“Serve un’Europa più coesa nel nuovo ordine mondiale dominato da Stati Uniti e Cina”

Festival dell’Economia Nathalie Tocci, direttrice dell'Istituto Affari Internazionali, su globalizzazione e relazioni internazionali ai tempi del Covid

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La direttrice dell’Istituto affari internazionali, Nathalie Tocci, mostra ottimismo circa la volontà dell’Europa di trovare una coesione interna per riposizionarsi nel nuovo ordine mondiale, basato sul duopolio tra Cina e Stati Uniti. “La crisi post Covid obbliga l’Europa, dopo anni di assenza, a ritrovare una politica interna comune. La discussione sui finanziamenti comunitari è un primo importante passo a cui però dovranno seguire dei risultati in linea con le attese dei Paesi dell’Unione. L’Italia – ha spiegato Tocci – è quindi chiamata a fare la sua parte beneficiando sì dei finanziamenti, per nulla scontati fino a qualche tempo fa, ma portando a casa dei risultati concreti. Non possiamo fallire una seconda volta nella politica dell’Eurozone”.

Nathalie Tocci, direttrice dell’Istituto Affari Internazionali e professore onorario all’Università di Tübingen, oltre che Special adviser dell’Alto rappresentante dell’UE e vicepresidente della Commissione europea Josep Borrell, è stata l’ospite del Festival dell’Economia di Trento, all’interno del Format Intersezioni, dedicato alle relazioni internazionali.

La pandemia legata a Covid19 – ha esordito Andrea Fracasso, direttore della Scuola di Studi internazionali di Trento – ha colpito severamente un contesto internazionale già segnato dalla crisi dell’ordine liberale internazionale instaurato nel secondo dopoguerra: “Nonostante sia evidente la necessità di adottare misure coordinate e cooperative per limitare la diffusione del virus e

per moderarne l’impatto economico e sociale, le maggiori potenze mondiali hanno inasprito il confronto, accelerando un processo di de-globalizzazione. In questo contesto, l’Unione Europea si distingue e il tentativo di assumere un ruolo più centrale nel sistema internazionale rappresenta un incentivo a rispondere in modo più coeso alla crisi pandemica e alle altre sfide comuni”.

L’Europa e il duopolio Cina Stati Uniti

L’analisi di Nathalie Tocci parte proprio dal dualismo Stati Uniti e Cina che regge il nuovo ordine mondiale, frutto di un cambiamento avviato da tempo ma accelerato dalla pandemia Covid: “Lo scontro commerciale Cina e Stati Uniti richiama ad una seconda Guerra Fredda, diversa dalla prima perché non limitata ad una questione prevalente (il nucleare) bensì multidimensionale, e quindi più complessa da redimere. L’Europa è chiamata dai due contendenti a schierarsi oppure a ritrovare un proprio ruolo, recuperando una forza e una coesione politica che negli ultimi anni è mancata”.

In questi anni l’Europa ha mancato i dossier strategici (ad incominciare dall’economia), preferendo concentrarsi su questioni interne, quali migrazione e Schengen. “La crisi Covid- ha osservato a riguardo Tocci – ha permesso una presa di coscienza  sulla criticità della situazione e l’impossibilità di un secondo fallimento dell’Eurozone. Ora è il tempo di verificare se esiste più consapevolezza, e qualche segnale positivo sta arrivando, anche se rimango scettica sui risultati”.

La partita strategica che l’Europa si appresta a giocare è quella relativa ai finanziamenti comunitari ai Paesi più colpiti dalla crisi Covid. Tra questi c’è a pieno titolo l’Italia. “Il negoziato – ha spiegato la direttrice – vede quattro blocchi: Paesi del sud, il motore franco-tedesco (che tende verso noi), i Paesi dell’Est (‘ammorbiditi’ dalla Ue) e i  quattro piccoli Paesi ‘rompiscatole’ del Nord. Sulla trattativa resto ottimista ma poi questi fondi e le priorità di investimento dei Paesi beneficiari dovranno convergere con le attese e le regole europee. In questo momento, Italia non sta proiettando un’immagine chiara. Se tutto questo non porterà alla reale convenienza, soprattuto sull’utilizzo dei soldi, l’effetto boomerang sarà devastante per l’intera Europa. La Germania sta facendo un bel passo in avanti, ma se i risultati saranno divergenti, ci saremo giocati tutta la partita”.

Crisi Libia

“Quello che sta accadendo – ha analizzato la direttrice – potrebbe ricreare per l’Europa un potenziale per rientrare nella partita. Nel recente passato la posizione russa sembrava prevalere con la vittoria di una parte. L’entrata in gioco della Turchia ha cambiato la situazione, affermando la consapevolezza che non esiste la vittoria assoluta dell’una parte sull’altra. Davanti a noi abbiamo due strade: la prima, senza l’Europa, con il probabile accordo tra Turchia e Russia per cessate il fuoco (strategia russa) con la presenza russa fondamentale. La seconda vede l’Europa consapevole che non è possibile una totale esclusione della Turchia dal Mediterraneo, e l’aperta ad un dialogo così da evitarle l’abbraccio cinico di Putin”.

Ue e diritti fondamentali

E proprio sui diritti fondamentali, Tocchi riprende la necessità di un dialogo con la Turchia e i Paesi confinanti. “E’ essenziale – ha presso la direttrice – che l’Unione europea ponga l’applicazione del meccanismo di condizionali sul quadro politico tra i Paesi aderenti. Dobbiamo ritornare a dove eravamo a marzo, quando il Consiglio europeo decise di aprire negoziati tra Albania e Macedonia del Nord. Durante la pandemia ci siamo allarmati per le aperture di Belgrado alla Cina, senza renderci conto che i Balcani non vano da nessuna parte, ne verso Mosca ne verso Pechino. Spetta all’Europa avere la forza per riaprire i negoziati con questi Paesi”. Nel caso della Turchia, il discorso più complesso ma non impossibile. Ancora Tocci: “Si dovrebbe aprire negoziati sulla modernizzazione dell’unione doganale, considerato che il processo di adesione è sospeso. L’unione dogale ci permetterebbe di entrare nei dettagli dell’economia politica della Turchia e toccare aspetti fondamentali quali lo stato di diritto”.

(pff)

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