Lodi Liberale: la modernità ci rende più intelligenti o ci instupidisce?

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Nella 275esima serata di Lodi Liberale è stato presentato il libro “Come siamo diventati stupidi. Una immodesta proposta per tornare intelligenti” , pubblicato da Edizioni Guerini, insieme a Armando Massarenti (Filosofo ed epistemologo), Roberto Festa (Già Professore di Logica e Filosofia della scienza presso l’Università di Trieste) e Antonio Gurrado (Professore di Didattica della filosofia presso l’Università degli Studi di Pavia).

 

Il presidente di Lodi Liberale Lorenzo Maggi ha introdotto la serata spiegando quanto sia forte l’importanza del pensiero liberale, in occidente, per tutte le libertà che si sono conquistate, economiche, politiche, lavorative, religiose e di genere. La serata è stata condotta con due relatori di vaglia conosciuti all’associazione e al pubblico e un autore che per la prima volta si presenta al pubblico questa sera.

 

“Il libro è importante perché per moltissimi aspetti tocca argomenti che influenzano il pensiero sul politicamente corretto e sulle limitazioni della libertà di parola, di indottrinamento e di nuovi Tabù. In generale fa una riflessione complessiva su internet, sulla tecnologia, sui social media e sulla situazione odierna, che è una delle migliori che potremmo pensare rispetto al passato.” Non si tratta dunque di un libro reazionario che attacca la tecnologia, ma che descrive come le tecnologie mettono in luce i nostri limiti, specialmente l’impoverimento di taluni ambiti.

 

“Questo testo considera moltissimi altri testi ed autori, che sono citati e che è molto semplice da leggere, anche capitolo per capitolo, non è pesante e porta a incuriosirsi per leggere altri testi. In più c’è una riflessione sul fatto che c’è un miglioramento complessivo spinto dalla società della comunicazione a livello di crescita dell’intelligenza, mentre siamo sempre migliorati in tutto il mondo, però, attualmente c’è una inversione di tendenza e forse la causa potrebbe essere proprio la iper tecnologia.” Il presidente Maggi ha messo in rilievo che ci sono esempi gustosi che spiegano i paradossi della stupidità della Intelligenza Artificiale, che è umana, alla fine.

 

La presentazione accattivante ha illustrato un libro che è colmo di riflessioni sul liberalismo che sono importanti per chi si avvicina al pensiero.

 

LA MASSA E’ INTELLIGENTE O STUPIDA?

 

L’autore Armando Massarenti ha parlato del pericolo che corre la società quando fa a meno dei valori del liberalismo, che coincidono con molti aspetti artificiali della società, si tratta di una grande conquista quella delle libertà conquistate, specialmente della libertà di pensiero, che parte dalla rivoluzione scientifica, il dubbio radicale della modernità che non ha a che fare con l’essere sospettosi ma nel voler capire.

 

L’autore ha affrontato l’argomento in modo soffice, senza iper catastrofismo, iper dramma che viene indotto dal media che parla delle cose negative e raramente delle positive. Un buon esercizio per tornare alla saggezza è di pensare alle cose che sono cambiate in meglio. Ha citato Leo Longanesi un conservatore che scrive il suo diario per parlare della stupidità delle masse, che ragionano per bandiere, parate e fanfare. Certamente in questo caso possiamo pensare anche alle grandi masse della rete, che però devono essere anche lette nella loro dimensione. Per dirla con Kundera.

 

MANCA LA LIBERTA’ DI PENSIERO ANCHE A LIVELLO ACCADEMICO?

 

“Sarà bello confrontarsi sul perché e cercare di valutare se sia vero che siamo diventati stupidi. In realtà è anche stupido pensare che siamo diventati stupidi, perché viviamo in una società evoluta e forse siamo in mezzo a persone super intelligenti? Insomma, magari guardiamo a tanti autori liberali, come ad esempio Russel o come si legge nelle pagine finali che si trova la fine di un percorso, dove si comprende che in questo pamphlet ironico si arriva a poter buttare via la scala.”

 

Il professor Festa ha spiegato come non tutti i media siano predisposti al positivo, un giornalista che ha un modo di lavorare positivo è Vincenzo Mollica, che il professore ha citato come esempio di autore che vede sempre la parte positiva della questione.

 

SIAMO RAZIONALI IN MOLTI AMBITI, MA NON NELLA VITA PUBBLICA

 

“Su alcuni autori citati avrei dato delle bastonate. Quando la stupidità si pone come massa, nella psicologia delle folle di LeBon, si capisce che l’oratore non utilizza un ragionamento razionale per convincere le folle, ma spinge su altro, non spiega nulla di interessante del partito, perché come Carlo Calenda, si trovava schifato dagli operai, allo stesso modo chi cerca di essere esaustivo. Un esempio potrebbe essere quello di Malagodi, che è l’unico liberale ad aver ottenuto qualche risultato. E’ molto difficile spiegare dei programmi politici che sono basati sui principi del liberalismo.” Il professor Festa ha spiegato che nei 12 mila anni che ci separano dalla preistoria non sono sufficienti per aver pulito la nostra mente e il nostro cervello, mentre sono cambiate le situazioni in cui viviamo. Se dipendesse solamente dal voto delle masse non sarebbe mai esistito il libero commercio, ma nemmeno tutte le dinamiche di impresa. La stupidità diventa pericolosa quando si organizza.

 

“Nella vita di ciascuno di noi però non c’è la stupidità come principio, ci confrontiamo. Anche quando andiamo al supermercato facciamo i nostri conti, non andiamo a caso.” Tutte le persone, ha detto Festa, non vivono a caso, ma a un certo punto si presentano a votare, entrano nell’agone politico e lì lo fanno come diceva Schumpeter, scendono a un livello inferiore, ragionando e analizzando in modo infantile rispetto agli interessi concreti. Torniamo bambini primitivi quando pensiamo alla politica perché la razionalità con cui facciamo la spesa non funziona in politica per via del paradosso pubblico.

 

CONOSCENZA ED EPISTEMOLOGIA

 

“E’ molto facile parlare di argomenti che non si conoscono, che parlare di cose che si conoscono, perché si parla delle cose che sono più note perché più trattate dai media, mentre non si conosce bene quasi nulla. Noi cediamo quando vogliamo esprimere, dandoci delle specializzazioni che non abbiamo. Gli specialisti invece sono molto più cauti nel dare opinioni. Questo è l’effetto Kruger.” Gurrado ha spiegato la cosa con un esempio di un barista che spiega le dinamiche sul gusto del caffé in italia.

 

CHI NON SA DELLE COSE E’ PERCHE’ NE SA ALTRE

 

“Ci sono tipologie di argomenti che sono strutturati sulla base del pensiero comune, per cui tutti ci sentiamo abbastanza intelligenti per poter dire che molti sono diventati stupidi, ci sentiamo epistemologi, cerchiamo di dare spiegazioni che riteniamo valide, mentre sono infantili” allo stesso modo è il rischio nella politica. Il tono che tiene il libro, ha detto Gurrado, è quindi piuttosto scorrevole, in un certo senso è effettivamente un paragone possibile con quello illuministico, insomma in qualche modo magari c’è qualcosa di comune effettivamente tra i nostri tempi e l’illuminismo stesso. In atto c’è un incredibile progresso, i giovani sono posti sotto stimolo continuo e questa situazione non si comprende se porterà a impoverire il pensiero oppure, no.

 

La serata è stata un punto importante per la nuova società che delega alla tecnologia una larghissima parte del proprio tempo.

 

Martina Cecco

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