Raccontaci un po’ di te. Delle tue origini e di quando hai iniziato a diventare una modella. Che cosa ti ha spinto e in che cosa consiste il tuo lavoro.
Allora, i miei genitori sono entrambi di Bogotà, capitale della Colombia, e si sono trasferiti a Cremona la città dei violini, in cui sono nata, per gli studi di mio padre che è liutaio.
Le mie origini sono sempre state importanti per me. Sin da piccola, alla solita domanda “ti senti più italiana o più colombiana?”, ho sempre risposto fieramente e alzando le spalle come se fosse una cosa così ovvia: “Tutt’e due!”.
Ero un’adolescente e una ragazza abbastanza timida e con una bassa autostima, ma quando avevo 18 anni il mio ragazzo dell’epoca mi mise la pulce nell’orecchio, suggerendomi di iscrivermi a un sito chiamato “sickgirl.it”, che ora penso non esista più. Era simile a suicidegirls, ma all’inizio più soft e più in chiave ironica, quindi mi decisi e inviai delle foto fatte da un’amica. Mi accettarono e la botta di autostima ha cambiato effettivamente la prospettiva con cui mi guardavo!
Da lì ho proseguito quasi subito come freelancer, proponendo il mio portfolio su appositi forum di fotografia, lavorando e collaborando con fotografi professionisti e fotoamatori.
Ad ogni modo è sempre stata innanzitutto una passione, grazie alla quale ho acquisito autostima. Oltre al fatto che è anche un lavoro che ho scoperto di amare. E’ un modo per esprimere la mia creatività attraverso il corpo. Per il resto ho sempre fatto principalmente lavori normali, come ad esempio la cameriera, aiuto pizzaiolo, commessa. Ho anche lavorato in un parco avventura per bambini, da un paio di anni come hostess nelle fiere e al momento lavoro in hotel.
Ah, hai iniziato con il sito “sickgirl.it” ! Me lo ricordo molto bene e ne scrissi, oltre dieci anni fa, diversi articoli entusiastici. In effetti in qualche modo ricordavo di averti notata già allora, ora che ci penso ! Come nasce il tuo nome d’arte, “Tasty Manguito”?
“Manguito” significa “piccolo mango” e l’ho scelto perché rimanda alle mie origini latinoamericane. L’aggettivo “tasty” l’ho aggiunto alla mia pagina instagram così, perché mi sembrava ci stesse bene!
Oddio, non riesco a scegliere!
Allora, il nudo sia erotico che soft o di puro studio di luci e ombre sul corpo – in cui non c’è assolutamente niente di erotico o almeno nessun intento in quel senso – per me rappresenta la libertà di esporre il mio amor proprio.
Oggi che ho 30 anni passati mi amo molto di più di quanto mi amassi 10 anni fa, anche grazie alla fotografia. E l’ironia fa parte di me, fa piacere che traspaia!
Il risultato, ovvero le foto, sono sempre frutto del lavoro di entrambi. Ci sono alcuni set più pianificati, magari rispetto ad altri che si sviluppano sul momento a seconda del modo di lavorare del fotografo o dalle esigenze di un particolare progetto. In ogni caso, mentre si scatta ciascuno dà il suo contributo e c’è sempre uno scambio di idee e opinioni. Alla fine è sempre un’improvvisazione!
Qual è la parte del tuo corpo che ami di più esibire e perché?
La schiena e il viso, anche se non sono facili da fotografare, perché la schiena con delle ombre troppo dure può risultare un po’ mascolina. Mentre il viso ha dei lineamenti strani e un po’ spigolosi da alcune angolazioni, ma la particolarità è proprio la caratteristica per cui scelgo queste due parti.
E interiormente? Che cosa vuoi trasmettere all’occhio di chi guarda?
In generale che bisogna avere cura di sé stessi in tutti i sensi. Che bisogna volersi bene nel senso più profondo che si può immaginare, perché siamo di passaggio e non abbiamo un tempo infinito per vivere e il nostro corpo, oltre che la nostra mente, sono le uniche due cose sotto nostro quasi totale controllo. Ci permettono di esistere. Che poi nelle foto uno magari può anche vederci solo una tizia nuda…giustamente ah ah!
Come ho scritto nell’incipit, pur lavorando nel mondo dell’immagine, hai una coscienza politica e sociale. Sul tuo profilo Facebook hai idee molto chiare e non temi mai di esprimerle. Ideologicamente, come ti definiresti? Quali sono i tuoi riferimenti politico culturali e quali sono le tue prospettive in questo senso?
