La visione del personalismo liberale di Antonio Rosmini in Lodi Liberale

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Antonio RosminiIl comunismo e il socialismo. La prima confutazione moderna dell’idea di costruire la società perfetta“, pubblicato da Fede & Cultura, insieme a Rocco Buttiglione (Professore di Filosofia presso l’Istituto di Filosofia Edith Stein di Granada), Markus Krienke (Professore di Filosofia Moderna e di Etica Sociale presso l’Università di Lugano) e Salvatore Muscolino (Professore di Filosofia Politica presso l’Università degli Studi di Palermo).

La 154esima serata argomenta un testo che, per la sua natura, è particolarmente sfizioso: la scelta di un libro di Antonio Rosmini inerente la politica e in particolare i principi di comunismo e di socialismo in chiave di una corrente di pensiero che raramente si affronta, il cattolicesimo liberale, di cui furono esponenti anche alcuni italiani, come ad esempio anche Einaudi, tra cui appunto il Rosmini. Ha introdotto e moderato la serata il Presidente di Lodi Liberale, Lorenzo Maggi.

L’UOMO E’ UOMO SOLO GRAZIE ALLA LIBERTA’

“Un pensatore – ha detto Maggi – che può essere inserito nell’ambito del personalismo liberale, che con il saggio del 1847, confuta il socialismo e il comunismo come modelli di impossibile perfettismo.” Rosmini difende il liberalismo e il concetto della proprietà, come principio di libertà giuridica basata sul diritto, generato insieme agli altri beni della società civile, grazie alla libertà.

 

 

CATTOLICESIMO E LIBERALISMO

“Rosmini non ha conosciuto Lenin e Marx: gli autori che sono oggetto della polemica sono i socialisti utopisti come Robert Owen o Étienne Cabet. Questo manifesto del Rinascimento del 1847 affronta la questione delle radici cattoliche alla luce della Rivoluzione, all’ombra delle idee napoleoniche – ha detto il prof. Rocco Buttiglione – come residuo degli istinti di terrore che si sono scatenati in seguito alla Rivoluzione Francese, dove la democrazia è fallita e il concetto di ordine morale è caduto.”

Diritto e libertà sono inscritti nei limiti della persona (individuo) e della ragione: la Rivoluzione non è stata in grado di mettere in fila le proprie idee, per questo i Grandi maestri cattolici sono dei contro rivoluzionari e hanno messo come punto di riferimento, come ad esempio de Maistre, il cattolicesimo della Controrivoluzione. Come sappiamo l’esito è la restaurazione. Il ritorno ad un principio.

Quel che accade dopo la Rivoluzione francese è la Restaurazione delle forme sociali del passato, senza però lavorare sul valore, sul metodo della libertà, sul principio liberale. Dunque tornando indietro di fatto, ma restando nell’ambito del disordine morale. E della decadenza.

Antonio Rosmini è portatore sano del Risorgimento, che consiste al contrario nel dare prelazione alla modalità dei valori e dei diritti, rispetto allo schema sociale.

IL COMUNISMO NECESSITA DI UNA VIRTU’ MAGNA

L’errore fondamentale dei comunismi, secondo Rosmini, è di natura teologica: il comunismo non riconosce il dogma del Peccato originale, per cui si spera di poter vivere in una società umana perfetta, dove la libertà consiste nell’obbedire a questo potere. In questo senso però tutte le persone possono essere corrotte, non esiste un modo per avere il potere su tutti gli uomini, il potere corrompe tutti. Il professor Buttiglione ha spiegato come Rosmini abbia in sé alcuni principi che richiamano Pascal e Mandeville.

IL MERCATO DISTRIBUISCE IL POTERE

“La società dove il potere è diviso tra molti è garante di una sorta di libertà e di parità tra tutti. La divisione della proprietà funziona sia contro i modelli socialisti e comunisti che contro i modelli del capitalismo monopolistico.” E’ quanto ha detto il prof. Buttiglione.

CERCARE LA FELICITA’ E’ TROVARE UN COMPITO TUO

“La persona è un soggetto libero – Rocco Buttiglione spiega come nel ’68 il sociologo Alberoni parlasse in questi termini della rivoluzione e del mondo nuovo – per questo non può essere rivoluzione quella di occupare il palazzo del potere, ma quella di esercitare il potere dei singoli, che costruiscono il pezzo di realtà, del lavoro, della famiglia, che sono una parte della libertà nel proprio pezzetto di società.”

