Nella 227esima serata di Lodi Liberale è stato presentato il libro “Brigate Russe” di Marta Federica Ottaviani insieme a: MARTA FEDERICA OTTAVIANI, autrice del libro e giornalista, NONA MIKHELIDZE, giornalista, analista e ricercatrice presso l’istituto Affari Internazionali, LUIGI DI GREGORIO, professore di Scienza Politica presso l’Università della Tuscia di Viterbo, STEFANO MAGNI, giornalista.
Il presidente di Lodi Liberale, Lorenzo Maggi, ha introdotto la serata spiegando come la stagione appena trascorsa si interromperà per la pausa agostana con l’ultimo appuntamento via zoom il 31 agosto. Nella serata è stato presente, al tavolo dei relatori, il giornalista Stefano Magni che è amico e presenza assidua dell’associazione.
“Il libro è uscito all’inizio della pandemia ed è stato ripubblicato adesso da Bompiani. L’autrice è nota per essere assidua di occuparsi di paesi politicamente in affanno. Insieme all’autrice Ottaviani anche la giornalista e ricercatrice Mikhelidze che è un’analista piuttosto seria. Il ciclo che si è inserito in questa stagione è un argomento che tocca l’Ucraina principalmente, perché quello che sta accadendo è un discrimine che porterà il mondo a essere in due diviso per i prossimi anni, è importante – ha detto Maggi – decidere seriamente da che parte stare e stare dalla parte giusta”.
IL CREMLINO CONTRO L’OCCIDENTE DA 80 ANNI
“Il libro inquieta perché spiega cose che si possono pensare, ma che si spera non siano reali, ad esempio una delle faccende in questione è la guerra che il Cremlino ha in mente da 80 anni, che ha come obiettivo quello di fermare lo sviluppo occidentale, oltre la visione orwelliana. Il punto è di tentare di influenzare il dibattito pubblico occidentale; nella Brexit, nelle ultime due presidenziali americane. Il libro cita tutti i dati, contiene anche uno specifico capitolo che riguarda la NATO e che riguarda l’aspetto specifico della Russia pro conflitto, dove l’occidente ha chiuso gli occhi sulla situazione. Tranne che gli Stati Uniti, i quali per primi si sono resi conto di quello che stava accadendo.”
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“Nel 2014 mi occupai di scrivere un tweet per capire che cosa stesse accadendo, perché la nuova indipendenza Ucraina era in opposizione alla decisione del Cremlino, insieme all’inquinamento delle informazioni che girano con i troll on line, mi sono resa conto che la Crimea era stata usata come moneta di scambio ideologico, per distorcere la realtà: Putin ha messo nella penisola a vivere migliaia di russi, per occuparla fisicamente. Mi sono spaventata rendendomi conto di come i russi stavano cercando di manipolarmi e di influenzare il mio modo di vedere le cose da giornalista.” Ottaviani ha messo in risalto che la guerra russa gioca su due fattori: l’ignoranza strutturale del mondo occidentale e la nostra emotività.
IL PUTINISMO E’ OVUNQUE
“La disinformazione viaggia on line. Io ho iniziato a studiare questo argomento da ¾ anni, dopo le elezioni americane, quello che era un timore è diventato una certezza. Gli episodi dubbi diventavano sempre di più.” La Russia ha una sua sfera di influenza enorme che corteggia i movimenti sovranisti, ma non solo: il partito comunista andava a bussare la porta solo da chi la pensava come lui, ad esempio in Italia fino a Berlinguer; Putin invece si relaziona con tutti. Non ha un rispettivo ideologico, lavora ovunque, dalla Lega Nord a Forza Italia a tutte le posizioni che ci sono in giro anche probabilmente nel Partito Democratico.”
L’IMPONENTE FORZA NARRATIVA DEL CREMLINO
“L’ondata del sovranismo sembra un po’ passata, ma era trasversale e alimentava la disinformazione a partire specialmente dai social. Ne faceva parte la campagna per amplificare la questione della dipendenza energetica dell’occidente dalla Russia. L’occidente aveva dunque il timore di rimanere senza le fonti energetiche, in un intrallazzo economico e ideologico perfetto per costruire una zona di reindirizzo. Attualmente la Russia ha deviato le sue energie altrove, ma c’è stata comunque molta distorsione a partire dall’inizio della guerra all’Ucraina dal 2014.” La giornalista Mikhelidze ha messo in rilievo che l’Italia è uno dei paesi in cui le testate, tipo laRepubblica, mettevano in luce notizie della narrativa del Cremlino.
PUTIN COME IL CATTIVO CHE PRENDE TUTTO E CHE FAREBBE PAURA MILITARMENTE
“Molto della disfatta è stato alimentato anche da chi non è stato in grado di capire la situazione all’interno delle Forze armate russe, non c’era la lucida visione di quanto accadeva, ci si limitava a riportare le dichiarazioni del Ministero della Difesa creando il Mito di Putin.” La storia di Putin è stata resa più illustre di quello che in realtà sarebbe, nella costruzione del mito storico derivante dalla narrazione imperialista.
LA DESTRA AMERICANA ED EUROPEA TORNA SOCIALISTA E AMMIRA PUTIN
“Per coprire il crimine il percorso è stato lungo, ma alla fine il punto forte è la minaccia del nucleare, che viene proposta spesso, almeno 200 le minacce, per fermare la NATO, dichiarando in propaganda sovietica che la risposta della Russia alle provocazioni dell’occidente sarà pronta a tutto. Il problema è capire chi in occidente a queste minacce ci crede, facendo cassa da risonanza. E’ curioso notare che, entrare nella setta, è qualcosa che tocca sia gli ex comunisti che non accettano la vittoria del mondo liberista nella guerra fredda e vorrebbe tornare a un mondo bipolare, insieme alla destra che utilizza spesso notizie che compaiono sulla propaganda russa, che la cavalca – ha detto Stefano Magni – perché desidera un imperialismo da cui è stata amputata, cioè perché rappresenta il sotto proletariato e la classe media caduta in disgrazia, convinta che il futuro sarà peggiore.” Il giornalista ha messo in luce come vi sia assonanza nel pensiero odierno della destra, con il socialismo di destra del Novecento scorso.
“Mosca, per la destra occidentale, rappresenta l’ultimo baluardo di difesa identitaria dei popoli.”
Martina Cecco