Siamo stanchi che la Storia si ripeta. Ma, almeno, quanche voce critica (ancora) c’è

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Mentre in Italia si trascina una campagna elettorale estiva come non se ne erano mai viste (anche perché si svolge in estate e nella più calda estate mai vista!), ove da una parte si sbandierano e scodellano promesse e dall’altra si cercano di allargare i campi a più non posso e – entrambi gli schieramenti – misurano chi ce l’ha più lungo…l’atlantismo, nel resto del mondo si parla e si discute di cose serie.

E c’è chi ha un minimo di sale nella zucca e dice cose ragionevoli.

Nel resto del mondo, almeno, si sta comprendendo che viviamo in un clima (rovente in tutti i sensi!) nel quale – da un momento all’altro – oltre a una nuova pandemia e a una crisi alimentare e economica, può scoppiare anche una guerra nucleare.

Il primo a raccontarla giusta è il socialista Jean-Luc Mélenchon, leader dell’opposizione al governo di destra di Macron.

Sulla questione Taiwan dichiara infatti “provocatoria” la visita della speaker della Camera dei Rappresentanti USA Nancy Pelosi nell’isola cinese. E fa presente che “I cinesi risolveranno il problema fra loro. Non vi è altra via d’uscita possibile”.

Riferendosi alle tappe successive della Pelosi ha sottolineato, peraltro, “l’accoglienza estremamente fredda che la stessa speaker statunitense ha poi ricevuto a Tokyo e Seoul”.

E, Mélenchon, ha ricordato la linea della Francia sulla questione: “Io ho solo ripetuto la dottrina costante del nostro Paese riguardo alla Cina dal 1965. C’è una sola Cina. Facendo presente che, tale dottrina, è “regolata anche dagli accordi internazionali accettati dal nostro Paese e dai membri dell’Onu”, e che “Cina e USA si impegnano a rispettare reciprocamente”.

Sulla questione era intervenuto anche Tom Friedman del New York Times, scrivendo, di recente – relativamente al viaggio della Pelosi – che “Non ne verrà fuori nulla di buono”, sottolineando che persino l’amministrazione Biden si era opposta al viaggio. “Dubito seriamente che l’attuale leadership di Taiwan, nel profondo del suo cuore, voglia questa visita di Pelosi ora”, aveva scritto Friedman.

Di recente è intervenuto, in merito, il grande artista, difensore dei diritti civili e umani, nonché socialista libertario Roger Waters. Il quale ha affermato che Pechino “ha diritto a rivendicare la sovranità su Taiwan perché è parte della Cina”.

Inoltre, il buon Roger, non le ha mandate a dire a probabilmente il più imbarazzante Presidente degli USA dai tempi di Richard Nixon, ovvero sulla sua politica estera: “Beh, tanto per cominciare sta alimentando il fuoco in Ucraina. È un crimine enorme. Perché gli Stati Uniti d’America non incoraggiano Volodymyr Zelensky a negoziare, evitando la necessità di questa orribile, orrenda guerra?” E sulla questione ha proseguito, affermando: “Beh, per qualsiasi guerra si può dire…quando è iniziata? Bisogna guardare alla Storia e si può dire: ‘Beh, è iniziata in questo giorno’. Si può dire che è iniziata nel 2008… Questa guerra riguarda fondamentalmente l’azione e la reazione della NATO che si spinge fino al confine russo, cosa che aveva promesso di non fare quando Gorbaciov negoziò il ritiro dell’URSS dall’intera Europa orientale”.

Ora, pensatela come volete. Però io mi ricordo che, negli Anni ’90, chi militava da una certa parte, manifestava contro le guerre e contro i conflitti.

Da anni non vedo più niente di tutto ciò.

Ai tempi, chi vi scrive, stava nel partito dei Verdi. Mantenevo la mia indipendenza ideale (non sono mai stato organico a nulla), ma ai tempi eravamo contro la guerra e contro ogni bomba. Per un sistema sociale e economico completamente diverso. Socialista e democratico. Ma non solo a parole.

Dal governo D’Alema in poi, la sinistra è diventata praticamente come la destra. O, forse, lo era anche prima, con Prodi.

A dire “No alle bombe” e a parlare di ricerca di negoziati (al posto delle bombe, appunto!) c’era Bettino Craxi, da Hammamet. E io mi ricordo la prima pagina del nuovo “L’Avanti”, del 18 dicembre 1998 (che conservo ancora e ne riporto qui la foto), che recava appunto quel titolo. Erano i tempi dei bombardamenti USA in Iraq.

La Storia si ripete.

Ma, francamente, siamo stanchi di vedere e di scrivere che la Storia si ripete. Dai tempi di Hiroshima e Nagasaki, da quelli del Vietnam e di tutti i fottuti conflitti che hanno reso questo mondo un posto ancor più merdoso per vivere.

Luca Bagatin

www.amoreeliberta.blogspot.it

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Nato a Roma nel 1979, è blogger dal 2004 (www.amoreeliberta.blogspot.it). Dal 2000 collabora e ha collaborato con diverse riviste di cultura risorgimentale, esoterica e socialista, oltre che con numerose testate giornalistiche nazionali, fra le quali L'Opinione delle Libertà, La Voce Repubblicana, L'Ideologia Socialista, La Giustizia, Critica Sociale, Olnews, Electomagazine, Nuovo Giornale Nazionale, Liberalcafé. Suoi articoli sono e sono stati tradotti e apprezzati in Francia, Belgio, Serbia e Brasile. Ha pubblicato i saggi "Universo Massonico" (2012); "Ritratti di Donna (2014); "Amore e Libertà - Manifesto per la Civiltà dell'Amore" (2019); "L'Altra Russia di Eduard Limonov - I giovani proletari del nazionalbolscevismo" (2022) e "Ritratti del Socialismo" (2023)

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