“Libertà e moderazione. Scritti politici” di David Hume a Lodi Liberale

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Nella 226esima serata di Lodi Liberale di oggi, lunedì 19 giugno, è stato presentato il libro di David Hume “Libertà e moderazione. Scritti politici”, pubblicato da Rubbettino Editore, insieme a Spartaco Pupo (Professore di Storia delle dottrine politiche presso l’Università della Calabria), Alessandro Della Casa (Assegnista di ricerca presso l’Università della Tuscia) e Corrado Ocone (Filosofo).

CONTINUITY E LIBERTA’ IN HUME

“Chi vuole conoscere il pensiero politico di Hume ha – oggi – in mano una cassetta degli attrezzi affidabile.” Il professor Spartaco Pupo ha presentato il suo lavoro su questo pensatore concreto, equilibrato, antidogmatico, che ha cercato con il mezzo del saggio di distinguersi da tutti i teorici dello Stato moderno. Ha privilegiato il saggio rispetto al dogmatismo del trattato.

“Se pensiamo al concetto di Opinione pubblica ai nostri giorni, Hume è stato il primo a parlarne, nonostante Bentham parlasse del Tribunale pubblico, etc. Hume era inviso a cattolici, protestanti, presbiteriani, tory, wings e tutti coloro che non erano d’accordo con la sua libertà del pensiero come autonomia individuale.”

SENZA MODERAZIONE NON CI SAREBBE POSSIBILITA’ DI SUCCESSO NELLA VITA POLITICA

“Hume per la prima volta nella storia del pensiero politico difende il valore del lusso, egli ebbe una grande influenza su Genovesi, Filangeri e i pensatori illuministi del Sud, che vedevano nel lusso il sinonimo della raffinatezza, le cui età sono state le più felici e le più virtuose.”

“La logica, quando siamo in presenza degli effetti del caso e della fortuna non ha senso, per cui bisogna limitarsi a descrivere i fatti politici per come sono. Un liberale, un moderato, un conservatore scettico che non cerca di dare una lettura della Dottrina del Contratto Originario come una teoria assoluta, bensì come la teoria di una delle parti politiche che decide di profetizzare senza umiltà.”

HUME ERA UN CONSERVATORE: FU IL PRIMO A CATALOGARE I PARTITI

“La realtà e la storia ci dicono che l’origine dello stato è la forza. Lo Stato nella storia inizia con un accampamento militare. Avviene per discendenza dinastica. Non avviene per consenso.”

“Hume non specula, ma conosce bene la sua realtà, la sua Edimburgo, frequenta i club e conosce anche l’uomo della strada. Non esiste in lui alcuna visione di distacco tra uomo di natura e uomo di società. Egli ritiene che chiunque potrebbe essere originariamente divino se la Teoria dello Stato di Natura, per come viene visto in taluni contesti, fosse vera. Insomma, il potere e il controllo del territorio hanno moltissimi contesti e non solo quelli statuali.”

 

“Hume non pone la fonte della morale  in un ente esterno all’uomo, universale ed eterna; per Hume le azioni e le qualità umane sono giudicate sulla base dell’opinione intersoggettiva ricavata dalla convivenza tra persone, spontaneamente e senza finalismo. Quindi, benché Hume trovi alcuni elementi che sono importanti negli esseri umani, in realtà nega l’uniformità della natura umana e guarda alle vicende degli esseri umani in un’ottica storica.” Il professor Alessandro della casa parla di come nei saggi traspaiano moda, tendenza, costume, educazione che vanno a plasmare le passioni, che in taluni casi possono ritrovarsi simili tra nazioni e nazioni.

“Hume emerge come pluralista morale: il suo lavoro è importante perché si inserisce nel contesto delle prime giornate della società liberale.”

