Questione morale in un Paese amorale?

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di Oscar Bartoli

Scorrendo la stampa italiana ti vengono i brividi. I commenti sugli ultimi scandali mediatici sono tutti all’insegna del “siamo tornati a ‘Mani pulite’ “. Oppure si tratta di un qualcosa di nuovo che si innesta in ambiente socio-politico caratterizzato da due poli al contrario degli Anni ’90. Ebbene, alla vigilia del 2009, lo scenario italico si presenta con una maggioranza bulgara di consensi a Berlusconi ed al suo governo e con un Partito Democratico, dilaniato al suo interno, con un segretario generale che non sa come rimettere a posto i cocci e la cui elegante condotta politica e’ stata equivocata in un Paese come quello italiano in cui il fioretto e’ un’arma sconosciuta in politica e si va all’attacco degli avversari con lo spadone a due mani. E quanto al corpo elettorale la societa’ italiana e’ piu’ che mai divisa in coloro che stanno male, anzi malissimo e sono i percettori di reddito fisso, lavoratori e pensionati. E quelli che stanno bene, anzi benissimo, e hanno gonfiato la massa degli evasori totali, si permettono lussi da nababbi in un periodo di crisi accentuata, grazie al fatto che di tasse ne pagano poche o punte che hanno attivita’ sottobanco mai dichiarate.

Quando parli con la gente ti riversano addosso palate di rabbia, depressione, scontento generalizzato, previsioni cupe per il futuro. Salvo poi riservare l’applauso piu’ convinto a chi non rispetta le regole, o se le fa a proprio piacimento, a chi segue sempre le scorciatoie, a chi frega gli altri che stanno in fila, a chi della prepotenza sociale fa un lavoro a tempo pieno. Tanto chi ti becca? E se scoppia l’ennesimo scandaletto mediatico, sai bene che poi si sgonfia in una bolla di sapone, perche’ siamo tutti figli di mamma e dobbiamo campare. Possibilmente bene.

Qui negli Stati Uniti il governatore dell’Illinois, al quale per una singolare regola della costituzione locale, spetta il compito di nominare un senatore per il posto lasciato libero dal presidente eletto Obama, e’ stato registrato nelle sue telefonate compromettenti nelle quali chiedeva un ‘rimborso spese’ per appoggiare l’uno o l’altra. Bene: questo signore se la sta passando molto male e finira’ in galera come del resto e’ successo ad altri suoi colleghi governatori, guarda caso, in prevalenza di Chicago, accusati di corruzione. In un momento in cui milioni di americani sono senza lavoro o stanno per perderlo e non sanno dove sbattere la testa, le iniziative della magistratura inquirente americana non guardano in faccia nessuno. Anche se si tratta dei massimi livelli politici di uno stato della confederazione. La differenza purtroppo tra l’Italia e l’America sta nella cultura parareligiosa prevalente: da noi un cattolicesimo solo di facciata all’insegna del “Tre Pater, Ave e Gloria”, tanto poi si ricomincia a peccare con allegria. Negli Stati Uniti una cultura protestante che, nonostante i tanti problemi di questa nazione, non adotta i pannicelli caldi del buonismo italico da rotocalco. Chi ha sbagliato deve pagare e subito. E da questo deriva la fiducia nelle istituzioni a cominciare dalla magistratura.

Beyond the News

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