Berlinguer copriva la nicchia? Vi sono nessi tra la morte di Falcone e il riciclaggio dei fondi PCUS?

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BERLINGUER E IL DIAVOLO. Dall’oro di Stalin al petrolio di Gorbačëv, i grandi segreti di Botteghe Oscure” è un libro pubblicato da Paesi Edizioni, ed è stato presentato in Lodi Liberale da Dario Fertilio (Coautore del libro e Giornalista), Francesco Bigazzi (Coautore del libro e Giornalista) e Paolo Guzzanti (Giornalista). La serata coordinata dal Presidente dell’Associazione Lorenzo Maggi ha preso in esame un libro che è stato presentato per la ricorrenza del centenario del Partito comunista italiano, controcorrente, contestato e poco pubblicizzato, il libro in oggetto è stato scritto da due giornalisti che conoscono bene il sistema italiano e i suoi collegamenti con lo scenario comunista bolscevico dell’epoca.

“Un’opera di ricostruzione storica di un periodo del comunismo italiano, dove si descrive la figura del Segretario del partito comunista Berlinguer, morto in seguito a un malore durante un comizio sul palco.”

Il Diavolo è in questo frangente il comunismo bolscevico: Berlinguer viene descritto in talune delle sue operazioni e dei suoi rapporti con l’estero. Berlinguer è stato un politico con simpatie da parte di molti politici di destra e della democrazia cristiana. Nonché Almirante.

Una SERATA interessante in cui si sono succedute le diverse rivelazioni fatte già a suo tempo a mezzo stampa dai giornalisti autori del libro, ma la domanda è alquanto semplice, come mai a queste gravi denunzie non è stato dato alcun seguito?

L’INTOCCABILE MITO DI BERLINGUER

“Il libro è controcorrente e affronta una figura tabù della politica italiana: i segreti del partito comunista e dei suoi satelliti non sono mai stati dei veri e propri misteri, ma sono sempre stati secretati, con coscienza. Il libro mette insieme i documenti e li elabora in senso storico, dando un ordine agli eventi: non poteva esserci una persona più attenta ai fatti di Guzzanti, per commentare l’opera” ha detto Lorenzo Maggi.

Ma chi era il Diavolo? Più un principio che una persona fisica, la cui funzione non si esauriva in un solo nome. Era colui che, da Mosca, autorizzava il fiume di denaro destinato ai «partiti fratelli» sotto forma di: dollari, rubli, gioielli, protezioni, affari, ricatti, tangenti, complotti, attrezzature e azioni militari segrete. Principali beneficiari di ciò, dall’inizio e fino al crollo dell’Urss, i più forti partiti comunisti dell’Occidente, e dunque il Partito comunista italiano e quello francese, che ricevevano, sollecitavano e mettevano a frutto gli aiuti sovietici.

Il Partito comunista trattava con una nazione che militarmente e politicamente non era un alleato, questo fino alla Macchina da Guerra definita così da Achille Occhetto nel 1994”.

Tutto ciò accadeva, e sarebbe continuato ad accadere, almeno per quarant’anni: dal 1950 al 1991, e dunque nel preciso momento in cui Guttuso posava il pennello e i colori de I funerali di Togliatti erano freschi sulla tela. Il denaro del Diavolo propiziava ovunque nel mondo l’ascesa di nuovi capi e la sparizione dei loro avversari; la creazione di alleanze planetarie e le scissioni rovinose; l’organizzazione di simposi solenni e la nascita di formazioni militari coperte; il finanziamento di campagne elettorali e propagandistiche; il lancio d’iniziative strategiche ispirate da Mosca; la corruzione di funzionari grandi e piccoli; la celebrazione di trionfi e funerali in onore dei capi.