ILMATERIALISMO

“Per convincere le persone a vivere insieme serve una forte convinzione morale, i bisogni non uniscono gli uomini, sono i desideri – secondo Rosmini – che uniscono gli uomini.”

Il bisogno, ha detto Buttiglione, è una questione personale, che dipende strettamente dalla cultura e che non è pacificato con un modello esatto di desiderio: bisogno e desiderio non corrispondono, il comunismo e il socialismo lavorano sui bisogno, il capitalismo e il mercato soddisfano i desideri.

L’AMORE

Che vale più della libertà è l’amore, dove si costruisce un sistema diverso, che Rosmini individua nel modello della chiesa.” La base della conciliazione avrà esito anni dopo e dura anche oggi.

COSCIENZA, FELICITA’, PROPRIETA’ E ASSOCIAZIONE ONESTA: IL LIBERO ARBITRIO E I DIRITTI INDIVIDUALI

“Il problema sociale di quale sia la migliore Costituzione di una società civile si deve risolvere in un’armoniosa conciliazione tra le libertà privata e l’autorità del governo, in modo sotto la più ferma autorità si conservi a ciascuno l’esercizio della maggior possibile libertà giuridica. Tale è il vero e sano liberalismo.”

LA NEGAZIONE DI CRISTIANESIMO E DIRITTO NEL SOCIALISMO

“Il vero liberalismo rende difensori del progresso, diceva Rosmini: il saggio in questione è stato presentato come discorso, tenutosi nell’Accademia di Osimo, contiene in una straordinaria compattezza l’analisi dei primi socialisti e un approfondimento di quella che è l’idea centrale di libertà del Rosmini. La minaccia del primo socialismo viene letta sulla base dei filosofi che precedono Marx, visto che è antecedente di un anno all’uscita del Manifesto marxista.” Il prof. Markus Krienke ha affrontato la parte storiografica del pensiero rosminiano.

LA PERSONA E’ IL DIRITTO UMANO SUSSISTENTE

“Come strutturare la società moderna dopo la Rivoluzione francese? Da una parte ci sono le Costituzioni, che sono molto deboli, dall’altra c’è il socialismo. In questo momento, andare alla ricerca dei fondamenti del liberalismo – ha detto Krienke – non è facile. Il fondamento teoretico e pratico del diritto dell’individuo è il perno centrale del liberalismo cattolico, non si tratta di una morale comune o di una base valoriale che si esplica in una sorta di religione civile, ma ha una base storica.”

LE ISTANZE DEI POVERI E I BISOGNI CHE TROVANO RISPOSTE NEI VALORI DELLA CHIESA

“Rosmini in prima battuta afferma radicalmente la libertà, ma vede nei nuovi sistemi sociali una sorta di nichilismo dell’individuo, che cede la sovranità di se stesso al governo e allo stato, dove non ci sono più legami famigliari e personali.” Solo dove l’individuo tenta di cedere la libertà al socialismo, che la gestisca, si arriva fin alla negazione della proprietà privata, che per Rosmini, al contrario, è una parte dell’individuo, laddove si estende in chiave liberalista inglese, l’individuo! Krienke parla della concezione dello Stato socialista secondo Rosmini, che invade l’intimità dell’individuo. I valori rosminiani, al centro dei quali vi è la Carità, si estendono anche nella proprietà.

Secondo il Rosmini dunque deve esserci una collaborazione tra lo Stato e la Chiesa per arrivare a rispondere ai bisogni della società. Lo Stato socialista all’epoca rosminiana non si presentava come modello di costituzione e di diritto.

LA TEODICEA IN ROSMINI

“La dimensione teologica che incide di più sul personalismo liberale di Rosmini è la questione del male nel mondo, laddove anche in questo saggio spiega che il bene non si apprezza pienamente se non nel confronto che se ne fa con il male: questo rimanda a un luogo di filosofia politica che è il principio dell’antiperfettismo, cioè la teoria che avverte sulla impossibilità della perfezione nei sistemi basati sulle azioni umane.”

Per due volte Rosmini parla del ruolo della Provvidenza nell’esito delle azioni umane. Rosmini parla di teodicea oltre 100 anni dopo Leibniz (il migliore dei  mondi possibili) e ben oltre il famoso Terremoto di Lisbona del 1755, che ha scardinato in pochissimo tempo le convinzioni degli europei sulla convivenza tra l’idea di Dio e il male nel mondo. Come Voltaire nel Candide ha messo alla berlina.

