Aleister Crowley (1875 – 1947), fu scrittore, poeta, esoterista, mago, massone e addirittura alpinista britannico che, a cavallo fra la fine dell’800 e il ‘900, divenne figura emblematica, a torto, spesso, ritenuta controversa.
La sua filosofia, da egli chiamata “Thelema” (dal greco “Volontà”), tutt’altro che dogmatica, si fondava e si fonda sul principio, da lui enunciato: “Fa ciò che vuoi sia tutta la Legge. L’Amore è Legge sotto la Volontà”.
Un percorso di ricerca volto a superare i desideri egoistci, per giungere, infine, alla propria autentica volontà.
Un percorso che Crowley enunciò in numerosi saggi, il principale dei quali è “Magick”, in cui egli ne spiega le pratiche rituali.
Crowley, il quale riteneva che il Divino risieda in ciascun essere e che non esista alcuna altra forma di Divinità esterna (così come non esiste alcun Satana o inferno), influenzò moltissimo, non solo la letteratura e la cultura della sua epoca, ma finanche il mondo della musica e dello spettacolo, dai Beatles ai Led Zeppelin, da David Bowie ai Rolling Stones, passando per lo scrittore beat William Burroughs e fu citato persino da Leonardo Sciascia, che raccontò dell’espulsione di Crowley dalla Sicilia, da parte del regime fascista.
Aleister Crowley, inoltre, continua ad essere molto citato ed essere fonte di ispirazione letteraria per il mondo del fumetto e dei videogiochi.
In Italia, fra le più serie associazioni culturali e spirituali che si ispirano alla filosofia thelemica, vi è il S.O.T.V.L. (acronimo di Sapere Osare Tacere Volere Liberarsi), guidato a Novara dallo studioso di esoterismo Marzio Forgione, che ricopre la carica di Gran Maestro, il quale, nel recente passato, è stato intervistato diverse volte anche da Toni Garrani, nella trasmissione di Rai Tre “Cominciamo bene”.
Il S.O.T.V.L., da anni, si occupa, peraltro, della traduzione e pubblicazione delle opere di Aleister Crowley, e Marzio Forgione, proprio di recente, ha curato di recente la pubblicazione di un interessante saggio (edito da Tipheret) che raccoglie alcuni dei più importanti scritti di Aleister Crowley, ovvero “Il Liber Legis e i sacri libri di Thelema”.
Da esperto dell’argomento, ho voluto dunque porgli alcune domande, per conoscere meglio la filosofia di Thelema e il suo illustre fondatore.
D. Innanzitutto mi piacerebbe chiederti come sei venuto in contatto con la filosofia di Thelema e con gli insegnamenti di Crowley e che cosa ti ha spinto a portarli avanti?
R. Il mio incontro con il pensiero di Crowley e, di conseguenza, con il Sistema di Thelema, è avvenuto del tutto casualmente quando, poco più che ventenne, conobbi in Germania un esponente della Fraternitas A\A\, lignaggio tedesco del celebre Ordo Astron Argon di Crowley riconducibile a Soror I.W.E., Martha Küntzel. In seguito, in quest’Ordine, basato a Mörfelden (Mainz) e guidato dallo svizzero-tedesco Heinrich Baumgartner (Frater Hetzlacha), ricevetti nella primavera del 1977 e.v. la mia Iniziazione. Quello che successivamente mi ha spinto a diffondere, in particolare in Italia, la filosofia di Thelema, è stata la convinzione che essa fosse un paradigma etico-spirituale particolarmente adatto all’uomo contemporaneo e aperto al futuro e che riuscisse finalmente a superare quei modelli superstizioso-religiosi che tanto avevano contaminato le scuole esoteriche occidentali. Inoltre, nel Sistema di Thelema, che Crowley definì “Ateismo-Spirituale” e anche “Sistema Scientifico di Etiche”, rintracciai insegnamenti e orientamenti tipici di un certo sciamanismo mesoamericano, integrati in modo perfetto in questa eccezionale espressione sincretica che è Thelema, rafforzando in me l’idea di essere di fronte ad una geniale opportunità di conoscenza della struttura psico-fisica dell’uomo, da offrire a tutti i veri “Cercatori”.
D. Aleister Crowley fu, sin dalla sua gioventù, considerato una figura controversa. Forse anche a causa del fatto che egli stesso amasse alimentare certe dicerie…. Cosa puoi dirci in merito?
R. Va innanzitutto chiarito il fatto che Crowley fu considerato controverso a suo tempo, in quanto adottava – come altri intellettuali di fine Ottocento – una serie di atteggiamenti volutamente provocatori nei confronti di molti fra i valori più soffocanti e ipocriti della borghesia europea. Sicuramente a volte il suo atteggiamento fu esagerato e voluto oltre misura, ma in un’epoca come la nostra non sarebbe considerato poi così tanto “controverso”. C’è chi fa e ha fatto di peggio, in termini di provocazione. Il reale cuore della questione è che a Crowley non si perdona l’aver criticato pesantemente il Cristianesimo, ipotizzando un’alternativa. Questo ha veramente generato nei suoi confronti quegli atteggiamenti che, se si studia la Storia, si scoprono essere esistiti verso tutte le figure in reale rotta di collisione con la religione. Non con la Chiesa, che è un’istituzione e come tale è ovviamente periodicamente criticata. Crowley lottò per un’Europa emancipata dalla religione. E questo non glielo si perdona neanche oggi, poiché le stesse tradizioni esoteriche occidentali sono permeate di religiosità. Crowley era ateo e lo dichiara. Non dimentichiamoci come, fino a poco tempo fa, anche qui in Italia, “ateo” era sinonimo di “immorale”. In epoche precedenti, un ateo era un indemoniato.