“Ancora permane l’idea che sì, in qualche parte il comunismo è stato negativo, ma perché non è stato vero comunismo, mentre bisognerebbe banalmente ricordare che l’idea stessa del comunismo – ha detto Lorenzo Maggi – è sbagliata perché presuppone l’uso della coercizione per obiettivi che sono tutt’altro che nobili e puri!” Ovunque vi sia stato il comunismo è stata morte e miseria. Bisognerebbe fare una riflessione sul perché. Mentre sul nazismo e sul fascismo si ha una visione chiara, sui regimi comunisti no.

Questo saggio storico affronta il legame politico-economico che univa l’Unione Sovietica al Partito Comunista, fin dai tempi di Stalin e poi in seguito, attraverso un viaggio che culmina nella segreteria di Berlinguer, e anche successivamente. Contiene rivelazioni importanti sui finanziamenti illeciti, le armi, il sistema di spionaggio. E una rivelazione finale che coinvolge anche la classe politica russa succeduta alla caduta del regime. L’icona Enrico Berlinguer viene messa a nudo, pur riconoscendo al personaggio una sua grande valenza e dignità storica. Sette capitoli da leggere tutti d’un fiato per avere una visione originale e spesso taciuta del modus operandi di Botteghe Oscure.

LA MORTE DI FALCONE E I FONDI DI FINANZIAMENTO RUSSO

Francesco Bigazzi racconta come l’argomento dei soldi ai partiti non si risolva con la politica: “Similmente a “Il viaggio di Falcone a Mosca”, scritto da Francesco Bigazzi e Valentin Stephankov, con i contributi di Carlo Nordio e Maurizio Tortorella, edito da Mondadori nel 2015 che tratta dell’inchiesta internazionale che Giovanni Falcone aveva iniziato a seguire sulle tracce dell’”Oro di Mosca”: rubli e dollari versati segretamente al Pci per un valore di oltre 989 miliardi di lire tra il 1951 e il 1991, questo libro parla ancora una volta del Diavolo del comunismo russo, alla ricerca dell’oro del PCUS e alla ricerca delle attività di passaggio di denari all’Italia e il passaggio viceversa di agevolazioni. Pochi giorni dopo l’attentato a Falcone, lo stesso doveva andare a Mosca per incontrare Valentin Stephankov. Questi era stato nominato l’anno prima, a poco più di quarant’anni, procuratore generale della neonata Repubblica russa, e aveva subito cominciato a indagare sui fondi che il PCUS e il KGB avevano inviato all’estero.

MESSAGGI IN CODICE E VIAGGI PER PORTARE SOLDI

“Il denaro che andava nelle società miste aiutava il partito comunista in modo indiretto, poi altri fondi erano portati dai diplomatici, con la classica valigetta. 500 mila dollari erano chiamati UN PACCO di volantini, ad esempio.” Dunque, se da una parte vi erano i finanziamenti registrati, dall’altra vi erano quelli non registrati: quello che stava sotto il sistema allargava l’argomento per arrivare ai capitali che dalla Russia erano finiti all’estero e che erano fattualmente spariti. Le indagini per trovare questi soldi erano state affidate a una società americana. Alla caduta dell’Unione sovietica nelle ambasciate erano rimaste somme considerevoli di danari.

L’ORO DEL PCUS

“Il finanziamento al Partito comunista non era mai smesso, fino agli anni novanta. Era cominciato a Livorno, con il finanziamento di Lenin e finiva con la caduta del PCUS. La maggior parte delle informazioni che erano state mandate erano contenute nella EMTV che era inerente lo spargimento in finanziamenti esteri dell’oro del PCUS.” Il partito comunista italiano era noto in ex unione sovietica come destinatario di almeno mezzo miliardo di dollari di fondi previsti e in più le società miste. L’unione sovietica investiva circa 250 milioni di dollari l’anno nelle società miste fino ai tempi di Gorbaciov. Ma in Italia nessuno ne parlava.