LA TRIBUNALIZZAZIONE DELLA STORIA, CON IMPUTATO DIO

Il concetto di teodicea in Leibniz giustifica la presenza del male alla luce delle dinamiche della libertà: l’idea di Leibniz viene confutata di fronte alla possibilità che Dio non creasse alcun mondo, se non era possibile togliere da esso il male. Il concetto del Dio creatore, in filosofia, non è più argomentabile. Sarà Kant a chiudere la porta alla dimostrabilità della metafisica su Dio. Chiusa l’imputazione del Padreterno, si apre la caccia al colpevole del male del mondo tra gli esseri umani, chiudendo la parabola della ricerca di un senso del male sulla terra.

LA FORZA STORICA DEL CRISTIANESIMO NELLA DINAMICA TRA IL BENE E ILMALE

“Il bene e il male con il socialismo vengono resi immanenti e il giudizio finisce nelle mani del potere morale dell’uomo.” Rosmini capisce che quindi saranno le ideologie a sostituirsi a Dio. Rosmini si trova a dover risolvere il problema del male nel mondo con una logica differente rispetto al semplice Leibniz. Egli dunque non spiega che questo è il migliore dei mondi possibili, ma che il male serve sempre al bene. In questo senso trova la collocazione la libertà, senza che il mondo diventi cinico, perché si paragona in rapporto alla trascendenza, togliendo l’idea di Dio dal cortocircuito delle logiche della politica ovvero materiali e umane.”

Ogni minima parte di bellezza ha in sé del divino.” Se siamo convinti che possiamo realizzare il bene grazie alla libertà e ai diritti, creiamo bellezza.

LE IDEOLOGIE RAZIONALISTICHE E LA MODERNITA’

“Rosmini si confronta con i socialisti utopisti, che non avevano pensato, al contrario di Marx, a un metodo per allineare il pensiero politico a quello scientifico: egli sapeva che la posta in gioco, per un pensatore cattolico, era altissima.” Il prof. Salvatore Muscolino ha messo in evidenza che la differenza tra i due modi di concepire la politica, la filosofia, in generale il pensiero, è enorme: alla base vi sono necessariamente delle profonde diversità.

Il progetto enciclopedico di Antonio Rosmini ha la funzione di dare una nuova luminosità al cattolicesimo, allontanando le radici cattoliche dall’evoluzione moderna del protestantesimo.

 

La semplificazione marxista, che trova ragione in Feuerbach, viene esclusa da Rosmini. Infatti, in quella direzione, l’ideologia andrebbe a sostituirsi alla religione. Ma la politica non è religiosità, appunto perché motivata da stimoli immanenti, ma dove non trova collocazione il principio di amore gratuito per il prossimo. Limitandosi al concetto di lotta contro la miseria.

RIVOLUZIONE E RISORGIMENTO NELLA FILOSOFIA DELLA STORIA DELL’800

“Il liberalismo rosminiano concepisce anche i limiti del potere politico: di fronte ai danni e ai pericoli che sono nascosti dietro le grandi ideologie, che mettono in discussione il Cristianesimo come forza storica, dove la religione viene vista come oppio dei popoli, ridotta al materiale positivo, Rosmini contrappone la prospettiva cattolico liberale.” Il prof. Muscolino evidenzia che il processo di secolarizzazione e di laicizzazione finisce per ridurre la spinta liberale a un’altra qualsiasi delle ideologie, tra quelle che esistono. Una visione non proprio ottimistica di fronte all’opportunità di restaurare i valori più alti dell’umanità, anche nel Risorgimento.

LA POSTA IN GIOCO ERA LA SCOMPARSA DEL PENSIERO CATTOLICO

“La storia, secondo Rosmini, ha una dinamica molto diversa di una linea dritta che corre in modo immanente”. Il presupposto della politica e della storia secondo Rosmini, ha radici nella cultura di chi decide: quindi il peso del cattolicesimo nella politica è proporzionale, secondo Rosmini, su base censimentaria, alla reale presenza di questo nella società. Le istanze collettive come Stato, classe sociale, storia, possono fagocitare l’individuo, che per Rosmini non è solo soggetto, ma persona.

MC

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