Ucraina-Russia, “Donbass verso guerra totale”

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Secondo funzionari ucraini e americani citati dalla Cnn, l’esplosione dell’auto nel Donbass – regione controllata dagli indipendentisti filorussi – sarebbe stata una ‘false flag operation’, ossia un’operazione condotta in modo da far ricadere la responsabilità su altri, progettata per alimentare le tensioni nell’area.
Ma la stessa accusa – rovesciata sull’Ucraina – vale finisce anche per l’asilo ucraino che sarebbe stato colpito da un mortaio delle milizie indipendentiste filorusse. Immagini considerate non genuine (il foro è in una parete laterale e non sul tetto) e non rispondenti a un colpo di mortaio che cade invece dall’alto.
La battaglia delle “false flag operation” mira a screditare la versione avversaria.
Quello che – al di là delle “false flag” – invece emerge come traicamente vero, al di là delle manipolazioni reali o presunte, è che si sta andando verso la guerra totale in un momento in cui l’ONU dovrebbe invece inviare una forza di interposizione e richiedere il disarmo delle parti, sanzionando chi non applica gli accordi di Minsk del 2014/2015.

Il segretario generale della NATO Jens Stoltenberg ha “visto tentativi” da parte della Russia di organizzare un’operazione sotto falsa bandiera in Ucraina, tra le notizie di bombardamenti nell’est del paese.

“Siamo preoccupati che la Russia stia cercando di mettere in scena un pretesto per un attacco armato contro l’Ucraina”, ha detto Stoltenberg in una conferenza stampa. Non c’è “ancora chiarezza, nessuna certezza sulle intenzioni della Russia”, ha aggiunto.

L’avvertimento di Stoltenberg è arrivato tra le notizie di un aumento della violenza nella regione ucraina del Donbass, dove Kiev ha combattuto i separatisti sostenuti dalla Russia per anni.

Da parte sua il leader dell’autoproclamata repubblica filorussa di Donetsk, Denis Pushilin, ha avvertito che la situazione nel Donbass sta andando verso la ‘guerra totale’. Alla domanda della tv russa Rossiya 24 se siamo a quel punti, Pushilin ha risposto: “Sfortunatamente sì. In qualsiasi momento può semplicemente iniziare un’offensiva su larga scala. Tutto è assolutamente pronto per questo”.

«Anche all’Italia non si può negare di avere le proprie preoccupazioni, lo facciamo tutti, fa parte di questo processo». Kamala Harris, numero due della Casa Bianca, riconosce, pragmaticamente, che non possono esserci sanzioni contro Mosca studiate in una capitale e subite da un’altra. Trovano quindi “cittadinanza” anche a Monaco i dubbi espressi dal presidente del Consiglio Mario Draghi di imporre sanzioni al settore energetico russo senza tener conto che la dipendenza dell’Italia dal gas russo è maggiore di quella di molti Paesi europei. «L’Italia – ha aggiunto la vicepresidente Usa – è molto presente nei colloqui su come procedere per arrivare allo scopo di dissuadere la Russia dall’invadere».

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