Che il Presidente liberal capitalista dell’Argentina, Javier Milei, sia un pericolo per la democrazia e la stabilità nel suo Paese lo si poteva capire sin dalla sua sgangherata discesa in campo, nell’autunno scorso.
Una discesa in campo contro il peronismo e il socialismo, che hanno saputo garantire, storicamente, democrazia, diritti civili, diritti sociali e stabilità, a differenza delle follie liberali e capitaliste che – laddove governano – portano unicamente distruzione e negazione della democrazia, in tutto il Mondo, dagli USA all’UE sino alla Russia putiniana liberal capitalista, appunto.
L’Argentina democratica e peronista, con in testa le Madri di Plaza de Mayo, è scesa in piazza, il 24 marzo scorso, marciando contro Milei, che sta distruggendo lo stato sociale argentino, smantellando l’apparato pubblico, oltre che negando l’esistenza della sanguinaria e terrorista dittatura militare che governò il Paese, dal 1976 al 1983. E ciò lo sta facendo persino con discutibili spot televisivi.
Decine di migliaia le persone scese in piazza – fra le quali attivisti per i diritti umani, sindacalisti, militanti peronisti e di sinistra, ma anche persone comuni – in difesa della democrazie nelle grandi città del Paese, con lo slogan “Never More” (Mai Più).
Milei giustifica le azioni dello Stato argentino durante il regime militare. Quello che ha fatto scomparire migliaia di dissidenti (i cosiddetti desaparecidos), rapito bambini, compiuto violenze e torture.
Quel regime antiperonista e antisocialista – retto dal criminale Jorge Videla – che solo negli Anni 2000, grazie alla Presidenza del peronista di sinistra Nestor Kirchner, fu dichiarato criminale e da perseguire (ben 1200 persone legate al regime militare furono condannate) e Videla – che non volle mai svelare l’identità delle sue vittime – fu condannato a due ergastoli e 50 anni di carcere.
Milei si permette di mettere in dubbio il terrorismo della dittatura militare e il numero dei desaparecidos, che furono almeno 30.000.
Milei giustifica quel regime criminale e sembra prepararne uno nuovo, il suo.
La Presidente delle Nonne di Plaza de Mayo, la 93enne Estela de Carlotto (la cui figlia, Laura Estela Carlotto fu rapita e fatta sparire dal regime militare, mentre era in attesa di suo figlio, alla fine del 1977), ha dichiarato, che Milei “E’ un personaggio strano. Facciamo qualcosa per fare in modo che cambi o che se ne vada via presto, una delle due cose”, aggiungendo che “Bisogna stancarlo affinché se ne vada”.
Cosa che i sinceri democratici di tutto il mondo dovrebbero augurarsi.
Purtroppo non sempre, anzi forse di rado, le elezioni cosiddette “democratiche” (ma davvero le elezioni sono uno strumento democratico, visto che nella Storia hanno portato al potere le peggiori dittature? La democrazia autentica, diretta, è un’altra cosa, direi) hanno portato al governo figure lungimiranti.
In Argentina solo il peronismo storico e quello più recente di sinistra, dei coniugi Nestor e Cristina Kirchner, ha saputo garantire quella democrazia sociale e civile di cui il Paese, tutta l’America Latina e tutti coloro i quali anelano alla democrazia, hanno bisogno.
La grande Evita Peron, all’indomani di una sconfitta disse: “Torneremo e saremo milioni”.