Il mio riferimento è innanzitutto l’anti-imperialismo. Quindi tutte quelle figure che hanno osato e osano fronteggiare, anche a costo della propria vita, le superpotenze neocolonialiste come USA, Israele, di conseguenza anche l’Unione Europea e tutti i loro sostenitori. Amo molto le figure di Allende, Sankara, Gheddafi, Chavez, Assad, giusto per fare i nomi di alcuni miei riferimenti, ma sono molti di più.
Mi capita quindi di essere considerata troppo estrema per alcuni che si definiscono di sinistra, anche se penso che forse l’unica divisione che dovrebbe esistere ormai sia quella fra “oppressi e oppressori”.
Mi dicono anche di essere troppo complottista, ma non penso sia così semplice decifrare con certezza la realtà del presente che stiamo vivendo. Ci sono alcune cose che obiettivamente fanno pensare.
Per quanto mi riguarda mi pongo dei dubbi riguardo ciò che accade intorno a me e nel mondo e cerco di approfondire e informarmi tramite vie più indipendenti. Non credo ciecamente a tutto ciò che leggo, ma penso ci sia un fondo di verità e non mi stupirei fossero vere molte delle atrocità che si presume siano state insabbiate, manipolate, costruite ad arte e chissà qual è il futuro che ci aspetta. Non sono molto ottimista.
In questi ultimi anni, con l’avvento delle nuove mode e del web, abbiamo assistito all’avvento del fenomeno delle influencer o delle donne “imprenditrici di sé stesse”. Pensiamo già al fenomeno Paris Hilton alla metà degli Anni 2000 e oggi il fenomeno delle tante starlette e influencer più o meno conosciute del web. Da donna e da modella, peraltro piuttosto dissimile rispetto a questo tipo di donne, come giudichi questi fenomeni ? Pensi che questi fenomeni, in qualche modo, abbiano influenzato il nostro modo di vivere e di concepire il mondo?
Beh certo che sì, almeno non il mio modo di concepire il mondo, ma quello della massa sicuramente sì.
Quando ho iniziato a usare Instagram come portfolio fotografico per propormi come modella (era inizio 2017, quindi abbastanza in ritardo a dimostrazione del mio essere non troppo social), ho iniziato a capire come la qualità di una modella (o di un fotografo o artista di qualsiasi tipo) venga ormai valutata in base al numero di followers. Il che è abbastanza riduttivo, perché innanzitutto i followers si possono comprare e in secondo luogo perché – per quanto riguarda noi modelle – far crescere i follows per una ragazza è logicamente facile ! Quindi capita di vedere profili di modelle professioniste meravigliose, magari che lavorano anche sulle passerelle con 2/3/4 mila followers e poi dei profili di ragazzine audaci che postano 800 selfie al giorno con 50/60/100 mila o più followers.
Quindi, anche se Instagram mi ha obiettivamente dato molte più possibilità di lavoro, allo stesso tempo trovo triste il fatto che questa logica quantitativa più che qualitativa abbia appiattito e omologato le ragazze, in generale. Infatti si vedono profili di ragazze con gusti, interessi, stili di vita e anche culture diversissimi, che però alla fine fanno tutte le stesse identiche cose.
Oltre al tuo lavoro di modella, ti occupi anche di altro? Come immagini il tuo futuro, almeno quello dopo l’attuale emergenza sanitaria?
Allora, sì come dicevo all’inizio, ho sempre fatto lavori normali. Il mio primissimo lavoro l’ho iniziato a 16 anni in una pizzeria d’asporto di quindicesima categoria…ah ah…facevo l’aiuto pizzaiolo!
Ora come ora lavoro, anzi, avrei dovuto lavorare in hotel come cameriera alle colazioni, ma a causa di questa pandemia non sappiamo se apriremo o meno per quest’anno.
Inoltre, visto che ho lavorato per circa sei anni in un growshop – uno dei primi aperti in italia – che è stata l’esperienza di lavoro migliore della mia vita, in cui ho imparato tantissime cose dal mio amico ed ex-datore di lavoro, ora collaboro con alcune aziende italiane e straniere del settore cannabico, come hostess nelle fiere, sponsorizzando vari brand su Instagram. Ah ah ah, alla fine sono diventata pure io una mezza influencer della canapa, però non per il numero di followers ma principalmente per la mia conoscenza dell’argomento a 360 gradi, grazie all’esperienza lavorativa e alla mia passione a riguardo, che fa parte di me da più di 15 anni!
Quindi nel mio futuro vedo un’esistenza normale fatta di lavoro, orto, animali, natura, viaggi, arte fotografica e piante di canapa!
Luca Bagatin
FOTO DI COPERTINA di Stefano Rabuffetti