I Paesi non allineati al blocco atlantista sono dunque molto più avanti, rispetto ad altri, sul fronte della lotta al Covid 19.
Il 24 agosto prossimo, Cuba, avvierà infatti la prima fase di test clinici del suo vaccino, i cui risultati saranno disponibili già dal 1 febbraio 2021 e pubblicati a partire dal 15 febbraio.
Questo quanto reso noto dal Registro pubblico cubano dei test clinici.
Il vaccino si chiamerà “Soberana 01” (ovvero “Sovrano 01”) e la sperimentazione coinvolgerà 676 persone fra i 19 e gli 80 anni, sotto la responsabilità dell’Istituto cubano pubblico Finlay.
Lo studio, come comunicato dalle autorità, sarà “randomizzato, controllato, adattativo e multicentrico, ed avrà il proposito di valutare la sicurezza, reattogenecità e immunogenicità del vaccino testato in uno schema di due dosi”.
Il Presidente di Cuba, Miguel Díaz-Canel si è rallegrato per i successi raggiunti, dichiarando fra l’altro: “Sebbene ci siano vaccini da altri Paesi, abbiamo bisogno che il nostro abbia la sovranità”.
Cuba è stato e rimane il Paese più attivo durante l’emergenza sanitaria, inviando, in tutto il mondo – fra cui l’Italia – medici specializzati nella cura dell’epidemia.
Cuba investe da sempre gran parte del suo PIL in sanità e ricerca, settori all’avanguardia nel mondo e ciò nonostante il criminale embargo imposto dagli USA e dai loro alleati.
Nel 2003, a Buenos Aires, l’allora Presidente Fidel Castro dichiarò, in merito al sistema socio-sanitario dell’Isola: “Il nostro Paese non lancia bombe contro altri popoli, né invia migliaia di aerei a bombardare le città; il nostro Paese non possiede armi nucleari, né armi chimiche, né biologiche. Le decine di migliaia di scienziati e di medici di cui dispone il nostro Paese sono stati formati nell’idea di salvare vite. Sarebbe in assoluta contraddizione con la sua concezione costringere uno scienziato o un medico a produrre sostanze, batteri o virus per provocare la morte di altri esseri umani”.
Luca Bagatin