Nella 213esima serata di Lodi Liberale è stato presentato il libro di Francesco Ferrara “Libertà in tutto e per tutti“, pubblicato dalla Libreria San Giorgio, insieme a Paolo Luca Bernardini (Professore di Storia moderna all’Università degli Studi dell’Insubria), Marco Guidi (Professore di Storia del pensiero economico all’Università di Pisa) e Fabrizio Simon (Professore di Storia del pensiero economico all’Università di Palermo).
“Siamo in presenza di un pensatore notevole del suo tempo, federalista e liberista, siciliano; in questo momento storico abbiamo bisogno di un pensiero come questo.” Il presidente di Lodi Liberale Lorenzo Maggi ha introdotto la serata lasciando l’assise in autonomia perché impegnato nel Consiglio Comunale di Lodi.
LA RARA AVIS DELL’INDIPENDENTISMO LIBERALE
Il professor Paolo Luca Bernardini ha predisposto una introduzione tecnica e stilistica per passare al gigante che è Stato Francesco Ferrara. “Nell’800 in Italia il pensiero vive un momento di slancio autonomo, perché il nostro paese era estremamente aperto al pensiero economico non italiano, bensì l’idea era di un paese estremamente vivo e attento. Egli faceva parte di una costellazione di pensatori del tempo: erano numerosi i pensatori italiani che si rivolgevano all’estero per attingere alle idee di economica politica.”
“Il discorso sull’indipendenza, l’indipendentismo, il federalismo, è molto interessante in Ferrara. Si parlava già di Stati Uniti d’Italia anche se Ferrara nel ’48 viene arrestato per un breve tempo nella sommossa che nasce a Palermo. Ferrara scrive continuamente, ha una grande attenzione verso la scrittura, molto similmente ad Einaudi; in una successiva fase si dedica anche al contesto accademico.”
“Il federalismo del Sud dell’epoca non era in stretto contatto, come oggi, con il federalismo del Nord. Attualmente l’indipendentismo italiano, rispetto ad altri periodi, è in uno stato abbastanza penoso. Ferrara, più che un solo indipendentista, era un liberale: per questo vedeva la possibilità di applicare e di sviluppare meglio le politiche liberali.”
E’ quindi intervenuto alla conferenza il professor Marco Guidi, che è stato presentato dal presidente dell’associazione.
SICILIA LIBERALE, NELL’ITALIA DELL’800
“Le lezioni di Ferrara sono state curate ma non circolavano nei circuiti librari tradizionali, di trovano nelle biblioteche e l’accesso è limitato a chi le cerca: mettere in circolazione autori come questi, fuori dall’ambito accademico, è una cosa molto buona.” Secondo Guidi la diffusione di opere del pensiero in ambiti diversi rispetto alle facoltà e alle biblioteche è arricchente.
“Ferrara fu relegato in una funzione di rappresentanza della quale però si serviva anche a scopo di didattica: animato di pieno liberalismo, si trova però a uno snodo in cui si trova effettivamente in minoranza. La sua vicenda era nata in Sicilia, luogo di pratica di liberismo economico. Egli è in un certo modo un moderno.”
La Sicilia del tempo era immersa in un pensiero che credeva fortemente nella capacità del mercato libero e della libera concorrenza. In questo senso si parlava di liberarsi della quota annonaria, dei dazi, che rendevano difficile lo sviluppo economico. Siamo alle soglie del sistema di finanziamento delle grandi fabbriche, a ridosso dal periodo delle sovvenzioni.
“La governa-mentalità del governo politico centralista” sono le parole che Michael Foucault utilizza per parlare del mancato coraggio di voltare pagina in economia.
Il nuovo liberalismo, in Europa, inizia solamente dopo la prima metà dell’800.” La sua strategia era molto attuale, con la creazione di una collana di fascicoli, che venivano poi rilegati, dando una serie di piccole pubblicazioni che si sono diffuse molto. In Piemonte collaborò al “Risorgimento” di Cavour e ottenne la cattedra di Economia politica nell’Università della capitale dove fondò importanti giornali e periodici come “La Croce di Savoia”, “Il Parlamento” e “L’Economista”.
Sempre a Torino promosse la pubblicazione della “Biblioteca dell’Economista” che uscì per i tipi della casa editrice Pomba. Della “Biblioteca dell’Economista” Ferrara curò le prime due edizioni, dal 1850 al 1867, nelle quali furono presentate in traduzione italiana opere generali e trattati speciali di economia.
“Ferrara ci aiuta a non dimenticare mai le leggi del mercato quando si fa politica, perché il demagogismo per promettere a poche decine di lettori è ridicolizzabile, come lo è la difesa di qualsiasi tipo di monopolio, etc.. Tuttavia non era in grado di fare delle previsioni su dove sarebbe andato a parare il pensiero economico. Il suo progetto era incentrato su libertà e democrazia, ma non poteva prevedere le dinamiche contrastanti dopo di lui.”
Il terzo intervento è del professore siciliano Fabrizio Simon, che è stato invitato per la prima volta a una serata con Lodi Liberale.
“Mi sono occupato di Ferrara fin dall’inizio della mia carriera intellettuale. Conoscevo questo testo anche se non mi ero mai soffermato. Intendo occuparmi del lessico di Ferrara, per arrivare a costruire un ambito filosofico.”
“Ferrara afferma di essere principalmente un giornalista, un personaggio che ha un suo obiettivo preciso quando scrive: egli scrive prevalentemente su periodici.”
“La filosofia della storia e del progresso di Ferrara è profondamente cristiana: il Ferrara provvidenzialista c’è sempre, l’idea di libertà si fonda sul progresso; c’è sempre un continuo dualismo dell’individuo nella libertà, in un cammino molto travagliato. Gli individui hanno l’onere e il compito di superare gli ostacoli seguendo il progresso verso la libertà.”
“La scienza economica di Ferrara non vuole essere neutrale, ha un suo finalismo, la sua filosofia della storia è di ispirazione fortemente cristiana. Si ispira al pensiero liberale inglese e francese. Va a cercare gli economisti che hanno un atteggiamento eroico, come Smith e Basquiat. Questo pensatore non è facile da comprendere, ma i suoi articoli sono abbastanza seducenti per procedere allo studio del suo pensiero.”
Il professor Simon ha concluso il suo intervento mettendo in evidenza che spesso si è ricamato su questo pensatore. Nel periodo compreso tra il 22 giugno 1850 ed il 30 aprile 1852 a Torino viene pubblicato, ad opera di esuli siciliani, il quotidiano La Croce di Savoia con un programma editoriale che si ispira ai principi liberali, federalisti e del liberismo economico. L’iniziativa nasceva dalla vulcanica personalità di Francesco Ferrara; gli altri siciliani che collaborarono come redattori de La Croce di Savoia furono Emerico Amari, il cui contributo era considerato dal Ferrara necessario ed insostituibile, e Vito D’Ondes Reggio. Alcuni testi di questi pensatori sono stati forzatamente attribuiti a Ferrara.
“Ci sono moltissimi elementi che servono per leggere oggi francesco Ferrara. I suoi argomenti sono forti, la sua coerenza è completa, fino in fondo, è una figura straordinaria anche dal punto di vista morale, una figura estremamente interessante.” Il professor Bernardini ha concluso che l’autore in esame è attuale, nonché di recente sono state pubblicate delle opere che si possono trovare in commercio, da leggere.
A cura di Martina Cecco