Con Thomas Jefferson si chiude il luglio di Lodi Liberale insieme a Bassani, Caroniti e Martinico

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Si è chiusa la prima parte dell’anno con la ultima serata prima della pausa agostana lunedì 31 luglio. Nella 232esima serata di Lodi Liberale è stato presentato il libro “Il pensiero politico di Thomas Jefferson. Libertà, proprietà e autogoverno”, pubblicato da Giuffré editore, insieme a Luigi Marco Bassani (Professore di Storia delle dottrine politiche presso l’Università degli Studi di Milano), Dario Caroniti (Professore di Storia delle Dottrine politiche presso l’Università degli Studi di Messina) e Giuseppe Martinico (Professore di Diritto pubblico comparato presso la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa).

Il secondo decennale di vita dell’associazione è un evento importante che il Presidente di Lodi Liberale ha ricordato, perché la sua attività culturale e non politica serve a far conoscere il pensiero liberale in tutte le sue forme e declinazioni ed è un esempio molto raro in Italia.

“Gli autori hanno tutti il comune punto di vista di difendere e di ampliare il concetto di libertà, tornare a riflettere sulla libertà anche scientifica ha una grande utilità!” Il presidente di Lodi Liberale ha introdotto i relatori e la figura di Thomas Jefferson il padre fondatore degli Stati Uniti d’America.

“I primi 8 anni del XIX secolo lo vedono presidente della federazione: un personaggio in parte contraddittorio, ma non negativo. Un personaggio complesso che mette insieme le sue idee e la politica risultando anche simpatico a chi cerca di studiarlo in queste sue deviazioni rispetto alle idee espresse che lo rendono più vicino a noi come uomo ed esprimono i suoi limiti di cui egli è consapevole.” Il primo intervento del Professor Caroniti si è soffermato sul sui sistemi del potere, che a prescindere tendono inesorabilmente alla tirannide.

IL POTERE E’ POTENZIALMENTE TIRANNO

“Nel caso specifico Jefferson aveva espresso la sua ferma opposizione all’aumento dei poteri del presidente, egli è tra i primi ad osservare l’impossibilità di un potere di rimanere secondario, nonché la libertà secondo Jefferson che interpreta la libertà come elemento fondativo americano per sempre. Autonomia della persona, rispetto degli altri: lo stesso Jefferson aveva delle schiave e degli schiavi.”

“Qualunque società politica che volesse mettere al centro della comunità il principio del rispetto della libertà della persona non può non tenere in considerazione la Dichiarazione di Indipendenza degli Stati Uniti d’America.”

“Secondo Jefferson l’organizzazione del potere va periodicamente messa in discussione e casomai arrivare a rimuovere il tiranno. Il mito della frontiera su cui vive la letteratura americana moderna e contemporanea è quella che vediamo in Sergio Leone o nella parodia di Hill e Spencer, dove nell’ovest si vede il luogo dove espandere la propria personalità. Gli USA secondo Jefferson erano vantaggiati rispetto agli stati europei, perché consentono di unire proprietà e libertà partendo ha Harrington e Locke.

RECUPERARE IL SUO PENSIERO PER SCONGIURARE LE TIRANNIDI

“La dipendenza dallo Stato o da pochi proprietari d’impresa creano forti limitazioni. In Italia non esistono veri margini tra Stato e privato: molte aziende private sono socie dello Stato e sono ben poco imprese. A quel tempo gli insediamenti erano ancora possibili, per ché gran parte della terra era libera, erano pochi gli indiani oriundo.”

RENDERE L’UOMO STESSO LA SEDE DEL POTERE SU SE STESSO

“Cerco di vedere la chiave giuridica, del diritto, della teoria costituzionale, perché l’autore ha messo al centro una serie di temi che attualmente sono argomento di discussione: i federalismi statunitensi confrontati con la sua visione; gli antifederalisti; il ruolo degli Stati.”

LA COSTITUZIONE E IL LIBRO DEL PROFESSOR BASSANI

“Se volessimo fare un parallelo potremmo pensare alla discussione attuale con la nostra Bill of Rights europea e gli Stati, la prima giovane, gli altri maturi. Ecco perché la carta europea deve coordinarsi con le istituzioni statali.” Il professor Martinico ha parlato del ruolo degli stati e della loro conflittualità.

