Il valore della disuguaglianza, il libro di Butler presentato a Lodi Liberale

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Nella 250esima serata di Lodi Liberale è stato presentato il libro “Il valore della disuguaglianza“, pubblicato da Liberilibri Editrice, insieme a Eamonn Butler (Autore del libro e Direttore dell’Adam Smith Institute), Sebastiano Bavetta (Professore di Scienza economiche, aziendali e statistiche presso l’Università degli Studi di Palermo), Carlo Amenta (Professore di Scienza economiche, aziendali e statistiche presso l’Università degli Studi di Palermo) e Carlo Marsonet (Assegnista di ricerca presso l’Università di Torino).

“La visione della vulgata vuol vedere un mondo che ha delle caratteristiche molto strane, che tendono alle ingiustizie, ma questo non è vero: non ci sono dimostrazioni concrete che il mondo stia andando verso le ingiustizie.” Questo libro spiega come mai invece essere diversi sia una ricchezza e non un fattore di debolezza. “E’ un bellissimo viaggio nel mondo dell’economia, della diversità e della disuguaglianza!” Un libro da leggere.

“Questo libro ruota attorno a un’intrigante domanda: se potessi rendere all’istante i poveri due volte più ricchi, ma fare lo stesso contemporaneamente anche con chi sta meglio, lo faresti? La disuguaglianza è stata accusata di ogni nefandezza: bassa aspettativa di vita, scarsa istruzione, instabilità politica, aumento dei suicidi, obesità, malattie mentali, omicidi. Butler sfida questa narrazione condivisa partendo da un’altra prospettiva: la vita vissuta non dimostra che le persone sono differenti per abilità, scelte, rischi, fortuna? Siamo sicuri che l’uguaglianza debba rappresentare uno scopo in sé? Secondo Butler, dovremmo piuttosto concentrarci sui reali problemi sociali ed economici che affliggono i poveri. Focalizzarsi sulle disuguaglianze fa perdere di vista ciò che è davvero importante: non che tutti siano uguali, ma che ciascuno possa avere accesso a uno standard di vita dignitoso. “Il valore della disuguaglianza” analizza con fredda ragionevolezza e incisività un tema importante trattato spesso in modo eccessivamente emotivo. Prefazione di Nicola Porro.”

IL LIBERTISTA AL GOVERNO LIMITA I DANNI DEI GOVERNANTI

“Il tema è quello dell’opinione pubblica, dello sviluppo delle imprese e di come fare divulgazione di quello che è meritoriamente un metodo che viene tramandato. L’autore spende molto del tempo dedicato a questo libro nel cercare di mediare le difficoltà metodologiche inerenti la disuguaglianza, sono problemi che nella letteratura economica sono importanti e centrali. La capacità di consumo, i redditi, una serie di argomenti che sono affrontati con una certa serietà e con un certo impegno. Eppure, difficilmente, queste regole, riescono a fare breccia nell’opinione pubblica. Quello che si studia, quello che viene proposto come opinione pubblica, sono due cose molto diverse.” Il professor Carmeno Amenta fa pensare al problema che abbiamo anche in Italia, dove ci sono molte tasse che gravano su poche persone e che fanno breccia perché fanno leva sull’invidia sociale.

“Il secondo tema è basato sull’opinione pubblica: le imprese rispondono all’esigenza dell’opinione pubblica, nel senso che le scelte che si fanno non sono legate alle idee delle imprese, sono legate alle esigenze del target. Le imprese cercano di performare il board alle visioni del cliente, perché altrimenti non funzionano.”

In compenso la stampa viaggia su una visione perfettamente distorta e politicizzata della realtà, bucando il senso delle attività delle imprese stesse. Dunque il tema non è imporre delle regole, ma fare in modo che siano le persone a chiedere delle regole razionali e non pedanti.

MENO SI INTERVIENE SULLE REGOLE ECONOMICHE E MEGLIO E’

“Il tema della redistribuzione è piuttosto ben spiegato in Butler, dove sostiene che chi è veramente sfortunato dovrebbe essere sostenuto dalla società, ma chi è che è in stato di necessità? Le distorsioni sono moltissime. Nozick aveva già parafrasato capovolgendo Marx in ‘Anarchia, Stato, Utopia’ la sua frase relativa al bisogno e alle capacità degli individui, ma alla fine l’individuo è libero quando ha la possibilità di scegliere come, dove allocare le proprie risorse. Quando lo Stato ti sottrae una quantità di risorse elevatissima e non ci sono le risorse personali, allora non si riesce a aiutare gli altri. In realtà l’uomo ha a cuore l’essere umano per cui lo Stato con minor pressione fiscale avrebbe maggiore welfare.”

“Il libro racconta quali potrebbero essere gli approcci alla filosofia della disuguaglianza e alla filosofia liberale.”

CONSAPEVOLI CHE I POLICY MAKER POSSONO SBAGLIARE

“Se davvero abbiamo a cuore le persone deboli con inferiore tenore di vita, non serve diminuire la disuguaglianza con la redistribuzione, ma ridurre la povertà assoluta, avendo presente che con l’apertura dei mercati le persone che vivono con 1,90 dollari al giorno ormai sono sempre meno. Questo è il periodo che possiamo definire dei più floridi.”

