A Lodi Liberale nella 144esima serata è stato presentato il volume “Armati di scienza” di Elena Cattaneo, insieme a ELENA CATTANEO, Autrice del libro e Professore di Farmacologia presso l’Università degli Studi di Milano; GIANVITO MARTINO, Professore di Biologia Applicata presso l’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano ed EUGENIO SCANZIANI, Professore di Patologia Veterinaria presso l’Università degli Studi di Milano.
Fare lo scienziato è un sogno di tanti bambini, ma quando si cresce e si resta convinti di poter essere geniali anche se non lo si è, quando si usano i media e i social spacciandosi per luminari della scienza, allora è un problema: oltre che essere una truffa, la gente muore.
“Dopo otto anni di attività Lodi Liberale si dedica alla riscoperta del pensiero, di un pensiero di cui si ha disperatamente bisogno, specialmente in seguito all’emergenza pandemica. Se è vero che almeno una volta l’anno Lodi Liberale si occupa di testi di divulgazione scientifica, in questa occasione l’ospite autrice è Elena Cattaneo, che segue all’incontro sugli OGM, a quello sulla sperimentazione sugli animali, etc..”
Durante la serata gli ospiti hanno spiegato come in Italia ci sia una grossa difficoltà nel fare emergere argomentazioni legittime dal punto di vista scientifico, distinguendole dalle bufale e dalla politica.
La Senatrice Cattaneo scrive che ricerca deve essere libera, aperta al mondo e collaborativa. Insomma la scienza deve essere per tutti. E’ la tesi del libro.
Ragazzi, non mettetevi più in fila. Voi avete il dovere di impegnarvi e chiedere molto a voi stessi, restando impermeabili alle scorciatoie furbesche e ai compromessi. Il vostro mentore ha il dovere di valorizzare e accrescere le vostre competenze, di rendervi competitivi con altri ricercatori, di insegnarvi ogni aspetto della disciplina, inclusa l’integrità morale — cioè a non ingannare voi stessi o altri — alla quale lo studio obbliga, perché possiate farvi strada nella ricerca e nell’accademia da soli e per quel che valete. Se, viceversa, questo apporto non c’è, se siete costretti, o vi adagiate, in una condizione di subalternità ai desiderata di chi — impropriamente — vive il “servizio” accademico come un Don Rodrigo qualunque, scappate e cercate altro. Perché prima o poi di aria viziata, di anossia, si muore. Si muore di frustrazione quando le aspettative di vassallaggio non si realizzano, oppure si “muore dentro” subito dopo, quando entrati nel meccanismo lo si perpetua, avendo perso l’amor proprio e la fiducia nelle proprie capacità.
Ribellarsi non è facile, lo so. Ma rimane necessario. Io stessa, da “semplice” ricercatore, mi sono trovata a ricorrere, con alterne fortune, alla giustizia e alle denunce pubbliche per segnalare spartizioni amicali di fondi pubblici o bandi scritti per alcuni ricercatori o contro altri. Reagire, per quanto difficile, è meno pregiudizievole di quanto si pensi e le sempre più circoscritte, logore, anacronistiche e indifendibili sacche di potere baronale che si alimentano del denaro pubblico (dentro e fuori le Università), sono più fragili di quanto diano a intendere. Per far scoppiare le rane che si gonfiano, basta uno spillo. Sen. Elena Cattaneo
IL CONTESTO OLTRE L’ESPERIMENTO
“La scienza non è qualcosa di freddo e di statico, ma si sviluppa in un contesto. Quelli che studiano hanno rapporto con la società e col pubblico” secondo Elena Cattaneo la scienza non è fatta per chi sta nei laboratori, ma per coloro che stanno fuori.
“Armarsi per contestare, talvolta è indispensabile. Il metodo della scienza serve per dare forza alle proprie posizioni. Quando le conoscenze diventano di tutti la società non deraglia e non sbanda.”