Rispetto all’idea che abbiamo degli USA come un enorme unico blocco di stati federati, in realtà, come mette in evidenzia Jefferson, il rischio della conflittualità c’è, per cui l’idea del conflitto tra livelli si risolve nella NULLIFICATION cioè nella possibilità di personalizzare le leggi. Nel 1803 lo stesse Jefferson, da Presidente, subisce il controllo di costituzionalità delle leggi affidandolo alla Corte e ai Giudici, una sorta di precursore del political, popular control.” Il dibattito è ancora in atto.

La parte residuale dell’argomento è incentrata sulle Carte costituzionali, con la discussione sulla creazione dell’identità del soggetto costituzionale. Raramente le Costituzioni nascono nei momenti di convergenza e di pace, per cui inevitabilmente sono la codificazione della cultura di un popolo che si dà uno statuto. Jefferson inserisce in questo contesto l’elemento del tempo, che gli consente di dare una variazione al rispetto del potere. Noi abbiamo un approccio da dinamico a funzionale, cioè le Costituzioni non sono fisse, devono essere declinate alla bisogna, al contrario di quanto si difende nella difesa del mito della Costituente.

UN LIBERALE LIBERTARIO

“Thomas Jefferson ha avuto una schiava? Si è creato un mito relativamente a questa storia benché non ci siano delle prove che vivessero insieme. In ogni caso la donna era solamente un quarto africano però si racconta che ci siano molti discendenti dalla loro unione, non è chiaro e non ci sono prove, ma i discendenti della donna hanno avuto il consenso per l’utilizzo del cimitero di Monticello.” Esiste un giorno in cui i discendenti di Jefferson organizzano una sorta di Pride per riunirsi come discendenza di questo grande gruppo che è composto da persone bianche che hanno radici nere.

UNA GUERRA PER DETERMINARE LA POTENZIALITA’ DELLA COSTITUZIONE

“Jefferson utilizzò per primo il termine AMERICANISMO, parlando dello stato della Virginia, in cui discuteva delle singole peculiarità di uno Stato e ponendolo alla base del concetto del diritto e della libertà. Dopo il 1809 Jefferson risponde a tutte le lettere che gli arrivano, parla spesso della frugalità ma vive da ricco, fino a che non inizia a indebitarsi completamente. Autore della Dichiarazione di Indipendenza resta una delle persone più importanti da conoscere per conoscere la storia del Congresso Continentale, che poi l’ha tagliata e giudicata.”

UNA REPUBBLICA DI REPUBBLICHE

“C’è una letteratura che viene spinta a valutare Jefferson come un social democratico, im realtà c’è un unico settore in cui Jefferson punta per lo Stato, una sorta di Tertulliano dei nostri tempi, la Pubblica Istruzione. Ha un comportamento che è stato cosificato in quanto egli è una delle grandi fonti per la costruzione della società- americana. Tutti utilizzano il suo punto di vista fin dall’800 e trasversalmente.” Marco Bassani ha parlato del riverbero di Jefferson su tutte le visioni politiche americane dove Jefferson, insieme a Marx e a Cristo, è protagonista anche negli studi di sinistra.

FALSI COME LA CARTA MONETA DA DUE DOLLARI

Nella serata di è parlato della Louisiana e della vendita della terra della Francia agli americani, una vicenda di cui si parla pochissimo. Prima di lui solamente Abram Lincoln parla della catastrofe morale della dissoluzione scongiurata dell’unione.

“Thomas Jefferson compariva nella carta del biglietto da 2 dollari, che esiste ma che è stato tolto. Il suo volto è associato alla doppia visione dei due dollari. Molte tesi e libri interi sostengono tesi che mettono Jefferson in comunanza con gli autori scozzesi, etc.. ma sono tutte teorie prive di fondamenti oggettivi e di testimonianze. Nel corso del New Deal sono usciti libri che parlavano delle stesse argomentazioni ma con risvolti opposti: da una parte chi sosteneva che Roosevelt era legato alla tradizione di Jefferson, altri che non lo erano, tutto questo per parlare della tradizione politica americana.”

Martina Cecco

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