Forse per la prima volta, un videogioco, cerca di esplorare l’animo umano.
E lo fa permettendo al giocatore di entrare nella coscienza nientemeno che di Sigmund Freud, il padre della psicanalisi.
“Freud’s Bones The Game” è un progetto tutto italiano nato dall’ingegno di Axel Fox, al secolo Fortuna Imperatore, giovane ragazza campana laureata in filosofia che, investendo i suoi stipendi di addetta alle pulizie, ha realizzato un innovativo quanto elegante e intelligente “serious game”.
Al momento, su Steam, è disponibile solo la demo gratuita, ma avendola testata, possiamo dire che preannuncia un videogame completo veramente profondo e insolito e che dovrebbe uscire ufficialmente nel luglio prossimo.
Ci troviamo a Vienna, nel 1925. Sono le 3 di notte e Sigmund Freud passeggia nervoso nel suo studio. Fuma il suo sigaro ed è particolarmente pensieroso a causa delle critiche che gli riservano i gornali, dei suoi rapporti famigliari tesi e dall’arrivo di misteroise lettere anonime…
E’ in questo momento che fa capolino una voce interiore…ovvero noi giocatori, che avremo a tutti gli effetti la possibilità di guidare Freud e la sua coscienza.
Gestiremo così le sue finanze, leggeremo e risponderemo alle lettere che riceverà, compileremo le cartelle cliniche dei pazienti che ci faranno visita dopo che avremo iniziato con loro le sedute terapeutiche. Porremmo domande mirate e, attraverso l’ascolto della loro coscienza, tenteremo di giungere al nucleo del loro dolore, al fine di curarli e liberarli dal malessere psichico.
Consulteremo i testi originali del dottor. Freud e tenteremo di approcciare allo stile terapeutico che più si adatterà a noi.
Ascolteremo i pazienti, li consoleremo, tenteremo di estorcere i loro segreti più inconfessabili e penetreremo nel loro animo. Potremo così costruire le nostre ipotesi e verificare le nostre teorie psicanalitiche in merito.
“Freud’s Bones The Game” si presenta con una grafica piuttosto elegante, stile libro illustrato o film d’animazione di particolare pregio artistico e una musica di sottofondo che aiuta il gocatore a immedesimarsi nello stile stesso di gioco.
Sarà disponibile sia per la console Nintendo Switch che in versione per pc, scaricabile da Steam.
La demo gratuita, per testarlo, è scaricabile su Steam al seguente link: https://store.steampowered.
Abbiamo inoltre avuto la possibilità di intervistare la sviluppatrice e editrice del gioco, Axel Fox, per saperne di più del suo progetto.
Luca Bagatin: Come è nata l’idea di “Freud’s Bones The Game” e perché hai pensato a Freud quale protagonista del gioco?
Axel Fox: L’idea mi è nata guardando un documentario su Freud, anni fa. Ho immaginato, quasi fosse una visione, un intero videogioco sulla psicoanalisi e mi sono chiesta perché nessuno avesse pensato di realizzarne uno. Freud è un personaggio estremamente accattivante, moderno, cinico, un anti-eroe ideale dotato di un fascino sherlockiano e di un carattere da fiction. In quel momento della mia vita avevo terminato l’Università. Ero in analisi e mi ci approcciavo con una sete di conoscenza e un tormento tale da spingermi a studiare me stessa e provare a decodificarmi utilizzando la sua visione materiale e cruda. Ho riflettuto su quanto lo stigma circa la psicanalisi possa persistere nei giovani, su quanto la psicologia sia diventata un prodotto da frase preconfezionata e motivazionale. E mi ha infastidito molto pensare che molti concetti freudiani siano entrati a far parte del linguaggio comune, ma senza che le persone conoscano la loro origine. Ho deciso di dismettere i panni della fruitrice e di diventare, così, una creatrice. Non conoscevo assolutamente nulla sul processo tramite cui si genera un videogioco, ma ho fatto tutto da totale autodidatta.
Luca Bagatin: Quando e come è nata questa tua passione e come hai imparato a realizzare videogame?
Axel Fox: Mi affascinano i processi creativi. Ho un’ossessione per la decostruzione e ho voluto capire come e perché i videogiochi riuscissero ad avere un impatto così profondo nella costruzione della mia personalità. Ho letto manuali di Game Design online in inglese, scaricato engines, tentato il 3d, poi RPG maker. Ho collezionato vari tentativi grezzi prima di capire che dovevo caratterizzare Freud e creare un gameplay inedito. Ho volutamente ignorato i consigli classici: “gioca e ruba” mi dicevano molti. Io non volevo fare uno sterile copia e incolla di meccaniche ormai trite e ritrite da avventura grafica. Così ho creato un ibrido, mescolando meccaniche gdr con quelle gestionali.
Luca Bagatin: Qual è la filosofia di fondo di “Freud’s Bones The Game”? Che tipo di pubblico potrebbe attrarre?
Axel Fox: Ho provato a targettizzare un mio pubblico, ma – con il tempo – ho capito che, essendo un gioco ibrido, attrae inevitabilmente un pubblico ibrido. Questo gioco e la demo su Steam attraggono i curiosi in generale, gli appassionati di enigmi, quelli che si fanno domande esistenziali. Le persone che vogliono non solo che gli si racconti una storia, ma che vogliono essere parte attiva del processo di decodifica dei casi clinici. La sua filosofia potrei racchiuderla in una frase concettualmente strana: l’archeologia dell’umano. I pazienti protagonisti dei casi clinici sono presi dalla Storia (in parte) e non sono simboli di malattie anomale o grottesche. Soffrono di turbamenti che sono incredibilmente attuali: ansie, isteria, repressione emotiva, conflitti famigliari. Freud aveva uno sguardo talmente tagliente da portare il giocatore a diventare il suo braccio destro, abile nel governare strumenti retorici e cognitivi.
Luca Bagatin: Sei laureata in filosofia, ma lavori come addetta alle pulizie. Uno spaccato delle generazioni rese precarie negli ultimi venti anni, in Italia e Europa. Pensi che quello della sviluppatrice di videogame possa diventare, per te, a tutti gli effetti un lavoro?
Axel Fox: Penso che possa diventare un lavoro, miro a quello. Ho sempre lottato contro lo spreco del potenziale umano e intellettuale delle persone che ho incrociato nella mia vita e ho capito d’essere anch’io un potenziale tendente allo spreco e all’alienazione. Per questo ho scelto di realizzare un prodotto in condizioni di estrema difficoltà e privazione. Ci insegnano ad accontentarci e ad aspirare a lavori banali, ma sicuri. Nessuno spiega che sono le chimere di una generazione passata, perché la mia generazione ha la lucidità e la complessità inadatte a desiderare una vita banale e monotona. Bisogna essere seriamente tenaci e folli! Prima o poi si fa breccia nel muro che ci separa da ciò che dovremmo diventare.
Luca Bagatin: Pensi di realizzare, prossimamente, altri videogame e, soprattutto, altri “serious game”?
Axel Fox: Assolutamente! Vorrei fare un’intera serie sulle “Ossa di..”. Omaggiare i miei miti, i miei salvatori, gli scrittori, i poeti, gli artisti. Non sarei in grado di realizzare nient’altro che “serious games”.
Luca Bagatin: Un’ultima cosa…puoi dirci quando uscirà, ufficialmente, “Freud’s Bones The Game”?
Axel Fox: Lavorando a ritmi folli come quelli attuali, credo di riuscire a rilasciarlo in autunno, su Steam e su Nintendo Switch.
Luca Bagatin