LA SCIENZA NON GUARDA IN FACCIA NESSUNO
“I risultati scientifici non sono sempre positivi: quando un esperimento è fallito chiunque lo abbia fatto, non può trarre vantaggio personale e deve rimettersi a cercare da capo. Fino a che un risultato non riesca.”
La Senatrice ha spiegato che il metodo scientifico è uno stratagemma per analizzare qualsiasi cosa serva studiare: lo scienziato non è quindi il personaggio della letteratura d’infanzia che mescola le pozioni e fa esperimenti. Grazie alle nostre ricerche nel 2015 siamo arrivati a misurare le onde gravitazionali, abbiamo acquisito la capacità di investigare e di scoprire il movimento nell’universo.
La POLITICA dal suo canto ha avuto modo di vedere come siamo senza le conoscenze scientifiche: siamo Marzo 2020. Al contempo al Governo nel decreto sul Biologico sono inserite aperture alle pratiche esoteriche legate all’agricoltura, che con la dicitura pseudoscientifico, portano a informazione ambigua. Si tratta di un decreto che andrebbe a finanziare metodi di agricoltura che non giustificano un intervento governativo, non si tratta di argomenti di tecnologia, ma di scelte di moda.
Secondo il vicesindaco Maggi, che ha con cognizione di causa portato avanti la serata, la scienza e la ricerca sono come una missione, che ha risalto e effetto su tutti: sono tanti i casi che hanno animato il dibattito pubblico. “Oggi, spesso, viene tentato di far equivalere la scienza al nemico pubblico, mentre è un alleato di libertà: la vera scienza, come diceva Popper, è quella che può essere falsificata, qualora chiunque possa procedere oltre i tentativi e gli errori, fa progredire al di là del dogma.” I ciarlatani vanno fermati, ha detto Lorenzo Maggi, presidente di Lodi Liberale, bisogna ascoltare chi sa che cosa dice e chi parla con cognizione di causa.
Attraverso le parole del libro Maggi ha evidenziato come, specialmente in questo periodo, lasciare spazio a chi si spaccia per competente.
Oggi come oggi il concetto si traduce nella morte delle persone credulone. Ne sono un esempio le schiere di no mascherina che si sono ammalati, specialmente in USA a onor del vero, crepando stupidamente di Covid.
Il ciarlatano non mostra i suoi dati (perché non li ha), né si sogna di sottoporli alla valutazione dei pari come si fa nella scienza. Ciò imporrebbe un’ipotesi, studi reali, una raccolta dati e analisi statistiche. Alle riviste scientifiche preferisce la piazza e il web, parla al cuore delle persone, si mostra empatico, ha un linguaggio persuasivo ed emotivo prima che scientifico, bypassa le prove di efficacia e ogni regola universalmente condivisa per certificare la validità di un trattamento. La ragione è semplice: trattandosi di un’illusione, non può fornire risultati frutto di una verifica sperimentale. La tutela della salute è un fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività. È scritto nella Costituzione. Ma chi ha il dovere di tutelare il paziente dai ciarlatani? Sono le istituzioni, i media e i tribunali, ognuno con le proprie competenze, ognuno con il dovere e il coraggio di guardare ai fatti e non alle emozioni. Per consentire al Paese di scegliere su cosa investire, per il beneficio dei malati. Elena Cattaneo
COSTRUIAMO LA NOSTRA COMPETENZA GRAZIE AL LAVORO PREGRESSO
Il Professor Eugenio Scanziani ha parlato delle origini antiche delle modificazioni genetiche, ben prima delle provette e dei laboratori, prendendo come esempio il perfezionamento delle razze canine, etc.. Secondo il Professore non c’è molta competenza negli argomenti tecnico scientifici, in Italia, per cui si credono delle cose che non hanno luogo, convinti peraltro di aver ragione. “In Italia se si pensa ai farmaci da banco si pensa per prima cosa al Paracetamolo, ad esempio, anche se non è il medicinale antinfiammatorio migliore! Ha molti effetti collaterali, ad esempio sul fegato.” Con una serie di esempi come questo ha spiegato che, oggi come oggi, la competenza scientifica è ancora appannaggio di pochissimi.
