – ha detto maggi – è stato certamente Antonio Martino”.

 

LA DIFFUSIONE CULTURALE E’ IMPORTANTE

 

“I politici sono i tappi di sughero nella corrente del fiume, possiamo essere parte della corrente, ma non possiamo essere i tappi che vanno controcorrente.”

 

“Quasi sempre si parla del danno dell’evasione fiscale in Italia e si pensa che possa essere il primo delle cause dei danni del nostro paese, la CGIA di Mestre ha ritenuto che, invece, l’inefficienza dello Stato sia la prima delle cause dei problemi del nostro paese.”

 

Pietro Lombardi, Coordinatore dell’Istituto Liberale della Campania, ha parlato dell’esperienza di Milei in Argentina, rispetto ai primi passi per stabilizzare la moneta e per creare uno Shock economico migliorativo. 

 

“L’esempio più brillante degli effetti delle politiche economiche di Friedman si hanno in USA con le applicazioni di Reagan, ma anche in Israele, tanto da portarlo a stare nelle economie del Primo mondo.” Lombardi ha sottolineato come le politiche Friedmaniane siano frutto di un progetto pragmatico, che può essere anche proiettato ad esempio sulle spese nelle nostre Università: in Italia a determinare chi si laurea non è tanto quanto si spende, ma quanto sono basse le tasse per consentire a chi è povero di studiare, perché le tasse prelevate dai lavoratori meno ricchi vanno a pagare le spese dei figli di chi appartiene a classi migliori e studia, dal momento che le statistiche dimostrano che, i figli di chi è meno istruito, che ha una istruzione inferiore, non frequenta le Università.

 

“Le politiche statalistiche, allo stesso modo, sono da criticare: il Piano Draghi, ad esempio, 4 volte più importante del piano Marshall rispetto al PIL, in un mondo frenetico, è in contromano rispetto alla velocità più consona, del mercato, che consente di tenere dietro al progresso tecnologico. L’Europa ha bisogno di talenti e Friedman resta colui le cui idee possono essere basate sulla efficienza e sulla libertà.”

 

Martina Cecco

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