Il silenzio del 25 Aprile: senza ricordo non c’è patria

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di PIETRO PAGANINI

Quella di non pubblicare alcun commento sul 25 Aprile è stata una provocazione. Non se ne saranno accorti in molti. Qualche nostro fedelissimo lettore pero’ ce lo ha fatto notare. Anzi, ci ha criticato per questo. I Liberali non solo hanno combattuto nella resistenza, e fanno della Libertà (Liberale) il loro principio, ma dal 25 Aprile del 1945 in poi, si sono battuti in politica e nella società, italiana ed europea, per una società sempre più aperta e Libera. Allora hanno ragione i nostri lettori, perchè non commentare il 25 Aprile?
In primo luogo perché crediamo che il silenzio sia il miglior modo per riflettere sul significato di questa data. Non è vigliaccheria nè superficialità. Abbiamo scelto di ricordare in silenzio cosa era questo paese prima del 25 Aprile, cosi come in silenzio vogliamo ascoltare da quei pochi rimasti il racconto di quello che era.

Una proposta silenziosa, la nostra, davanti ad una ricorrenza che si sta lentamente spegnendo, sopraffatta dall’idiozia delle polemiche di cui quest’Italia sembra non saper fare a meno. Questa redazione guarda al 25 Aprile di oggi e vede i volti scavati dei pochi sopravvissuti, i cui ricordi si stanno ormai perdendo. Ascoltiamo con vergogna la barbarie dialettica di una classe politica e di una generazione che sbeffeggia la propria libertà e chi ha combattuto per essa o che se ne serve per marcare i confini della propria natura (morta) politica. Così una parte politica inneggia all’idiozia, mentre l’altra sfoga la propria frustrazione ideologica. In mezzo i resti di un’umanità sopravvissuta che ha umilmente combattuto, che ha ricostruito un paese lavorando duramente, sacrificando tutto, anche la vita, per vedere il sorriso rinascere sul volto dei propri figli.

Oggi, 65 anni dopo c’è chi ha sfilato, con la stessa umilta’ di allora, e chi è rimasto a casa. Sarebbe toccato a noi, chiedere di raccontare, ascoltare. In pochi lo abbiamo fatto. Cari nostri, partigiani, resistenti, combattenti, comunisti o liberali, di qualunque colore, questa è oggi l’Italia per cui avete combattuto e per cui in molti, troppi, avete dato la vostra vita. Scusateci. Abbiate pietà di queste generazioni che vi dimenticheranno, che cancelleranno il vostro sacrificio. Fino a quando non impareremo ad onorare questa data, ad apprezzarne il significato vero, la libertà, non saremo mai una comunità, una nazione vera e autenticamente Libera. Finché il vostro ricordo non ispirera’ le nostre azioni, non saremo mai veramente liberi. La luce è di là da venire. Oggi non serve una riconciliazione ma il silenzio per ricordare. Senza il 25 Aprile non c’è Italia, ecco perchè le nuove generazioni devono ricordare.

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