Il 19 agosto scorso, Ermek Taychibekov, difensore dei diritti umani delle minoranze russe in Kazakistan, blogger di origine kazaka, era stato condannato a 7 anni di carcere dal tribunale di Almaty (Kazakistan).
Alcuni giorni fa, all’attivista, sono stati aggiunti ben 3 anni di carcere, per un totale di 10 anni.
Ermek Taychibekov era stato arrestato nel settembre 2020, con l’accusa di “incitamento al separatismo e alla discordia nazionale” e così condannato.
Gli unici a prendere le sue difese e a denunciare il suo caso, gli attivisti del partito nazionalbolscevico “L’Altra Russia di Eduard Limonov”, che, attraverso uno dei coordinatori, Mihail Axel, su Facebook, ribadiscono il loro sostegno e denunciano l’allungamento della pena all’attivista. Il quale, peraltro, non ha mai incitato alla violenza.
Il tutto, ricordano gli attivisti nazionalbolscevichi, nella totale indifferenza delle autorità statali russe, le quali preferiscono mantenere ottimi rapporti socio-economici con il vicino Kazakistan.
Già nel 1998, lo scrittore Eduard Limonov, fece presente come, nel nord del Kazakistan, vivessero ancora oltre 4 milioni di russi e come quelle zone fossero stare brutalmente “kazakizzate” dal presidente Nursultan Nazarbaïev, al potere dal 1990, esattamente come quanto accadde in Ucraina e in tutte le zone post-sovietiche.
Limonov, nel 2001, fu anche arrestato e condannato, scontando due anni e mezzo di carcere, con l’accusa di “tentativo di colpo di Stato in Kazakistan”.
Eduard Limonov e il suo partito si sono sempre occupati di riunificare il mondo russo ex sovietico, promuovendo il socialismo popolare, in tutte le Repubbliche ex Sovietiche, contro ogni forma di nazifascismo e di sciovinismo, purtroppo sempre più presenti, dopo la fine dell’URSS.
Luca Bagatin