 

“La disuguaglianza sta diminuendo e se tutto questo vi sconvolge è perché abbiamo una visione piena di fantasia. Le statistiche considerate che rendono tutti come poveri sono considerate da punti di vista sbagliati. Il libro, tradotto da Lorenzo Maggi ottimamente, spiega come siano i ricchi a pagare le maggiori tasse e a pagare servizi, che lo Stato invece offre anche gratuitamente. E’ vero che i giovani guadagnano meno dei meno giovani, ma nel tempo la situazione diventa mediamente assimilabile. Insomma, distribuendo anticipatamente i redditi a chi guadagna di meno, non si riduce la povertà, ma si sostiene che il lavoro è una opzione, che non è necessario e senza lavoro anche chi guadagna bene, diventa povero.”

Il professor Butler ha parlato dei meccanismi di redistribuzione, economica o come welfare, spiegando come spesso i governi creino falsi allarmi per dare facili risposte. Bisogna concentrarsi su come diventare tutti più ricchi.

 

“In questo momento le circostanze geopolitiche sono preoccupanti, ma le persone non si occupano di trovare risposte – il professor Sebastiano Bavetta è intervenuto nella serata di Lodi Liberale – il libro è problematico perché proprio si inserisce in un contesto che non è capace di gestire il modo in cui Butler smonta i numeri del mainstream”.

“Dalla caduta del Muro di Berlino alla crisi Lehman Brothers, il sistema ha seguito un trend. Gli effetti si sono visti nell’aumento delle risorse dei poveri, nella diminuzione delle risorse della classe media. Il cambiamento è stato evidente sulla politica: Trump, Brexit, suicidi sono effetti noti che sono stati discussi; meno noti sono gli effetti culturali, cioè l’impatto sul pensiero sulla società da parte delle persone, la percezione personale.”

LA PERCEZIONE DELLA DISUGUAGLIANZA VIENE PRIMA DELLA DISUGUAGLIANZA OGGETTIVA

Secondo Bavetta la letteratura economica si è arricchita della percezione delle cose solamente di recente: ha cominciato a vedere come erano viste dalle persone le proprie posizioni. L’idea di smontare i numeri della disuguaglianza non è facile, perché non riguarda il vero problema, cioè i soldi, la ricchezza, ma quanta diseguaglianza è percepita dalle persone. Esiste – ha detto – un’ampia parte della società che si percepisce molto diversamente da come realmente è posizionata e questa percezione è il motore e la causa delle scelte.

“Se pensiamo che la nostra società sia diseguale, pensiamo che le situazioni intorno a noi siano ingiuste, che ci siano delle circostanze che limitano i nostri sforzi e non ci consentono di avere successo economico. Allora pensiamo che la disuguaglianza sia da combattere. Se invece pensiamo che quello che guadagniamo dipende da circostanze sotto il proprio controllo, in quel caso penseremo di vivere in una società percepita in modo meno diseguale.” Il valore della diseguaglianza va ripreso in una chiave che va legata alla percezione della disuguaglianza.

EQUALITY OF WHAT?

“Perché la diseguaglianza ha un valore? Perché bisogna capire gli individui come di collocano e che cosa vogliono uguagliare e che cosa non vogliono uguagliare. La percezione di uguaglianza consente di attribuire al problema della misura della disuguaglianza i valori individuali.” L’individuo – ha detto Bavetta – ha una sua percezione di priorità nella parificazione di determinate task e in questo senso l’attenzione alla percezione della disuguaglianza consente di rintracciare le cause per cui gli individui hanno una visione distorta della società.

NOI ASPIRIAMO A UNA SOCIETA’ PIU’ LIBERA, A UN EFFETTO POLITICO

“In questa nuova visione della disuguaglianza si gioca una fetta della possibile fortuna futura liberale. Oggi non è vincente il ragionamento basico, perché la corrente avversa è troppo forte.”

“Se potessimo immaginare per un istante di costruire una società in cui il valore della diseguaglianza è alto ma non ingiusto, allora si avrebbe un effetto traino. Le persone vorrebbero essere tutte libere di decidere al netto dello Stato.”

“Nei paesi occidentali c’è stata una scelta politica che siamo così ricchi da non poter vedere le persone povere: la redistribuzione del reddito è una scelta di realismo politico, che dipende dalla mentalità o che viene gestita più o meno coercitivamente. Un punto era capire se anche secondo voi la vedete in questo modo. Il secondo punto era che non sono troppo convinta che il nostro modo di vedere la disuguaglianza sia una questione di risultati, ma una questione di opportunità.” Lisa Kinspergher sostiene che a seconda di dove si vive e di dove vivono le persone più benestanti che pagano più tasse, ci sia una base differente. La sinistra si spende spesso, in Italia, sull’uguaglianza di opportunità.

Martina Cecco

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