D. In che cosa consiste, in sostanza, l’insegnamento di Aleister Crowley e su che cosa si fonda?
R. Difficile sintetizzarlo in poche ed efficaci parole. Crowley cercò di creare un percorso di crescita per l’Uomo – se vogliamo, “spirituale” – che sintetizzasse una serie di suggestioni di carattere sacro, ma laico. Ad esempio, c’è tanto Buddismo in Thelema e al contempo vi sono una serie di intuizioni che assomigliano tanto al percorso di “individuazione” che, contemporaneamente, il suo coetaneo Jung andava definendo. Più di una persona, fra Ottocento e Novecento, di fatto, elabora teorie e visioni che sono concordi con i punti salienti di un percorso come quello “thelemico”. È normale. Era l’epoca. Si avvertiva che un tempo era finito e che ne stava iniziando uno nuovo, con nuovi valori e nuove esigenze, in cui l’Uomo sarebbe stato concentrato sulla scoperta della sua vera volontà contro dogmi e obblighi avvertiti ormai come non solo inutili, ma dannosi. Dunque, un percorso in cui l’autodisciplina si sostituisse alla coercizione della disciplina e, la ricerca della propria vera natura, si sostituisse all’obbligo di piegarsi a una società immobile e ferocemente gerarchica. Se Crowley fosse vissuto oggi, le sue idee sarebbero state piuttosto diffuse. A parte quelle sulla religione. In ogni caso non sarebbe certo considerato una personalità così tanto “sopra le righe”. E lui stesso, probabilmente, non si sarebbe servito di questi elementi per rendersi “visibile” e farsi ascoltare. Ognuno dev’essere capito in relazione al suo tempo. Il motto definitivo di Thelema è “Il metodo della scienza; lo scopo della religione”. Crowley combatté molto l’aspetto superstizioso e antiscientifico che ancora permeava (e permea?) i percorsi spirituali alternativi alle religioni istituzionalizzate. A fine Ottocento, c’erano figure di Guru che pubblicizzavano l’allontanamento dalle cure mediche, ad esempio, o facevano perno su show legati a sedute spiritiche…. La “religione” come “scopo” è intesa come “sacralità”, cioè come integrazione della parte sacrale di sé nella totalità del Sé.
D. Come mai, a tuo parere, Crowley ha influenzato così tanto la controcultura occidentale?
R. Perché, appunto, ciò che Crowley diceva a suo tempo, dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, nel cuore del Novecento, diventò fortemente ricercato da quella controcultura giovanile (beatniks, hippies…) che si proponeva di “aggiornare” la società. Crowley è stato oggettivamente un brillante anticipatore di una serie infinita di suggestioni, idee, valori che sarebbero diventati chiave in seguito.
D. Cosa rimane, oggi, dell’insegamento di Aleister Crowley e quali sono le attività che portate avanti nell’ambito del S.O.T.V.L.?
R. Di qualsiasi proposta filosofica e, dunque, anche di Thelema, rimane de facto quel che deve rimanere, cioè quello che non è antistorico e anzi può traghettare verso il futuro. Questo è vero anche per la scienza che continua ad aggiornarsi attraverso la critica e il dubbio. Alcuni elementi del pensiero di Crowley sono universali e attualissimi, altri sono troppo legati a un mondo che non esiste più e, continuare a riproporli acriticamente, trasforma un messaggio di costante “aggiornamento” storico dell’Uomo in una sciocchezza fuori dal tempo. Per questo l’S.O.T.V.L. si ispira anche a Crowley, ma non solo! Thelema, nella sua essenza portante – più che Crowley! – è un elemento importante, ma la Storia ha prodotto tanti nuovi artisti e pensatori!
D. Oltre al S.O.T.V.L. esistono altre organizzazioni, anche a livello internazionale, che portano avanti gli insegnamenti di Aleister Crowley. Il più importante è l’Ordo Templi Orientis, che alcuni dicono essere stato fondato dallo stesso Crowley. Quali sono i vostri rapporti con tale organizzazione?
R. L’Ordo Templi Orientis non fu assolutamente fondato da Crowley. Questo è un classico esempio di quanto poco si conosca Crowley e di quanta disinformazione continui a girare attorno a una figura che, forse, si ha interesse a mantenere avvolta da una nebbia di disinformazione e ignoranza. Crowley non ha fondato l’O.T.O., come non ha fondato la Golden Dawn, che sorse quando lui aveva meno di tredici anni! L’O.T.O. potrebbe essere stato fondato attorno al 1895 e.v. da Karl Kellner e, successivamente, riorganizzato, nel 1906 e.v., da Theodor Reuss. Crowley ne diventò una figura importante molti anni dopo. Comunque sia, l’S.O.T.V.L. è aperto a qualsiasi forma di dialogo trasparente e sereno. È attraverso il confronto, l’incontro con la diversità, che si cresce.
Luca Bagatin