In che modo dunque i capitali sono spariti e come mai non ci sono state conseguenze politiche in Italia? Chi era interessato realmente a questo sistema? La ricerca da parte della società americana fu comunque molto intensa e pochi di quei soldi sono stati depositati in una banca italiana, però Giovanni Falcone aveva comunicato a Stephankov che di tutta questa operazione era al corrente anche il collega Paolo Borsellino.

“Berlinguer ha cercato spesso di arrivare allo strappo, ma non ha mai trovato la terza via e non ha mai fatto questo strappo”.

Oro, gioielli, pietre preziose e diamanti erano stati espropriati dai proletari bolscevichi alla famiglia dello zar, agli imprenditori e ai borghesi ed erano stati smerciati in Italia attraverso le gioiellerie, liguri ad esempio, utilizzati per tutto fuor che nobili scopi.

Dario Fertilio ha raccontato come era visto da fuori tutto questo trafficare: nonostante la situazione Berlinguer secondo l’opinione pubblica era pulito, una persona senza ombre.

“Ci siamo costruiti una visione grandiosa e tragica di Berlinguer che somiglia a un’utopia di cambiamento della storia, cioè molto similmente a Che Guevara, una visione utopistica che LA  disarmata del comunismo russo. In sostanza: inizialmente leninista, segretario della gioventù comunista, guardava con un occhio di distanza la situazione del diavolo russo.

LA SOCIETA’ MASS RADICALE

“Berlinguer, leninista e gramsciano, vedeva una possibile uscita dal capitalismo e una terza via, che non si prende mai. Incontra la diffidenza del sistema russo e di un comunismo leninista, gramsciano, non più dipendente dai sovietici: la politica era di prendere piede in occidente e di servirsi dell’occidente. La posizione di Berlinguer era troppo pericolosa anche per i sovietici.”

IN ANTICIPO SULLE SINISTRE EUROPEE

Gli ultimi anni di Berlinguer sono una ricerca febbrile a livello mondiale di un sistema, un mito, di un socialismo perfetto. Questa ricerca non approda da nessuna parte, se non a quei famosi Pensieri Lunghi, per affermare un’idea diversa di società, basata su una serie di utopie, tra cui ecologismo, pacifismo, climatismo, il femminismo, la programmazione, il tecnologia, la modernizzazione informatica. Una modernità da combattere perché impone utopie restrittive e costrittive che non fanno parte del DNA conservatore dell’occidente. Il Berlinguer dell’ultimo discorso del 1984 a Padova è quello di far in modo di propagandare con le singole persone per cambiare radicalmente la società, mantenendo un’ideologia che rimane comunque totalitaria. Berlinguer come il Che Guevara italiano, muore dopo il discorso sul palco.

LA RICOSTRUZIONE DEI RAPPORTI TRA MOSCA E BOTTEGHE OSCURE

Quello che ha detto Paolo Guzzanti, ex parlamentare di Forza Italia, è alquanto chiaro: in questo libro vi sono molte cose importanti e per capirle serve essere determinati e chiari. Senza ideologie. Egli fu ex presidente della Commissione sul dossier della Commissione Mitrokhin, e ebbe un rapporto personale molto stretto con Cossiga.

LA MAFIA VOLEVA UCCIDERE FALCONE?

