Laura Cagol in mostra a Torre Mirana

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Da lunedì 4 a giovedì 14 settembre presso la sala Thun di Torre Mirana è stata ospitata la mostra personale di Laura Cagol “Sguardi in colori e parole”. La mostra ripercorre con diversi dipinti a olio e in tecnica mista, con materiali di vario genere, un percorso personale che l’artista, ha spiegato, in vari momenti è anche autobiografico.

L’artista ha dialogato con Liberalcafé per parlare di cosa la ispira: “I miei dipinti sono anche abbinati alle poesie, si tratta di uno studio che sto facendo sul femminino e sul femminile, mi focalizzo sui volti e sulle espressioni delle donne e delle bambine, per esprimere le varie emozioni che si vivono quotidianamente, magari soprattutto le donne. Mi focalizzo anche sui bisogno degli ultimi che potrebbero essere i bambini abusati – collaborato con l’associazione Anime senza voce negli eventi – e per combattere la violenza sulle donne ho dipinto alcune opere in cui vi sono dei segni che si possono interpretare, anche in quelli in cui si vedono dei segni sul corpo, sul volto.”

“Rappresento tutte le età della vita, anche la vecchiaia, su cui vi sono un po’ di tabù. La vecchiaia è rappresentata molto poco, anche la demenza e la malattia. Vi sono i segni del tempo, che io rappresento nella sua dignità.”

“SCRIVO E DIPINGO IN TEMPO DIVERSI”

“Dipingo un’umanità rappresentata in tutte le età, dall’età del bambino dove troviamo lo stupore, la curiosità, la bellezza della maternità, dell’età adulta e della vecchiaia.”

“In alcuni dipinti sono io in autoritratto, nei momenti della vita di sofferenza e di vissuto interiore. Ho cercato di riportare tutti gli stati d’animo, in particolare durante la pandemia, un periodo in cui abbiamo anche vissuto delle emozioni fortissime.”

I dipinti sono accompagnati anche da poesie, scritte in un momento di arte, di scrittura e di raccoglimento, che sono state scritte prima o dopo o in altri frangenti: gli sguardi sono incredibili e rappresentano una poliedrica visione di movimento e di impressioni. Vi sono dei dipinti che riportano la danza del Flamenco, il ballo dell’energia e della rabbia che rappresenta una parte di donne che sono state emarginate e soffrono e si ribellano alla sofferenza; e le donne africane in queste grandissime comunità dove collaborano e si aiutano tra di loro.

“NON MI ISPIRO A PITTORI PARTICOLARI E MI AFFASCINA L’UMANITA’ DELL’AFRICA”

“I miei pittori preferiti sono Van Gogh, Kandinsky, Monet, l’espressionismo, che sono sempre stati i miei pittori preferiti, ma a me è venuto naturale, perché io sono partita da pittrice di semplice colore e mi viene naturale dipingere con dei colori molto forti.”

Ci sono delle donne che ho incontrato in nord Africa che mi hanno trasmesso molto e che mi hanno affascinato. Molte delle mie donne sono anche simboliche, ad esempio quando si proteggono a vicenda.”

La pittura è olio, acrilico, con un miscuglio a volte di tratto, informale, con mescolanza materica, con impasti di sabbia, che formano delle terze dimensioni, con un impasto grossolano mescolato con elementi naturali, con delle foglie, dei fiori, della sabbia, una tecnica che si chiama tecnica materica.

Martina Cecco

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