Vi è poi la responsabilità della comunità scientifica tutta nell’essere il primo controllore e il massimo interprete della capacità di rendere conto del lavoro dei ricercatori anche di fronte ad un pubblico non esperto, spesso spaventato da scoperte che non capisce: se le spiegazioni non vengono dalla scienza, arriveranno da altri, pronti a travisare giocando su paure o sensazionalismi o, peggio, privi di scrupoli nel piegare i fatti all’ideologia. Nella scienza non esiste il principio di autorità, ma è il metodo a determinare (pubblicamente) la validità o meno di ciò che viene fatto. Questo procedimento garantisce che, nella costruzione della fiducia, tutti gli attori siano chiamati in causa. Elena Cattaneo
LA SCIENZA E’ DEMOCRATICA
Il Professor Gianvito Martino ha sottolineato che la scienza è un metodo, che non è infallibile, che è collegato a una discreta quantità di frodatori, che provano, seppure nel sistema di ricerca si cerca di scovare queste situazioni. “La scienza è uno strumento democratico: nel processo di ricerca ci sono diversi fatti che confermano la sua democraticità, visto che un argomento per essere accettato deve essere riprodotto, reso visibile, comprensibile, spiegato, accessibile a tutti, tutti possono riprodurlo”.
Nel sistema il fatto che si possa riprodurre un esercizio è la conferma di una situazione che non è opinione.
La scienza va avanti, non fermarsi mai ma cercare sempre nuovi traguardi è implicito nel suo metodo, e si illude chi pensa che sia ancora possibile bloccare la ricerca ai confini nazionali o imporre moratorie che, peraltro, soprattutto in Paesi in cui lo Stato di diritto e la democrazia sono labili se non assenti, rischiano, come tutti i proibizionismi, di lasciare campo libero a “corsari delle regole” pronti a sottrarsi ad ogni controllo. Nella scienza, “etica” non è moratoria dalla conoscenza ma trasparenza del metodo, visibilità dei risultati e controllo diffuso, nell’interesse di tutti. Oggi, con il rafforzarsi di comunità scientifiche prima assenti, dobbiamo essere pronti a lavorare in modo sempre più integrato anche gettando ponti tra culture molto diverse. Elena Cattaneo
IL VACCINO NON E’ NUOVO
“Questo tipo di ricerca sui vaccini è iniziato negli anni ’70. Il primo vaccino a mRna è l’antirabbico e ha oltre 10 anni, non esistono sperimentazioni su cavie umane. Il vaccino è sicuro.” Sono queste le parole che probabilmente contano di più in questo momento, dove le persone le sparano grosse.
La posizione dei no vax affonda le radici in una storia intera italiana declinata distante dalla scienza: un problema molto tipico dell’Italia è la disattenzione per gli argomenti scientifici a vantaggio di quelli umanistici.
CHIUSI IN CASA E IGNORANTI: LA PANDEMIA DI MOLTI IN ITALIA
La studentessa Lisa Kinspergher è intervenuta a sostegno della tesi che, durante la pandemia, ci sarebbe stata l’occasione per colmare il divario culturale tra chi è formato, in materia medico scientifica e chi non lo è: allora il risultato è stato che lo scontro tra gli esperti ha dato l’impressione di una situazione di incertezza e di poco affidamento nella scienza in sé.
Secondo la Senatrice Cattaneo siamo disabituati alla scienza: la politica e la società non frequentano questi argomenti. Il nostro paese ha iniziato a ragionarci sopra solamente per via dell’emergenza.
Fatto sta che, una parte di italiani, spera che ci sia un giorno la possibilità di chiarire le posizioni, per trovare una sorta di verità. Ma quanto dura una verità?
MC