Cosa Nostra non aveva mai eseguito un omicidio in questo modo, con tecniche militari: Guzzanti non è convinto che alla base della morte di Falcone vi sia la mafia italiana, ma i fondi neri del PCUS e il KGB; Francesco Cossiga e Giulio Andreotti erano all’epoca a capo della Repubblica e del Consiglio; dall’altra vi erano Your Adamishin, e Valentin Stepankov. Che, quando Falcone venne ucciso, era un procuratore generale russo. Il secondo, come abbiamo detto sopra, stava indagando sul tesoro sovietico riciclato all’estero. “Stepankov, non appena ebbe la notizia dell’uccisione di Falcone, disse che voleva cambiare mestiere. E si dimise. Ha pubblicato in Italia un libro da Mondadori, “Il viaggio di Falcone a Mosca”. Fu Andreotti a chiedere alla Farnesina le autorizzazioni per abilitare Falcone ad andare a Mosca per rimettere insieme i flussi di denaro che provenivano dalla Russia, si fermavano in una banca italiana. E da lì ripartivano per andare a finire in Sicilia in una serie di scatole o matrioske, dalle quali spillava – pagate transizioni miliardarie – denaro pulito che tornava in Russia”. Falcone, disse Cossiga, “non aveva bisogno dei poteri di un procuratore. Perché c’era Paolo Borsellino, suo amico fraterno. Che avrebbe compiuto le operazioni giudiziarie che Falcone avrebbe suggerito”. Poco dopo i due furono uccisi.

 

Non ci sono indagini della Magistratura italiana tra la strage di Capaci e il riciclaggio del denaro russo in Sicilia.

 

IL TERRORISTA CARLOS IN UNGHERIA E ALDO MORO

Il KGB aveva consentito che si facessero dei controlli dei documenti dei terroristi di stanza in due appoggi in Ungheria, un fatto che ha sei collegamenti con il rapimento di Aldo Moro, ma anche gli accordi che erano stati presi tra italiani e ungheresi per far luce su quella questione, finiva in una sceneggiata da commedianti. Non vennero mai forniti i documenti di interesse e tutto si è chiuso senza indagini.

 

ROMANO PRODI ERA UN PUPILLO DEL SISTEMA, ANCHE SE NON ERA UNA SPIA, SAPEVA MOLTE COSE

Secondo la stampa giapponese dietro il rapimento di Aldo Moro c’era una imposizione del terrorista Carlos, che dall’Ungheria avrebbe potuto gestire spostamenti e situazioni: anche Franco Mazzola, ex sottosegretario della Democrazia Cristiana in “I giorni del diluvio” parla di personaggi che potrebbero rifarsi a questo individuo. E’ altrettanto vero che la terrorista tedesca Margot Christa Frohlich, arrestata a Roma, era la moglie del brigatista Sandro Padula, condannato all’ergastolo nel processo Moro-Ter, era una delle principali collaboratrici di Carlos.

“I Governi che si sono succeduti in Europa erano democratici, ma l’intento era che fossero soggetti a talune regole” secondo Guzzanti dal Patto di Varsavia in poi l’idea era quella di far lavorare gli Stati moderni a vantaggio dei paesi dell’est comunista. Ad ogni modo il Comunismo è caduto, grazie specialmente a Papa Giovanni Paolo II e alla Solidarnosc.

IL TENTATO OMICIDIO DI PAPA GIOVANNI PAOLO II

Il 29 aprile 1982 la direzione della casa circondariale di Ascoli Piceno, come scritto agli atti, informava che Alì Agca aveva chiesto di rilasciare delle dichiarazioni. Inizia una lunga serie di interrogatori nel corso dei quali Agca produce molti riferimenti chiamando in causa diversi complici in un complotto: tre bulgari e quattro turchi. Tale dichiarazione concludeva che aveva agito per conto dei servizi segreti Bulgari.” Anche in questo caso, nonostante le molte coincidenze, la Magistratura ha esaminato i documenti italiani, non ha avuto modo di lavorare – come adesso si potrebbe fare – su quello che poteva essere noto all’estero e in merito Sergei Antonov è stato assolto delle accuse di Agca nel 1986 per insufficienza di prove. Uno dei soggetti che non sono mai stati coinvolti nelle operazioni di polizia era la STASI, ma attualmente potrebbe essere utile riprendere in mano la documentazione, dal momento che l’Unione europea ha potere di farlo.

“Berlinguer ragionevolmente potrebbe essere stato ucciso – ha detto Guzzanti – dato che il suo malore non è avvenuto in modo convenzionale, ma i documenti non dicono questo.”

(MC)

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