IL POLITICO SAGGIO E’ PRUDENTE E MODERATO E CERCA IL GIUSTO MEZZO PER CONSERVARE L’ORDINE DELLA SOCIETA’, SENZA FOMENTARE GLI ANIMI, INNOVARE IMPROVVISAMENTE, ABBATTERE PILASTRI E FONDAMENTA DELLA COSTRUZIONE

Hume contrasta le visioni tradizionali che osannano le rivoluzioni e le ribellioni, sostiene che non sono attività politiche di programma, ma sono contesti dovuti al decorrere della storia: in Hume non troviamo perciò dei parametri fissi di politica, nonostante parli di modelli ideali che non si conformano all’imperfezione umana e allo Stato a cui l’uomo può giungere. Secondo Hume servono opere di conciliazione per mantenere o per tenere fede alle scelte governative.”

 

Il giornalista Corrado Ocone ha recensito la pubblicazione parlando di Hume principalmente dal punto di vista strettamente filosofico: ha citato le principali argomentazioni portate da Hume nella filosofia del pensiero politico, confrontandolo con i liberali del pensiero moderno.

LA LIBERTA’ UMANA NON PUO’ESSERE IMBRIGLIATA IN UNA TEORIA

“Questo aspetto di Hume affascina molto e lo fa essere veramente un liberale: la sua critica all’idea del modello costruttivista esce come una conseguenza naturale delle sue premesse di pensiero. Hume aveva una sensibilità storica ed era un grande storico – nonostante le sue opere storiche più interessanti non siano state tradotte in Italia – per molti versi assimilabile a Hobbes, tuttavia radicalmente diverso in argomento di conflittualità. Simile anche a Machiavelli, ma anche in questo caso si differenzia in argomento di guerra e di gestione del despota e dell’autocrazia. ”

 

 

“Hume ebbe successo anche in Francia, fu amato dagli illuministi delle correnti minori come l’Illuminismo napoletano.”

ANTICOSTRUTTIVISMO, ANTIDETERMINISMO: HUME ACCOMUNATO AD ALTRI GRANDI FILOSOFI POLITICI

In Hume troviamo una storicità che lo rende immune automaticamente al nozionismo. Hume, per quanto concerne l’aspetto economico del lusso, l’idea del commercio come qualcosa di morale che riguarda la morale dell’uomo, anticipa Adam Smith. Il commercio e la ricchezza aumentano il livello della civilizzazione ma nel ‘700 il lusso era un argomento fortemente divisivo tra chi la pensava come Rousseau, addossando alla civiltà le colpe di tutte le ingiustizie e chi no, chi pensava che la storia non fosse altro che un adattamento autonomo e spontaneo in senso Hayekiano.

L’ILLUMINISMO SCOZZESE DI HUME

“La ragione è schiava delle passioni e tale deve rimanere: per Hume la ragione può solo conoscere un fatto e descrivere una cosa per come è, ma non può applicare una normazione all’essere per dire come dovrebbe essere, a meno che non si stia facendo della metafisica.” Il professor Spartaco Pupo utilizza un termine noto, quello con cui molti designano Hume: illuminista scettico.

LO SCAMBIO COMMERCIALE E’ SCAMBIO DI MERCI, IDEE, COMPETTITIVIT’, ARTI, ETC..

Hume applica, nella ricerca storica, il metodo del realismo storiografico; per Hume la ricchezza dii una nazione non deriva dalle conquiste militari, ma dal processo che si innesca in seguito ai combattimenti degli eserciti. Questo vale, secondo Hume in emulazione e competizione, tanto per i singoli individui, tanto per le nazioni. Per questo Hume vede nel mercante il naturale proseguo della conquista, ovvero la civilizzazione.

Hume raccoglie un grande consenso nella penisola italica specialmente presso le città di mare, che ne vedono il lato comune che sembra esaltarne la natura. Hume ha uno stile gradevole e ricco di humor nel raccontare, perché le sue relazioni saggistiche vengono pubblicate prima di tutto su libelli e su stampa e non come trattato o come testo di studio in sé.

Di Martina Cecco

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